Progetti e cantieri, come cambia Bologna 2030? L’Assessore Raffaele Laudani racconta il futuro urbano della città

L’assessore all’urbanistica della città di Bologna ha parlato del futuro urbano del capoluogo dell’Emilia Romagna. Affrontati tanti temi, progetti e cantieri che stravolgeranno la metropoli entro il 2030. Dall’obiettivo di diventare, tra le prime 100 metropoli al mondo, net-zero entro i prossimi 7 anni, al sistema dei trasporti, passando per la via della conoscenza e la transizione digitale. Ecco allora il secondo capitolo su Bologna 2030 in cui ci confrontiamo con l’Assessore Laudani sui temi che interessano ai cittadini bolognesi.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
26 Maggio 2023
Intervista a Raffaele Laudani Assessore all'Urbanistica di Bologna

L'assessore all'Urbanistica della città di Bologna ha risposto alle nostre domande legato al futuro cittadino del capoluogo dell'Emilia Romagna. Dopo aver approfondito, come sempre fatto, nel primo capitolo mensile di UrbaNew quali saranno i progetti e i cantieri che stravolgeranno il volto della città di Bologna, è arrivato il momento del confronto. Un analisi completa fatta dall'assessore Raffaele Laudani sulla visione strategica che la Giunta comunale ha di Bologna nei prossimi 7 anni. L'orizzonte futuro è il 2030 anche perchè proprio quell'anno per Bologna sarà molto importante. Perchè? Adesso te ne parliamo.

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Raffaele Laudani – Assessore con Deleghe
Urbanistica ed edilizia privata, patrimonio, progetto "Città della conoscenza e memoria democratica", rapporti con l’Università e i centri di ricerca.

1 Assessore che idea ha di Bologna a livello urbanistico da oggi fino al 2030? 

Quelle che sono le linee del nostro mandato che guiderà la trasformazione fisica della città sono sintetizzabili nei progetti bandiera che andremo a realizzare. Abbiamo due macro progetti in questo senso e sono "La Città della Conoscenza" e "L'impronta verde". A questi due si aggiungo altri due importanti filoni che sono quelli legati alle 100 città carbon neutral entro il 2030 (Bologna coordinerà le altre 9 città italiane che sono state inserite in questa lista) e al tema dell'Abitare la città.

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2 Quali sono i piani strategici su cui crede che Bologna debba lavorare per migliorare ed essere al passo con altre grandi città italiane e Europee?

Il futuro della città è strettamente legato al suo passato. Anche per questo motivo uno dei progetti l'abbiamo chiamato "Città della Conoscenza". Riprendiamo la storia della città e della sua Università, la più antica al mondo. Il discorso in questo caso è molto ampio e credo che una risposta che più si possa avvicinare alla sua domanda si può sintetizzare in una parola soltanto ed è: "tecnologia". Molto banale, ma adesso le dico perchè ho scelto questo termine per Bologna. In città stiamo sviluppando il nuovo Tecnopolo in via Stalingrado, che sarà la sede dei più grandi supercomputer italiani, europei e mondiali. Bologna ospiterà l'80% della capacità di calcolo di tutt'Italia e rimanendo sul tema, ospiterà anche il computer Leonardo che è il 4° per potenza a livello mondiale (30% della capacità di calcolo dell'Europa). Questo è un fatto rilevante per Bologna che si avvicinerà sempre più alle altre grandi città italiane e internazionali.

3 Su quali progetti futuri, o già in realizzazione, lei punta di più o pensa che possa essere più strategici? 

Come detto precedentemente abbiamo dei progetti bandiera per Bologna e adesso entro più nello specifico per raccontarli. "La Città della Conoscenza" si basa su due leve, una urbanistica che abbiamo chiamato "Via della Conoscenza" e una leva strategica che abbiamo chiamato "Politica della Conoscenza". Due facce della stessa medaglia che nel concreto riprogetteranno il quadrante Nord-Ovest della città. Precisamente Lazzaretto, i Prati di Caprara, gli ex Scali ferroviari, la stazione alta velocità, il Polo scientifico e poi il macro distretto lungo via Stalingrado. Si tratta di circa 500 ettari, quindi 1/3 del territorio urbanizzato della città. Questo quadrante ha due peculiarità: è il luogo dove si concentrano i principali poli scientifici della ricerca e della formazione avanzata (ad esempio sorgerà l'Università delle Nazioni Unite dedicata al mutamento degli habitat umani a causa dei cambiamenti climatici), ma è anche un luogo che presenta molte aree dismesse (gli ex scali). Abbiamo provato un po' a stravolgere il concetto di rigenerazione urbana presente e diffuso in Italia. Di solito si ascolta il mercato e poi adatti i piani. Noi adesso capovolgiamo questa logica, noi ci poniamo al centro e il mercato deve seguirci.

