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Genova, tra progetti, cantieri e riqualificazione urbana: l’intervista all’Assessore Mascia sul futuro della città

Quale sarà il futuro urbano di Genova? A quale modello di città il Comune vuole ispirarsi? Quali sono le opere strategiche che possono cambiare anche la visione sociale e culturale del capoluogo ligure? L’università e i suoi studenti saranno i protagonisti della rigenerazione urbana? Queste e tante altre domande necessitavano di una risposta dopo il primo approfondimento di UrbaNew su Genova. Ecco allora un secondo capitolo dove il Comune ha risposto alle nostre domande.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
26 Aprile 2023
Intervista a Mario Mascia Assessore all'Urbanistica del Comune di Genova

Come di consueto nel secondo articolo di approfondimento mensile di UrbaNew proviamo a spostare l'attenzione dai progetti e cantieri, ai temi sociali e culturali. A prima impressione possono sembrare argomenti completamente differenti, ma in realtà sono ben interconnessi gli uni con gli altri. Sì perchè quando avviene una trasformazione urbana della città, avviene anche un cambiamento della visione sociale e culturale dei luoghi più riqualificati. Come proviamo a capire questi cambi di visione? Ovviamente non intraprendiamo questa strada da soli, ma ascoltiamo e intervistiamo l'assessore all'urbanistica della città. In questo modo capiamo meglio quali sono le idee e i piani che la Giunta comunale ha, per attuare una rigenerazione urbana e migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini.

Il mese d'aprile è dedicato alla città di Genova e nel primo articolo (che puoi leggere qui), abbiamo provato a capire quali sono i grandi interventi futuri per la città. Adesso, invece, ti proponiamo un nostro confronto con l'assessore all'Urbanistica del Comune di Genova, Mario Mascia. Parleremo del ruolo strategico che assumerà Genova da qui al 2035, del futuro delle università e degli studenti, ma anche del futuro modello di città.

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Assessore, volevo chiederle: che idea ha di Genova a livello urbanistico da oggi fino al 2035?

Genova è una città in profonda trasformazione, con l'attenzione rivolta al presente, ma con lo sguardo fisso al futuro. Nella strategia dell’Action Plan 2050 abbiamo costruito una governance multilivello e, grazie anche a un importante lavoro in partnership con altre città italiane ed europee, sono stati individuati i principali traguardi per uno sviluppo urbano sostenibile e per la mitigazione ambientale, che passa anche tramite la mappatura delle zone climatiche del territorio cui stiamo lavorando. Utilizzando un approccio integrato e sistemico, abbiamo elaborato una strategia locale coerente con le richieste e le aspettative europee e i trend globali, per valorizzare il legame tra territorio urbano, clima e ambiente e innovare l’offerta dei servizi dell’amministrazione comunale.

Sostenibilità ambientale, politiche green, rigenerazione degli spazi, attrattività delle imprese attraverso lo sviluppo della vocazione di Genova come hub internazionale della digitalizzazione sono alla base dei processi di rigenerazione urbana in atto.

La pandemia ha cambiato gli stili di vita inducendo una confidenza diffusa con gli strumenti e i sistemi telematici di comunicazione e informazione tecnologica. Qui a Genova vogliamo fare tesoro di questa esperienza per la crescita della comunità genovese, anche in termini di incremento delle opportunità occupazionali.

Quali sono i piani strategici su cui crede che Genova debba lavorare per migliorare ed essere al passo con altre grandi città italiane e Europee?

Dopo l’immane tragedia del crollo del viadotto Morandi, Genova ha vinto la sfida della ricostruzione in tempi record del nuovo viadotto San Giorgio, mettendo in atto un modello Genova che si declina in una visione di città che si candida a essere un punto di riferimento, a livello internazionale, in diversi ambiti, soprattutto in chiave di sviluppo economico.

Il sindaco Bucci in questo secondo mandato, con una scelta che rappresenta un unicum nella governance degli enti locali, ha deciso di accorpare le tre deleghe della crescita in un unico assessorato, quello che mi è stato affidato, a dimostrazione che la visione della città non può prescindere da un approccio sinergico allo sviluppo sia dell'economia locale che degli spazi cittadini, intesi come spazi rinnovati, a misura di persona (con particolare attenzione ai bambini, alle mamme, agli anziani e ai disabili), di turista e di impresa.

Su questo fronte è nata la Genoa Business Unit, una task force delle direzioni urbanistica e sviluppo economico che si mette a disposizione di chi vuole investire a Genova risparmiandogli il giro dei vari palazzi comunali.

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Su quali progetti futuri o già in realizzazione lei punta? 

Genova ha saputo, in questi anni, intercettare fonti di finanziamento mai viste negli ultimi 20 anni: circa 1 miliardo e mezzo di fondi non solo del Pnrr che si stanno traducendo in progetti di rigenerazione urbana, nell’ambito del Programma innovativo della qualità dell’abitare, di potenziamento infrastrutturale e di mobilità che prediliga sempre di più l’utilizzo del trasporto pubblico locale, in un’ottica sempre più green.

