O ci occupiamo dell’ambiente, o ci prepariamo alla prossima pandemia

Questa volta non è Greta Thunberg, né un ricercatore che da anni si occupa di questi temi: è una tra le più prestigiose riviste di Medicina, The Lancet, a mettere nero su bianco che cambiamento climatico significa pandemia. E le conseguenze sono davanti a te. Se vogliamo evitare un’altra emergenza sanitaria tra qualche anno, dobbiamo occuparci dell’ambiente oggi.
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Giulia Dallagiovanna 3 Dicembre 2020

Non possiamo permetterci il lusso di affrontare una crisi per volta. È l'avvertimento del report di The Lancet su cambiamento climatico e salute globale. Non Greta Thunberg, non qualche politico ambientalista e nemmeno uno di quegli scienziati che denunciano il problema da più di vent'anni. Questa volta è una rivista di Medicina a scrivere a chiare lettere che sfruttamento del Pianeta significa nuova pandemia. "I fattori che determinano il climate change sono gli stessi che aumentano il rischio di epidemie derivanti da zoonosi". Proprio come il Covid-19.

Getti la mascherina per terra, ti rifiuti di indossare quelle lavabili, usi la tua auto per evitare mezzi pubblici affollati o due passi a piedi, ordini su internet per non entrare nei negozi. All'ambiente ci penseremo quando sarà finito tutto questo, ti giustifichi, ora abbiamo un'altra priorità. Ma cosa accadrebbe se ti dicessero che il tuo comportamento sta solo gettando le basi per la prossima crisi sanitaria mondiale?

Il tuo comportamento di oggi può favorire una nuova pandemia domani

Jonathan Safran Foer, scrittore americano che da anni si occupa di questi temi, sostiene che comunicare il cambiamento climatico sia difficile: è un concetto troppo grande, il nostro cervello non riesce a immaginarselo. Oggi, immaginarlo non serve più: è davanti a te. È la ragione per cui gli ospedali sono pieni, anche se eri convinto che ambiente e salute fossero due aspetti distinti. È il motivo per cui non puoi bere una birra assieme ai tuoi amici, anche se eri certo che il riscaldamento globale riguardasse solo l'Africa o i ghiacci del Polo. È la causa del blocco dell'economia, con buona pace di chi chiudeva un occhio sull'inquinamento in nome di un maggior benessere.

In questi ultimi mesi abbiamo prodotto 400 tonnellate di rifiuti in più al giorno, solo in Italia. Stiamo accelerando il riscaldamento globale che fa sciogliere il permafrost. E lo strato permanente di ghiaccio artico potrebbe rilasciare sostanze tossiche, virus e batteri antichi. Allo stesso tempo, la perdita di biodiversità favorirà il passaggio di patogeni dagli animali agli esseri umani: ci sono fino a 850mila malattie pronte a scatenarsi.

Una pandemia nasce se ci sono le condizioni, e noi possiamo agire su quelle. Possiamo evitare che i negozi chiudano, che la nostra vita venga messa in pausa, che muoiano migliaia di persone. Oggi e domani. Ma per farlo dobbiamo rispettare l'ambiente, non solo le misure di sicurezza.

Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…