La classificazione degli antibiotici: tutti i tipi in cui vengono suddivisi in base alla loro azione

Gli antibiotici possono essere utilizzati per contrastare tanti tipi di infezioni, ma naturalmente ci sono differenze tra i farmaci da prescrivere. Possono essere classificati in base alla molecola di partenza, in base al tipo di azione, alla carica elettrica, all’origine e anche al rischio di indurre l’antibiotico-resistenza. Ecco tutte le diverse forme di classificazioni che esistono.
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Giulia Dallagiovanna 4 Aprile 2019
* ultima modifica il 24/09/2020

Gli antibiotici sono i farmaci più prescritti e si calcola che vengano somministrati ad almeno un terzo di tutti i pazienti ricoverati negli ospedali. Non sono adatti contro virus influenzali o contro il raffreddore, ma agiscono colpendo i batteri che possono provocare un'infezione nel tuo corpo. Oppure vengono utilizzati in forma preventiva, soprattutto su persone che hanno appena dovuto affrontare un intervento chirurgico o che devono sottoporsi a cure che li rendono immunodepressi, come le terapie contro un tumore o contro l'Aids.

Naturalmente, però, non a tutti verrà consigliata la stessa medicina. Gli antibiotici infatti vengono distinti in base alle molecole simili che vengono utilizzate per il preparato, allo spettro d'azione, al tipo d'azione, all'origine, alla carica elettrica e al rischio di indurre antibiotico-resistenza. Proviamo a vedere più nel dettaglio le diverse forme di classificazione:

Classificazione per molecole simili

Quando gli antibiotici sono stati scoperti, per prepararli si partiva da una molecola naturale, solitamente da una muffa, che era stata prodotta da un altro microorganismo per difendere se stesso dall'attacco dei batteri. Si rubava un'arma a qualcun altro, in poche parole. In seguito si è imparato a creare quella particella direttamente in laboratorio e oggi molti farmaci sono a origine sintetica. Hanno comunque pure sempre una molecola, ovvero il principio attivo, dalla quale si parte per ottenere il medicinale. Ed è in base a questo ingrediente principale che avviene una prima classificazione degli antibiotici:

  • penicilline: vengono usate soprattuto per curare le infezioni della pelle, dell'apparato respiratorio e del tratto urinario e sono ad esempio la penicillina e l'amoxicillina
  • cefalosporine: trattano diversi tipi di infezioni comuni, ma vengono impiegate anche per la cura di quelle gravi come la meningite o la setticemia. Un esempio è la cefalexina
  • aminoglicosidi: si usano soprattutto contro infezioni gravi come la setticemia, anche perché questi farmaci possono anche effetti collaterali importanti come la perdita dell'udito o un danno renale e non vale quindi la pena di mettere un paziente in pericolo per un problema più banale. Fra questi ci sono la gentamicina e la tobramicina
  • tetracicline: possono essere utilizzate in diverse occasioni, ma il più delle volte vengono prescritte per il trattamento dell'acne grave o della rosacea e sono ad esempio la tetraciclina o la doxiciclina
  • macrolidi: curano soprattutto le infezioni all'apparato respiratorio e vengono prescritti in alternativa alla penicillina, ad esempio quando una persona è allergica a quella molecola o se il batterio è diventato penicillino-resistenti. Alcuni esempi sono l'eritromicina e la claritromicina
  • fluorochinoloni: sono in genere antibiotici a largo spettro che vengono usati per curare un'ampia varietà di infezioni e sono ad esempio ciprofloxacina e levofloxacina

Classificazione in base allo spettro d'azione

Alcuni antibiotici possono essere utili per colpire un solo tipo di batterio e per la cura solo di alcune infezioni specifiche. Altri invece possono trattare diverse patologie contemporaneamente. In realtà però la loro azione risulta meno efficace e si ricorre a questi sono quando non si riesce a determinare con certezza quale tipo di agente patogeno stia minacciando l'organismo. La classificazione in base allo spettro d'azione è questa:

