La terza dose ora si potrà fare dopo 5 mesi dalla seconda: c’è l’ok dell’Aifa per anticiparla di un mese

Gli over80, gli ospiti e il personale delle Rsa, i sanitari e gli appartenenti alla categoria tra i 40-60 anni da mercoledì 24 novembre non dovranno più attendere 180 giorni dal completamento del ciclo vaccinale per ricevere il proprio richiamo ma potranno anticiparlo di un mese. L’ha annunciato il ministro della Salute Speranza dopo il via libera arrivato dall’Aifa.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Novembre 2021
* ultima modifica il 23/11/2021

Anticipare per evitare i ritardi. È lo spirito con cui il Governo sta affrontando la quarta ondata della pandemia.

Con velocità e intensità diverse contagi, ricoveri e decessi si stanno rialzando in tutta Europa come nel mondo e ogni Paese ha già messo in campo le proprie risposte, dal lockdown generalizzato all’obbligo vaccinale.

La strategia italiana verrà svelata nelle prossime ore ma dall’Agenzia Italiana del Farmaco è già arrivato il primo tassello: aprire le terze dosi di vaccino, le booster, a partire da 5 mesi dalla chiusura del ciclo vaccinale.

Da mercoledì 24 novembre, gli over80, gli ospiti e il personale delle Rsa, i sanitari e gli appartenenti alla categoria tra i 40-60 anni non dovranno più attendere 180 giorni dalla seconda dose per ricevere il proprio richiamo ma potranno anticiparlo di un mese.

L'ha confermato anche il ministro della Salute Roberto Speranza che, con una nota sui propri canali social, ha confermato: "La dose di richiamo è cruciale per proteggere meglio noi e chi ci sta accanto. Dopo l’ultimo parere di AIFA sarà possibile farla a 5 mesi dal completamento del primo ciclo. Vacciniamoci tutti per essere più forti".

Nella Circolare del Ministero della Salute diffusa dall’AdnKronos, infatti, si legge che "l’intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose “booster” con vaccino a m-RNA, alle categorie per le quali è già raccomandata (inclusi tutti i soggetti vaccinati con una unica dose di vaccino Janssen) è aggiornato a cinque mesi (150 giorni) dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato”.

L’anticipazione della dose booster da parte di Aifa rientra in un’ottica di massima precauzione in virtù di un’aumentata circolazione virale e anche sulla base di quanto stabilito negli altri Paesi.

Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nella classica conferenza stampa del venerdì in cui viene fatto settimanalmente il punto della situazione epidemiologica in Italia ha spiegato che accorciare l’intervallo di tempo tra la seconda dose e il richiamo non avrebbe effetti negativi e, anzi, potrebbe accelerare la campagna vaccinale.

In questo contesto devi anche tenere conto che, come ormai già saprai, l’efficacia del vaccino è destinata a scendere nel giro di pochi mesi.

Secondo l’ultimo report di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi di positività in corrispondenza di tutte le fasce di età". A 180 giorni dalla seconda dose l’efficacia del vaccino in termini di prevenzione dal contagio calerebbe infatti dal 79% al 55%.

Diminuisce anche la sua capacità di proteggerci contro le forme gravi di Covid-19, restando però comunque alta: sto parlando del 95% nei vaccinati entro 6 mesi e all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi.

Anticipare di un mese le dosi booster dunque servirà per rinforzare le difese di chi, seppur vaccinato, si trova comunque un po’ più esposto al virus.

Se te lo stai domandando, la risposta è “no” per entrambe le seguenti domande. Un mese di differenza per il richiamo non porta con sé alcun rischio. Di certo non per le persone che avessero un numero di anticorpi ancora alto: l’iniezione, come ha spiegato l’immunologa Antonella Viola al Corriere, equivarrebbe incontrare il virus in modo naturale.

L’inoculazione di un farmaco diverso da quello ricevuto nel primo "giro", poi, non rappresenta un problema dal momento che Pfizer e Moderna utilizzano la stessa tecnologia, ovvero l’mRna e stimolano allo stesso modo il sistema immunitario mentre nel caso di AstraZeneca (o Johnson & Johnson) la vaccinazione eterologa stimolerebbe in modo ancora più forte le difese immunitarie.

La decisione del Governo di anticipare i tempi delle dosi booster è una delle novità che rientrano nel piano di restyling delle misure di precauzione cui il Governo sta lavorando e che dovrebbe vedere la luce in queste stesse ore.

A breve dovremmo vedere l’introduzione del cosiddetto Super Green pass che concederà l’accesso ad alcuni servizi e attività solo ai vaccinati e ai guariti, la riduzione della durata dei tamponi (da 72 a 48 ore per i molecolari e da 48 a 24 ore per gli antigenici) e, probabilmente, anche l’obbligo vaccinale per determinate categorie gli insegnanti, le forze dell’ordine e i dipendenti pubblici.

Fonte | Istituto Superiore di Sanità; AdnKronos; Ministro della Salute Speranza – Twitter

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