Quarantena e vaccini per il vaiolo delle scimmie: cosa dice la circolare del Ministero

È sempre bene ribadire che non siamo di fronte a una nuova pandemia, ma i casi sono in aumento in Italia e in Europa, come d’altronde ci si aspettava. La situazione dunque deve essere tenuta sotto controllo e il Ministero della Salute ha diramato una circolare con le linee guida da seguire.
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Giulia Dallagiovanna 27 Maggio 2022
* ultima modifica il 27/05/2022

I casi di vaiolo delle scimmie stanno aumentando, come d'altronde ci si aspettava. Il Ministero della Salute ha quindi diramato una circolare per regolare alcune misure di contenimento della circolazione del virus. Nel testo si dettano quindi i parametri per applicare la quarantena, per effettuare la vaccinazione e per bloccare eventuali donazioni di sangue. Si tratta comunque di procedure standard, che non ti devono far pensare a una possibile nuova pandemia. Stiamo infatti parlando di un patogeno il cui contagio è autolimitante, necessitando di un contatto molto stretto per avvenire. Non per niente si è diffuso in contesti di festival ed eventi in cui c'è stata molta prossimità tra le persone e probabilmente rapporti sessuali. Vediamo nel dettaglio cosa raccomanda il Ministero:

La quarantena

Al momento l'unico Paese ad avere imposto la quarantena di 21 giorni per i contagiati è il Belgio. In Italia invece questa misura verrà considerata solo "in specifici contesti ambientali ed epidemiologici" e  "sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie". Bisogna dire che i pazienti infetti si trovano comunque ricoverati e già in isolamento.

Un periodo di monitoraggio, sempre della durata di 21 giorni, è poi previsto per i contatti stretti. In questo lasso di tempo ciascuno di loro dovrà misurare la propria temperatura due volte al giorno. Altri sintomi a cui prestare attenzione sono:

  • mal di testa
  • brividi
  • mal di gola
  • astenia
  • dolore a muscoli e ossa
  • mal di schiena
  • eruzioni cutanee
  • ingrossamento dei linfonodi

Naturalmente, in caso compaia uno di questi segni riconducibili al Monkeypox, dovranno avvertire subito i presidi sanitari di riferimento. Infine, sarebbe importante che rimanessero quanto possibile in isolamento e soprattutto che evitassero contatti con persone a rischio come individui immunodepressi, donne in gravidanza e bambini piccoli.

Le tre settimane sono state fissate tenendo in considerazione il periodo di incubazione del virus, che di solito si estende dai 3 ai 16 giorni, ma può arrivare fino a 21, per l'appunto.

La vaccinazione

Ad oggi sappiamo che il vaccino contro il vaiolo, quello che è stato somministrato a tutti i nati entro il 1981, offre una cerca protezione anche contro il vaiolo delle scimmie, trattandosi di un virus della stessa famiglia. Anche per questa ragione, i contagi si stanno verificando soprattutto nella popolazione più giovane. Esiste comunque un farmaco specifico per il Monkeypox che l'Unione europea si sta prestando ad acquistare per metterlo a disposizione degli Stati membri.

L'Unione europea sta acquistando dosi di vaccino e di farmaci antivirali per il vaiolo delle scimmie

In Italia si sta pensando di utilizzarlo all'interno della profilassi post-esposizione "per contatti a rischio più elevato come gli operatori sanitari, compreso il personale di laboratorio, previa attenta valutazione dei rischi e dei benefici". Viene comunque precisato nella circolare che medici e infermieri in contatto con i pazienti infetti che indossano tutti i dispositivi di protezione (mascherina, guanti monouso, camice monouso e così via) hanno probabilità molto ridotte di contrarre il virus.

I farmaci antivirali

Il vaiolo delle scimmie è una malattia che, soprattutto in individui sani, si risolve da sola dopo circa 2 o 4 settimane. Le lesioni cutanee, nello specifico, possono impiegare fino a un mese per scomparire. Per i pazienti con i sintomi più gravi oppure più a rischio di sviluppare complicanze, in caso ad esempio di immunodepressione, possono comunque venire impiegati farmaci antivirali, che l'Unione europea sta acquistando assieme ai vaccini.

Le vie di trasmissione

Questo virus è endemico in alcune aree dell'Africa e dell'Asia e, come il nome stesso suggerisce, di norma circola soprattutto tra scimmie e piccoli roditori. La trasmissione da animale a uomo è rara, ma può avvenire per contatto diretto con il sangue, la carne o i fluidi corporei. Un morso o un graffio, ad esempio, possono essere veicolo di contagio.

Dato l'elevato numero di casi tra persone, sembra ormai evidente che la tramissione stia avvenendo anche da uomo a uomo. La via più probabile in questo caso sono i rapporti sessuali, meccanismo che di nuovo spiegherebbe come mai a contrarlo siano soprattutto persone giovani. La circolare ricorda comunque di prestare attenzione anche a "materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee di una persona infetta, nonché droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia. Inoltre, il virus può essere trasmesso per contatto diretto con i fluidi corporei di una persona infetta, il contatto di mucose o cute non intatta con lesioni esantematiche aperte o con oggetti contaminati", ad esempio gli indumenti e la biancheria.

Donazioni di sangue

Come abbiamo detto prima, la via di trasmissione principale del virus è il sangue. Per questo motivo sia i pazienti infetti che i contatti stretti sotto monitoraggio non potranno donare "sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma". Blocco che si interrompe non appena avviene la guarigione o termine il periodo di sorveglianza di 21 giorni.

Fonte| Ministero della Salute, Circolare del 25 maggio 2022

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