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Idrocele: che cosa causa il rigonfiamento a livello testicolare e come risolverlo

L’idrocele è il rigonfiamento del testicolo causato da un accumulo di liquido all’interno della sacca scrotale, ed è piuttosto comune nei neonati: esaminiamo insieme perché accade e quando bisogna preoccuparsi.
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Maria Teresa Gasbarrone 1 Agosto 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

L’idrocele, soprattutto nei bambini, tende comunemente a risolversi in modo spontaneo; in questo caso, ma anche nel caso di intervento chirurgico per il suo trattamento, non è escluso che si possa ripresentare in futuro.

L’idrocele è un accumulo di liquido fra testicolo e scroto che causa un rigonfiamento dello scroto. L'idrocele, così come l'ernia inguinale, si forma per la mancata chiusura del dotto peritoneo-vaginale, un "canale" di comunicazione tra la cavità addominale (dove si forma il testicolo durante la gravidanza) e lo scroto (dove si fissa il testicolo prima della nascita).

Può essere confuso con il varicocele, in quanto entrambi si manifestano con un rigonfiamento dello scroto ma, a differenza dell’idrocele, il varicocele è un ingrandimento e ispessimento delle vene che si trovano nella sacca, e non una raccolta di liquido.

L’accumulo di liquido dell’idrocele avviene solitamente a causa di uno squilibrio tra produzione e riassorbimento del liquido all’interno di questa sacca di tessuto, e può essere congenito o acquisirsi nel tempo. Nella maggior parte dei casi l’idrocele si manifesta nei neonati, e perlopiù si tratta del tipo congenito, ma può anche comparire in età adulta, causato solitamente da condizioni acquisite, quindi traumi o infezioni.

L’idrocele congenito ha una prognosi più favorevole, in quanto solitamente tende a risolversi spontaneamente entro i primi due anni di vita del bambino; nei casi in cui non si risolva spontaneamente, è comunque indicata la correzione chirurgica, che ha un’elevata percentuale di successo e comporta rischi molto bassi di danni ai testicoli.

Cause dell'idrocele

L’idrocele si suddivide in primario o secondario:

  • Primario: è quello che più frequentemente troviamo alla nascita, in quanto congenito;
  • Secondario: quando avviene a causa di condizioni sottostanti.

Durante lo sviluppo del feto i testicoli iniziano la loro formazione nell’addome, per poi discendere nello scroto attraverso il canale inguinale, che con il tempo dovrebbe richiudersi: quando ciò non avviene i liquidi continuano a fluire all’interno dello scroto, dove non si riassorbono, causando idrocele.

Le condizioni che invece possono causare l’idrocele secondario sono:

  • infezioni;
  • lesioni o traumi;
  • presenza di tumori.

Tra le cause principali di idrocele negli adulti troviamo l’infezione di filariosi, una malattia veicolata da zanzare e parassiti, che causa un idrocele di grandi dimensioni.

Sintomi e complicazioni dell'idrocele

Il sintomo principale (e praticamente il solo) di idrocele è rappresentato dal gonfiore scrotale, che solitamente è indolore; appare come un gonfiore morbido al tatto ma, in base al momento della giornata, potrebbe apparire anche come molto teso. Se l’idrocele è molto grande e pesante si potrebbe avvertire una sensazione di fastidio.

Il rigonfiamento tende a scomparire o comunque affievolirsi quando ci si trova in posizione supina: questo perché il liquido all’interno dello scroto è portato a risalire verso l’addome in posizione sdraiata.

Quindi i sintomi possibili sono:

  • Gonfiore scortale, quasi sempre indolore;
  • Possibile sensazione di fastidio.

Le complicanze più comuni sono:

  • Ematoma scrotale che guarisce spontaneamente;
  • Ricaduta: dovuta alla chiusura incompleta del sacco a causa della sottigliezza dello stesso che ne può provocare la lacerazione;
  • Lesione dei vasi deferenti;
  • Atrofia testicolare.

Diagnosi

La diagnosi avviene anche per esclusione di altre patologie e condizioni che potrebbero essere simili all’idrocele. Tra le patologie che possono essere confuse con idrocele troviamo:

  • ernia inguinale;
  • tumori testicolari;
  • epididimite o orchite, due infezioni.
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Durante l’esame obiettivo lo specialista può utilizzare una luce artificiale in prossimità del rigonfiamento e accertarsi che sia visibile dall’altro lato: questa tecnica definita transilluminazione è utile per escludere la presenza di un nodulo come il tumore, in quanto la luce non passerebbe attraverso, mentre nell’accumulo di liquido dell’idrocele la luce è ben visibile dall’altra parte.

Per escludere comunque le condizioni similari si utilizzeranno i seguenti esami e test:

  • esami ematochimici e delle urine;
  • ecografie.

Trattamento dell'idrocele

Nei casi di idrocele causato da patologie o condizioni sottostanti basterà diagnosticare queste ultime e trattarle correttamente per eliminare l’idrocele.

In tutti gli altri casi il trattamento prescelto è l’intervento chirurgico:

  • Nei casi di idrocele primario: viene praticata una piccola incisione nell’inguine tramite cui si svuota la sacca scrotale dal liquido e si rimuove il canale inguinale, così che i liquidi non possano più scendere dall’addome allo scroto;
  • Nei casi di idrocele secondario: l’incisione avviene direttamente nello scroto e il liquido viene così estratto.

Alcune tra le complicazioni peggiori si verificano quando la patologia non viene trattata, e non tanto a causa dell’intervento chirurgico: l’infertilità, ad esempio, si può manifestare quando la pressione dell’afflusso del sangue blocca la spermatogenesi, o la comparsa di infezioni o accumuli di sangue nello scroto. È raccomandato, quindi, monitorare attentamente la condizione del bambino, e rivolgersi ad un chirurgo se l’idrocele persiste e non si risolve spontaneamente entro i due anni di età.

Si può prevenire l'idrocele?

Essendo una malattia congenita non esiste una prevenzione specifica. L'idrocele è causato da un'apertura del canale inguinale che non si chiuderà più spontaneamente, ma solo con un intervento chirurgico correttivo.

Di fronte ad una tumefazione dell'inguine, è necessario rivolgersi allo specialista chirurgo pediatra che, dopo un'attenta visita, formulerà la diagnosi e, in caso, avvierà il bambino ad intervento chirurgico.

L'idrocele secondario, quello cioè che si sviluppa in età adulta, può invece essere evitato proteggendo lo scroto da eventuali traumi.

Fonti | Ospedale Bambino Gesù; Humanitas

(Scritto da Laura Martinelli il 12 maggio 2022,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 1 agosto 2023)

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