L'obiettivo del sindaco Bucci di traguardare un trasporto pubblico completamente gratuito e fruibile da tutti senza necessità di premunirsi di biglietto va esattamente in questa direzione.

L’attrattività di Genova nel suo ruolo di città di riferimento per l’economia del mare e per la nautica ha portato anche investimenti privati che si sono tradotti nel nuovo Waterfront di Levante, un progetto che si poggia sulla visione dell’architetto Renzo Piano e si traduce in un nuovo quartiere affacciato sul mare, con canali e un parco verde. Genova così riconquista la sua risorsa più preziosa e la mette fisicamente a disposizione di chi vuole venirci a vivere, a studiare, a lavorare o a svagarsi.

Tra i progetti di rigenerazione urbana, ci siamo anche concentrati sul rilancio di delegazioni che, negli ultimi 50 anni, hanno assistito a un progressivo deterioramento dovuto alla chiusura delle grandi industrie: il quartiere di Sampierdarena, nota nel dopo guerra come la piccola Manchester italiana, è interessata da un pacchetto di interventi da circa 150 milioni di euro. Attenzione anche per il centro storico dove è partito, a fine 2020, il Piano integrato Caruggi, da almeno 137 milioni di euro, per la rigenerazione della città vecchia.

Il mondo urbanistico alla fine abbraccia tanti altri settori e temi. Il fine ultimo è sempre il benessere e la qualità di vita del cittadino. Quindi con i prossimi progetti che Genova realizzerà quale impronta sociale e culturale vuole trasmettere ai suoi abitanti?

Noi vogliamo una città a misura di persona: al centro della visione degli spazi del futuro c’è la persona, i suoi bisogni e il suo benessere da tutti i punti di vista e quindi non solo economico, ma anche di socialità, di salute, di inclusività e di accessibilità. Abbiamo in questi anni già portato avanti importanti progetti che daranno un nuovo volto a quartieri che da ‘ghetti’ si trasformeranno in luoghi dove sia bello vivere, lavorare e trascorrere il proprio tempo libero, avendo a portata di mano un'offerta di servizi calibrata sulle esigenze.

Ne è un esempio l'opera mastodontica di demolizione della diga di Begato, un quartiere purtroppo diventato simbolo di degrado e insicurezza e che oggi è al centro di una profonda rigenerazione urbana fondata proprio sul ripristino del tessuto connettivo urbano, del senso di appartenenza alla comunità territoriale e della stessa vivibilità degli spazi da parte delle famiglie, con aree verdi, un’edilizia a misura di persona e servizi accessibili.

Puntate al modello della città dei 15 minuti e della città 30? In caso contrario, a quale modello aspirate?

Genova è una città policentrica dalla conformazione particolare, schiacciata tra mare e monti, allungata su circa 35 chilometri di costa, con vallate interne con specifiche peculiarità di entroterra. Tante città nella città, tanti centri storici, ognuno con una propria identità. Prima dell’unificazione ante secondo conflitto mondiale, oltre ai quartieri del centro, c’erano circa 20 Comuni limitrofi, poi diventati delegazioni del Comune come oggi lo vediamo: questo la dice lunga non solo sulla conformazione geografica della città, ma anche sullo spirito identitario dei quartieri che rappresentano ciascuno, già dalla sua origine, una sorta di città del quarto d’ora ante litteram.

Oggi abbiamo la grande opportunità di avvicinare ancor di più i servizi ai cittadini grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie e della digitalizzazione, abbattendo le distanze casa-lavoro e incentivando la fruibilità degli spazi, anche in regime di coworking, con l’efficientamento in atto del trasporto pubblico locale, a partire dal prolungamento della metro, tagliando i tempi di percorrenza, con sempre minore impatto sull’ambiente.

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  • Gli studenti universitari saranno posti al centro della visione urbana di Genova?

"Incentivare le nuove generazioni a rimanere a Genova, perché qui non manca proprio nulla, riportare qui chi è andato a lavorare altrove, ma ha capito quanto gli manca Genova, offrire ai giovani infrastrutture materiali e digitali, servizi, utilities e posti di lavoro al passo coi tempi, col mercato del lavoro e con le prospettive future, oltre a un'interfaccia rapida e snella con l'amministrazione comunale, sono le nostre priorità per una Genova  sempre nuova, che da porto di merci e di persone ambisce a diventare a tutti gli effetti porta di dati per l'Europa e per il resto del mondo.

Nei progetti di rigenerazione urbana abbiamo inserito nuovi studentati, strutture recettive rivolte ai giovani under 40, puntando anche a forme di agevolazione per gli affitti. Genova ha una grande tradizione universitaria che, in costante dialogo con l’ateneo, vogliamo valorizzare sia dal punto di vista delle opportunità lavorative, matchando l’offerta formativa con le richieste del tessuto imprenditoriale, sia dal punto di vista delle vivibilità e dell’appeal della città nei confronti dei giovani, attraendoli anche dal resto d’Europa."

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…