L’allergia da nichel si allarga e si diffonde sempre di più. Considera che già qualche anno fa ti avevamo raccontato come la dermatite allergica da contatto a questo metallo pesante avesse colpito già quasi il 10% della popolazione, soprattutto le donne.
Oggi quella percentuale è cresciuta e le persone che soffrono questo disturbo molto fastidioso si contano in milioni.
Se questo già ti sorprende, ancora di più lo farà sapere che dietro a questa accelerata c’è una causa a cui forse non avevi pensato. Sì, proprio lui: l’inquinamento atmosferico, che insieme al particolato porta con sé importanti concentrazioni di nichel e altri metalli pesanti che, alla lunga, possono provocare più di un danno alla tua salute.
È vero, quella al nichel è per lo più un’allergia da contatto attraverso oggetti che lo contengono – monete, pentole, posate, maniglie, orologi da polso, orecchini, chiavi, forbici – o anche alimenti – cacao, tè, legumi, frutta secca, pomodori, asparagi – ma questo metallo ormai si trova praticamente ovunque, anche nell’aria.
Viaggiando insieme alle molecole di particolato ricade nel terreno, nell’acqua e quindi nei cibi che arrivano sulle nostre tavole ma finisce anche direttamente nel nostro organismo attraverso la semplice respirazione.
Questa facilità di dispersione, unitaria livelli drammatici di smog e di pessima qualità dell’aria a cui ormai siamo tutti quanti esposti contribuisce non poco al dilagare dell’allergia.
Nell’aria che respiriamo tuttavia non c’è solo nichel. Anzi, la maggior parte dei metalli pesanti presenti è rappresentata da mercurio, cobalto, cromo, cadmio.
Si tratta di prodotti delle attività industriali, delle combustioni interne alle auto e di tutte le altre attività inquinanti che immettono nell'aria sostanze che entrando in contatto con il nostro corpo possono provocare danni.
I sintomi legati al contatto con questi metalli pesanti a volte possono manifestarsi a livello cutanea come reazioni allergiche, come appunto nel caso del nichel, oppure con eritemi, eruzioni pruriginose, pomfi e vescicole su tutto il corpo.
Altre volte invece la sintomatologia può coinvolgere l’apparato gastrointestinale, provocando dolore nella zona addominale, gonfiore, stipsi o diarrea ma anche stanchezza cronica, mal di testa, febbricola.
Sul lungo periodo, invece, gli effetti dell’inquinamento atmosferico e in particolare dei metalli pesanti possono essere ancora più devastanti: ricordi il report dell’Agenzia europea per l’ambiente e i 253mila morti in Europa? Ecco.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, al cadmio sono associati danni ai reni e alle ossa e tumore a carico dei polmoni; le esposizioni al piombo hanno effetti sullo sviluppo e neurocomportamentali su feti, neonati e bambini e aumentano la pressione sanguigna negli adulti.
Il mercurio poi è tossico anche nelle forme elementare e inorganica, ma la preoccupazione principale è associata ai composti organici, in particolare al metilmercurio, che si accumula nella catena alimentare, la principale via di esposizione umana.
Fonte | Organizzazione mondiale della Sanità; Iss