Il Comune da delle vocazioni  a queste aree, innesca, o prova a farlo, le trasformazioni con interventi pubblici e poi si chiamano i privati a scommettere sul futuro della città. Un esempio è l'Ex scalo del Ravone. Il Comune acquisisce circa 120mila metri quadri con le risorse dei piani urbani integrati (è la più grande acquisizione del Comune di Bologna degli ultimi 50 anni) e spendiamo 15 milioni di acquisizione e 37 milioni di rigenerazione. L'altra metà dell'Ex scalo ferroviario del Ravone l'abbiamo candidato al bando del Reinventing Cities C40 che è pensato soprattutto per i privati. Per il momento si tratta del progetto italiano che ha ricevuto più proposte. Ho provato sia a darle qualche linea guida sui progetti su cui puntiamo molto, sia anche una vera visione concreta di come lavoriamo. L'idea della città che abbiamo noi è attuabile in 10 anni, quindi con due mandati.

Adesso le parlo dell'Impronta Verde. L'idea che ha il Comune di Bologna è quella di realizzare 6 parchi urbani collegati tra di loro, una sorta di mano verde sulla città che tiene insieme tutti i cittadini. L'obiettivo è aumentare la rotazione ecologica della città, ma anche quello di aumentare la connessione di tutti i parchi con i cittadini che dovrebbero raggiungerli in soli 10 minuti o a piedi o in bicicletta.

Forse l'intervento più significativo che verrà completato nel mandato sarà la riqualificazione del Parco Nord, un'area presente in Via Stalingrado. Questo Parco sarà completamente pubblico e verrà realizzato da Autostrade come "compensazione" per l'allargamento del passante autostradale.

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4 Il mondo urbanistico alla fine abbraccia tanti altri settori e temi. Il fine ultimo è sempre quello di migliorare il benessere e la qualità di vita del cittadino. Quindi con i prossimi progetti che Bologna realizzerà quale impronta sociale e culturale vuole trasmettere ai suoi abitanti?

Essere la città più progressista d'Italia. Bologna non lascia indietro nessuno. Bologna non vuole lasciare indietro nessuno. Gli investimenti e i progetti futuri a livello urbano della città hanno come scopo quello di ridurre le distanze, ridurre le disuguaglianze. Un concetto che può sintetizzare questo pensiero è quello legato alla "prossimità". Vogliamo lanciare un nuovo modo di governare, insieme ai cittadini. Una vera e propria cooperazione per capire come condividere gli spazi urbani presenti in città. Tra gli strumenti di cui ci stiamo dotando è presente anche "Il piano dei quartieri". Una ricaduta a livello di zone territoriali. Passiamo dal macro al micro.

Al cuore della "Via della Conoscenza", c'è anche la stazione di alta velocità di Bologna, la nostra finestra sul mondo e del mondo che porta 50 milioni di passeggeri l'anno. E lì andremo a realizzare, all'interno della stazione, il Polo della Memoria democratica. Si tratta di un grande polo culturale che tiene insieme tutti i luoghi e gli istituti culturali della città che in qualche modo raccontano la visione sociale della città: "Il progressismo e la storia di Bologna".

5 Bologna sarà la prima grande città in Italia ad adottare il modello di città 30. Di recente è stata inserita anche tra le 100 città che vogliono diventare carbon neutral entro il 2030. Avete presentato  anche la digital twin. Sono tutti piani molto ambiziosi. Pensa che questi tre punti possano essere la base di una crescita esponenziale, nei prossimi 7 anni, dal punto di vista urbano?

Credo di sì, puntiamo senz'altro a sviluppare al meglio la città. La partecipazione alle 100 città carbon neutral entro il 2030 da l'idea di quella che è la nostra strategia ed è un po' la guida per tutti i progetti di cui parlavamo prima. Tutte le nuove opere che verranno concluse saranno a impatto zero. Per quanto riguarda invece il modello di città 30 che partirà questo Giugno (2023), la Giunta si è posta un obiettivo importante: cambiare e riqualificare lo spazio pubblico. Piazze scolastiche, arredi urbani, avverrà un cambio sostanziale per tutti i cittadini e in questo la città verrà ancora più scoperta e riscoperta. Bologna sarà ancora più vivibile.

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6 Gli studenti universitari saranno posti al centro della visione urbana di Bologna?

Assolutamente sì. In questo senso abbiamo portato avanti il piano dell'Abitare. L'investimento è di 200 milioni di euro e ci interesseremo della cosiddetta "fascia grigia" ovvero di tutte quelle persone, lavoratori, cittadini, ma in questo caso studenti che hanno una retribuzione o un Isee superiore rispetto a quello che serve per avere diritto a una casa, una borsa di studio o a delle sovvenzioni, ma non sufficiente per essere completamente autonomi nel gestire la questione affitti e i prezzi di mercato. Ci interesseremo ancora di più anche degli studenti internazionali. Pensa che Bologna all'anno ha 3400 studenti Erasmus e loro hanno molta difficoltà a trovare casa, perchè rimangono troppo in città per poter entrare nel mercato degli affitti breve, ma troppo poco (6mesi – 1anno) per poter entrare nel mercato degli affitti lunghi. Poi abbiamo gli studenti stranieri immatricolati all'Università di Bologna che non hanno conoscenza di un mercato della casa a loro straniero. Quindi tornando alla sua domanda le posso dire che in questo modo, con il tema della casa, ci occuperemo degli studenti universitari.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…