La parotite: sai riconoscere i sintomi degli orecchioni?

Gli orecchioni sono in realtà la parotite, ovvero un’infezione che colpisce soprattutto le ghiandole salivari causando dolore e tumefazione. Si tratta di una malattia infantile, che può essere trasmessa anche agli adulti, e che si può prevenire molto facilmente grazie a un vaccino, inserito per l’Italia nel calendario dei vaccini obbligatori.
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Valentina Rorato 8 Aprile 2020
* ultima modifica il 03/01/2021

La parotite è una malattia infettiva virale, chiamata anche orecchioni, perché caratterizzata dall’ingrossamento delle ghiandole che si trovano appena sotto le orecchie e dietro la mandibola. È una delle tipiche malattie infettive e oggi viene prevenuta grazie alla somministrazione del vaccino trivalente.

Cos’è la parotite

La parotite è una malattia infantile molto famosa, causata da un virus appartenente al gruppo dei Paramyxovirus. Il sintomo più evidente, quello che permette una diagnosi obiettiva, è la tumefazione delle ghiandole salivari. Si ingrossano soprattutto le ghiandole parotidi, che si trovano sotto i padiglioni auricolari, dietro l’angolo della mandibola. Questo gonfiore, che si diffonde anche alle guance, è stato soprannominato orecchioni, termine popolare con cui ci si riferisce all’infezione.

La malattia è prevalentemente infantile. Colpisce soprattutto la fascia di età tra i 5 e i 9 anni, ma in realtà può capitare anche in età adulta. Un terzo dei bimbi infettati non manifesta sintomi e il decorso è benigno nella maggior parte dei casi. L’infezione si trasmette per via aerea (quindi goccioline derivanti da starnuti o colpi di tosse) e tramite il contatto di oggetti infetti o secrezioni nasofaringee. Insomma, se c’è il sospetto che il tuo bimbo sia malato, deve soffiarsi il naso in fazzoletti usa e getta e buttarli subito. Mai lasciarli in giro.

Bisogna, inoltre, evitare di condividere oggetti che possono contenere saliva, come bottiglie d'acqua o tazze e di partecipare ad attività a stretto contatto con altri, come praticare sport, ballare o anche solo baciarsi. La parotite è contagiosa una settimana prima della comparsa dei sintomi e poi per altri 10 giorni.

Causa

La parotite è causata da un virus, della famiglia Paramyxovirus, che si diffonde facilmente da persona a persona attraverso la saliva infetta. L’infezione garantisce l’immunità a vita.

Sintomi

I sintomi della parotite sono facilmente identificabili e di solito non ha manifestazioni gravi, anche se non sono da escludere le complicanze.

  • Rigonfiamento delle ghiandole parotidi
  • Dolore durante la masticazione e la deglutizione
  • Febbre alta
  • Malessere
  • Brividi
  • Cefalea

Nei bambini la malattia si risolve in pochi giorni nella maggior parte dei casi. Purtroppo, in alcuni casi il quadro si può aggravare. Le complicazioni possono includere:

  • infiammazione dei testicoli (orchite) nei maschi che hanno raggiunto la pubertà; questo può portare a una riduzione delle dimensioni del testicolo (atrofia testicolare)
  • infiammazione delle ovaie (ooforite) e / o del tessuto mammario (mastite)
  • infiammazione del pancreas (pancreatite)
  • infiammazione del cervello (encefalite)
  • infiammazione del tessuto che copre il cervello e il midollo spinale (meningite)
  • sordità

Né l'infiammazione dei testicoli né l'infiammazione delle ovaie causate dalla parotite hanno dimostrato di causare infertilità.

Diagnosi e cura

La diagnosi di solito avviene attraverso l’esame obiettivo del medico, anche se dovrebbe essere confermato da esami di laboratorio durante cui si cercano di anticorpi specifici diretti contro il virus. Non esiste una cura, ma si somministrano dei farmaci per la gestione dei sintomi: paracetamolo per la febbre e analgesici per il trattamento del dolore. Si consiglia, inoltre, una dieta semiliquida prima di tutto perché mangiare potrebbe essere difficoltoso a causa dell’ingrossamento delle ghiandole e poi per evitare il rischio disidratazione causato dalla febbre.

Vaccino

Il vaccino contro la parotite è il modo migliore per ridurre il rischio di contrarre la malattia. Di solito viene somministrato come parte di un vaccino combinato che protegge da tre note infezioni: morbillo, parotite e rosolia ( MPR ). Dal 2017, il vaccino protegge anche dalla varicella ed è diventata la vaccinazione quadrivalente MPRV.

La somministrazione avviene in due dosi, una distanza di almeno 28 giorni l’una dall’altra. Secondo il calendario vaccinale italiano, nei bambini la prima dose è tra i 12 e i 15 mesi d'età. La seconda viene attualmente viene eseguita a 5-6 anni, contemporaneamente al richiamo di vaccino Dtap (difterite-tetano-pertosse acellulare).

Fonti| Mds Manual; ISS

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