Il bracconaggio prende di mira gli ippopotami: i loro denti sono più economici e reperibili delle zanne di elefante

Mentre il traffico illegale delle zanne di elefante è sempre più ostacolato da controlli e restrizioni, i bracconieri, per aggirare le leggi internazionali, stanno iniziando a moltiplicare gli attacchi agli ippopotami per privarli dei loro grandi denti e ricavarne l’avorio.
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Martina Alfieri 27 Dicembre 2022

Gli ippopotami sono già presenti da tempo nella Lista rossa della Iucn – L’Unione internazionale per la conservazione della natura – in quanto specie vulnerabile.

Negli ultimi tempi questi animali sono stati esposti a una minaccia crescente: il bracconaggio. Mentre il commercio illegale dell’avorio ricavato dalle zanne di elefante è sempre più controllato a livello internazionale, i cacciatori di frodo prendono di mira gli ippopotami per privarli dei loro denti.

L’allarme arriva al termine della Cop15 di Montreal, la Conferenza sulla biodiversità che ha riunito moltissimi leader mondiali per raggiunge un accordo a tutela degli ecosistemi e delle specie più a rischio. Alcune associazioni animaliste hanno osservato, a seguito del blocco quasi totale del commercio di zanne di elefante, il numero di ippopotami stia diminuendo a causa del bracconaggio.

Lo scorso giugno il Regno Unito, con l’Ivory Act, ha rafforzato le restrizioni contro il commercio di avorio di elefante. A quel punto la Born Free Foundation – attraverso la ricerca A Tooth for a Tooth? – ha monitorato il traffico di avorio in rete per studiare le conseguenze della nuova normativa.

Online, sono stati trovati 621 annunci di vendita di avorio, per un valore di oltre 1,2 milioni di sterline: la metà di questi erano riconducibili al bracconaggio degli elefanti, l’altra metà, invece, pubblicizzavano avorio proveniente da altre specie. Tra queste, la più cacciata sarebbe proprio l'ippopotamo, i cui denti verrebbero considerati un ottimo sostituto dell’avorio di elefante, più economico e reperibile.

L'aumento dell'avorio proveniente da ippopotami e facoceri dovrebbe dare un ulteriore impulso per estendere senza indugi la protezione offerta dall’Ivory Act a queste e ad altre specie da cui si ricava l’avorio”, afferma Mark Jones, della Born Free Foundation.

La convenzione CITES permette ancora di commerciare ed esportare parti di ippopotamo legalmente con specifici permessi, ma permane comunque anche il traffico illegale. Secondo un rapporto della Commissione europea, infatti, nel 2020 i denti di ippopotamo sono stati tra le parti del corpo dei mammiferi più spesso sequestrate nell'UE.

Anche se può sembrare distante da noi, in realtà in Italia il commercio delle specie esotiche è molto praticato: secondo una ricerca pubblicata nel 2021 dall’ong Humane Society International, il nostro Paese sarebbe il primo importatore di trofei di ippopotamo in Europa.