Tre caffè al giorno tolgono il rischio di malattie del fegato di torno: lo dice la scienza

Un nuovo studio dell’Università di Southampton ha dimostrato che il consumo giornalieri di caffè, a prescindere della tipologia, è associato a una significativa riduzione del rischio di malattie epatiche come il fegato grasso, la cirrosi e anche il tumore.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Settembre 2021
* ultima modifica il 01/09/2021

Lungo ma anche corto. Decaffeinato, oppure solubile, macinato o scaldato con la moka. Non è importante che tipo di caffè preferisci bere, ma quanto.

Per un gruppo di ricercatori dell'Università di Southampton, una media di tre tazzine al giorno potrebbe proteggerti contro le malattie epatiche croniche, tra cui anche il cancro.

Un’assunzione continuata di caffè e in particolare di alcuni suoi ingredienti sarebbe associata, infatti, a un rischio ridotto di patologie come il fegato fegato grasso, determinato dall'accumulo di grasso nel fegato (con noti fattori di rischio come il diabete e l’obesità) e per il quale il prof. Portincasa ci aveva raccontato di un innovativo esame diagnostico basato sul respiro.

Senza dimenticare poi patologie come la fibrosi ma anche la cirrosi epatica o il cancro del fegato.

In un contesto caratterizzato dal continuo aumento di pazienti con diagnosi di malattie epatiche, la scienza e la medicina da anni stanno vagliando diverse soluzioni in grado di aumentare il grado di prevenzione. Tra queste c’era proprio il caffè.

Alcuni studi ne avevano infatti già evidenziato il potenziale ruolo protettivo ma il team inglese ha voluto andare ancora più a fondo. Così i ricercatori hanno fatto ricorso alla Biobanca Britannica per analizzare i dati di mezzo milione di persone di età compresa tra 40 e 69 anni, monitorati per un periodo di tempo lungo 10 anni.

Il 78% di tutti i partecipanti dello studio aveva consumato caffè macinato o istantaneo con caffeina o decaffeinato, mentre il 22% non aveva bevuto alcun tipo di caffè.

Durante il periodo di analisi sono stati registrati 3.600 casi di malattia epatica cronica e 301 decessi. Ci sono stati poi 5.439 casi di malattia epatica cronica o steatosi e 184 casi di carcinoma epatocellulare.

Dall’analisi sulle abitudini al caffè, unite ai dati delle cartelle cliniche, i ricercatori hanno osservato che rispetto ai non consumatori i bevitori giornalieri di caffè avevano un rischio di sviluppare malattie croniche del fegato significativamente ridotto.

L’hanno spiegato sulla rivista BMC Public Health: i partecipanti che bevevano caffè avevano un rischio ridotto del 21% di malattia epatica cronica, del 20% di fegato grasso e del 49% di morte per malattia epatica cronica.

Tutto, come ti ho anticipato all’inizio, indipendentemente dal tipo di caffè, con o senza caffeina, solubile o macinato. Per quanto riguarda la quantità, sembrerebbe che tre tazze (o anche quattro) al giorno siano una buona dose.

Secondo gli scienziati inglesi, l’effetto benefico “segreto” starebbe nell’azione combinata di alcune molecole nel caffè, tra cui kahweol e cafestol.

Fonte | "All coffee types decrease the risk of adverse clinical outcomes in chronic liver disease: a UK Biobank study" pubblicata il 22 luglio 2021 sulla rivista BMC Public Health

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