  • antibiotici ad ampio spettro: sono attivi sia contro i batteri Gram positivi che contro quelli Gram negativi
  • antibiotici a medio spettro: sono utili contro i batteri Gram positivi e contro alcuni del tipo Gram negativo
  • antibiotici a spettro ristretto: possono contrastare o i batteri Gram positivi o contro quelli Gram negativi

Gram non è il nome di una strana molecola. Si tratta di un analisi di laboratorio che si chiama, appunto, colorazione di Gram. Quelli che risultano di colore viola una volta iniettata la sostanza specifica significa che sono positivi, i restanti saranno invece negativi. Serve per classificare i microorganismi in base alla loro parete cellulare, ma possono anche non esserci legami fra germi che rientrano nello stesso gruppo.

Classificazione in base al tipo d'azione

Una volta ingeriti, gli antibiotici possono agire su due fronti: o distruggono l'involucro che protegge la cellula batterica ne provocano la morte o interferiscono con le reazioni che permettono a questi germi di sopravvivere e riprodursi. Per questa ragione vengono classificati anche in base al loro tipo di azione:

  • battericidi: provocano direttamente la morte dei batteri
  • batteriostatici: bloccano la crescita degli agenti patogeni e per il tuo sistema immunitario sarà più semplice poi combatterli

Classificazione in base all'origine

Come ti dicevo, l'origine della molecola alla base del preparato farmaceutica può essere naturale, semisintetica o del tutto derivante da un processo di laboratorio. Quello che viene ritenuto il padre del primo antibiotico, il biologo britannico Alexander Fleming, è partito da una muffa per estrarre la molecola della penicillina. I primi farmaci avevano quindi un'origine naturale e ancora oggi è possibile estrarre queste particelle da funghi e microorganismi che le producono in autonomia. Oppure possono derivare in parte da un elemento naturale che viene sottoposto a fermentazione e poi viene aggiunta una catena di sintesi. Infine possono essere prodotti completamente in laboratorio e imitare la molecola naturale.

Classificazione in base alla carica elettrica

Gli antibiotici possono essere a carattere acido oppure basico e la distinzione naturalmente dipende dal pH. Ma quello che ti interesserà sapere in particolare è che i primi vengono assorbiti nello stomaco, mentre i secondo nell'intestino. Questo perché devono trovare un ambiente favorevole dove mettere in atto una corretta reazione e divenire assimilabili dall'organismo. Altrimenti risultano inutili, quando non dannosi. Esistono poi anche alcuni farmaci neutri.

Classificazione in base alla resistenza batterica

L'uso scorretto degli antibiotici, oltre all'abuso di questi all'interno degli allevamenti intensivi, ha portato all'evoluzione di alcuni batteri. Questi microorganismi sono diventati così antibiotico-resistenti. Questo significa che non riescono più a curare le infezioni per i quali sono stati progettati. È un problema davvero grave e su Ohga ti avevamo già parlato dell'antibiotico-resistenza. Per far fronte a questa situazione, l'Organizzazione mondiale della sanità ha proposto una classificazione dei farmaci, per individuare quelli che possono essere utilizzati senza problemi e quelli che invece devono essere prescritti solo quando sono strettamente necessari:

  • access:rientrano in questo gruppo i medicinali che hanno meno potenziale di indurre resistenza, tra cui ad esempio l'amoxicillina
  • watch: vi si trovano qui farmaci il cui uso dovrebbe essere ridotto drasticamente, come la ciprofloxacina, che forse userai anche tu in caso di cistite o infezione orale provocata dallo streptococco
  • reserve: di questa categoria fa parte quelli che comunemente si potrebbero definire "l'ultima spiaggia", ovvero farmaci che devono essere utilizzati quando proprio non c'è nessun altra alternativa. Un esempio è la colistina.

In generale però ti ricordo che gli antibiotici devono sempre essere assunti dietro ricetta e controllo medico. È infatti molto importante che tu assuma le dosi e rispetti il numero dei giorni che uno specialista ha previsto per il tuo ciclo di trattamento.

Fonti| Istituto superiore di sanità; Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

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