I 5 farmaci che fanno interazione con il caffè: dai sonniferi a quelli contro il reflusso, ecco a quali prestare attenzione

Il caffè è uno dei prodotti più diffusi e consumati al mondo ma non è esente da rischi. Per via del suo potere eccitante, la caffeina può interagire con diversi farmaci come sonniferi e calmanti ma, nel caso di medicinali contro il reflusso gastro-esofageo, potrebbe anche fare l’effetto opposto e amplificare il problema.
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Kevin Ben Alì Zinati 19 Marzo 2024
* ultima modifica il 22/03/2024
In collaborazione con il Dott. Simone Gabrielli Biologo nutrizionista

Tutti i giorni, almeno una volta se non due o magari anche tre. Cambiano le quantità e le circostanze ma praticamente tutti noi non possiamo fare a meno del caffè quotidiano.

Che sia un rito per scambiare quattro chiacchiere con il collega o la soluzione per trascinare ogni parte del nostro corpo fuori dal letto, assumere caffeina è uno di quegli alimenti che appartengono alla tradizione – alimentare, culturale – del nostro Paese.

Ma non solo: pensa che il caffè è ai primi posti delle classifiche dei prodotti alimentari più venduti e consumati al mondo.

Parte del merito dietro al successo di questa bevanda sta anche nei diversi benefici che sembra poter offrire al tuo corpo: la riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, sindromi metaboliche, calcoli renali e gotta o anche il contrasto all’insorgenza di alcune tipologie di cancro, morbo di Parkinson, depressione e Alzheimer.

Quest’aura di imprescindibilità tuttavia non lo tiene lontano da eventuali rischi per la salute. Sì, perché il caffè porta con sé tutta una serie di controindicazioni, specialmente per quelle persone che sono costrette ad assumere terapie farmacologiche in maniera costante.

Forse infatti non lo sapevi ma la caffeina può interagire con alcuni farmaci potenziandone per esempio gli effetti collaterali, alterandone il normale funzionamento oppure anche modificando i tempi di assorbimento delle molecole e dei suoi principi attivi.

Lo aveva confermato anche una revisione della letteratura scientifica pubblicata nel 2020, evidenziando che il consumo concomitante di caffè influenza significativamente l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’escrezione di molti farmaci.

“È noto che la caffeina contrasta l'azione dei farmaci per l’insonnia come i sonniferi, perché la caffeina ha un potere eccitante e ne annulla gli effetti sedativi, ed è sicuramente sconsigliato quindi anche per chi prende calmanti ci ha spiegato il dottor Simone Gabrielli, biologo nutrizionista puntando poi l’attenzione su un’altra classe di prodotti.

Ovvero quelli utilizzati contro il reflusso gastro-esofageo. “Questo perché alcuni farmaci possono essere inibiti dall’azione del caffè sia perché la caffeina, nella maggior parte delle persone, finisce per fare l’effetto opposto e amplificare quindi il problema del reflusso tra acidità e apertura del Cardias”. 

farmaci-guida

Maggiore attenzione nel bere il caffè serve anche quando si assumono farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) perché possono aumentare il rischio di lesioni gastriche quando associati alla caffeina così come qualche antibiotico (in questo caso è bene leggere con attenzione i foglietti illustrativi). Secondo il dottor Gabrielli, lo stesso discorso vale anche nel caso di farmaci per la pressione alta e per la tiroide.

In generale, ha concluso il nutrizionista, consumare il caffè è una buona pratica a patto però che non se ne faccia un abuso e si rispettino le indicazioni delle autorità sanitarie.

Come quelle dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), secondo cui la dose giornaliera di caffeina consentita è di 400 milligrammi e, considerando che una tazzina di espresso contiene dai 70 ai 100 mg di caffeina, il limite massimo consentito dunque è di quattro tazzine al giorno.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.