Anche sulla tua tavola lì, tra il sale e la ciotola del pane, c’è un po’ di radioattività.
No, non sto parlando del presunto pesce contaminato a causa dei presunti rischi legati allo sversamento delle acque di Fukushima e non sto facendo riferimento nemmeno alla verdura a foglia larga degli anni ’90, tristemente messa al bando per paura delle ricadute delle nubi radioattive di Chernobyl.
Ciò che voglio dirti è molto più semplice, e cioè che in moltissimi cibi che mangi tutti i giorni è presente della radioattività: è innocua, non rappresenta un pericolo per te o il tuo organismo ma c’è. E ti dirò di più: è assolutamente naturale.
Il fatto è che tutto ciò che mangiamo ha una natura organica ed è quindi composta da diversi elementi naturalmente presenti sul nostro Pianeta, come il carbonio. Quest’ultimo, naturalmente, al suo interno possiede diversi isotopi radioattivi.
Altri radionuclidi di origine naturale che puoi ritrovare nel cibo sono il Potassio-40 e quelli derivanti dalle serie di decadimento dell’Uranio e del Torio, che trovi nell’ambiente in concentrazioni variabili e non pericolose per la salute.
Quali sono i 10 cibi più radioattivi? Eccoli:
Come ti accennavo prima, l’esposizione alla radioattività naturale è inevitabile, ciascuno di noi ci viene a contatto fin da quando nasce. Considera che la Commissione scientifica delle Nazioni Unite, circa il 12% dell’esposizione complessiva di un individuo alle sorgenti naturali di radiazioni sia attribuibile proprio all'ingestione di cibi, e al consumo di acqua.
Niente paura, però, dicevo. Come è possibile, ti chiederai. È tutta una questione di quantità: gli elementi radioattivi che sono presenti nel cibo che mangiamo sono concentrati in dosi molto basse i cui effetti sulla nostra salute non rappresentano affatto un pericolo.
Questi elementi radioattivi possono arrivare sulle nostre tavole in diversi modi. Attraverso l’assorbimento da parte delle radici delle piante, per esempio, così come attraverso le particelle radioattive presenti nell’aria che "cadono" sui campi coltivati.
Oppure, in maniera forse un po’ più intuitiva, la “contaminazione” può dipendere dagli animali stessi che, nutrendosi di piante in cui la radioattività è presente, accumulano nel corpo i cosiddetti radionuclidi che, di fatto, arrivano nei nostri piatti.
Hai capito che quella che caratterizza alcuni alimenti è la cosiddetta radioattività naturale. Quella, insomma, che è intrinsecamente presente nel nostro Pianeta e che inevitabilmente passa ai suoi “frutti”.
Fai attenzione a non confonderla con le procedure di irraggiamento a cui viene sottoposto il cibo. Come ti avevo già raccontato, infatti, le radiazioni ionizzant sono in grado di distruggere patogeni di ogni srta, dai batteri ai virus fino ai parassiti ed è per questo che vengono spesso impiegati come strumenti di sterilizzazione per garantire la sicurezza alimentare.