La retroversione dell'utero si verifica quando l'utero si inclina all'indietro anziché in avanti. Viene comunemente chiamato "utero retroverso" e non è una condizione patologica, quanto una variazione anatomica.
L’utero è l'organo dell’apparato genitale femminile destinato ad accogliere l’embrione durante il periodo di gestazione, normalmente è collocato nella sezione centrale del distretto pelvico e si frappone tra la vescica ed il retto. Di norma l‘utero si colloca in modo tale da determinare, anteriormente, una differenza d’angolo di circa 60 gradi rispetto al bacino.
L'utero, però, può essere disposto in modo diverso, e più esattamente può essere rivolto all'indietro, ovvero in direzione del retto. L'utero retroverso interessa circa 1 donna su 4.
L'utero retroverso può essere "primario", ovvero l'organo assume questa particolare disposizione in modo del tutto naturale durante la fase dello sviluppo. In altri casi, la retroversione dell'utero è "secondaria", ovvero si verifica dopo un'anomalia o una patologia che ha interessato le pelvi, come un'aderenza o un fibroma.
La presenza di utero retroverso non comporta in genere particolari disturbi e non inficia nemmeno la possibilità di rimanere incinta in quanto tale posizione non pregiudica la fertilità perché non si verifica una compromissione della capacità dello spermatozoo di raggiungere l’ovulo
Un utero retroverso, chiamato anche utero capovolto, utero retroflesso o inclinato, è una variazione anatomica. Nella maggior parte delle donne, l'utero si inclina in avanti sulla cervice, nei casi in cui è presente retroversione dell'utero, invece, l’utero anziché essere inclinato in avanti (si dice "utero antiverso") e appoggiato sulla vescica, si presenta capovolto, cioè voltato all’indietro, leggermente appoggiato sull’intestino.
In passato, i medici pensavano che un utero inclinato potesse contribuire alla sterilità o comunque a problemi di concepimento. Ma gli esperti ora sanno che la posizione dell'utero non influisce sulla capacità dello sperma di raggiungere l’uovo e di portare a termine una gravidanza, senza complicazioni.
Durante la gestazione, per l'esattezza dal terzo mese, grazie all'aumento del peso del bebè, l'utero si gira spontaneamente in avanti, ossia diventa normo-versoflesso. È destinato a riprendere la sua "normale posizione" solo dopo il parto, senza ostacolare la nascita e lo sviluppo del bambino.
Occasionalmente, può verificarsi un utero fortemente inclinato quando si formano tessuti cicatriziali (aderenze) a causa di condizioni come endometriosi, infezioni o interventi chirurgici precedenti. Sebbene questo possa rendere più difficile il viaggio dello sperma, il concepimento è possibile, anche in questi casi. Tuttavia, dovresti consultare il tuo medico.
Come detto all'inizio, esistono due tipologie di utero retroverso, "primario" e "secondario":
La retroversione dell'utero è comune ed è una condizione, che si può definire congenita in molte donne. Il problema, però, può verificarsi anche a causa dell'indebolimento dei legamenti pelvici al momento della menopausa.
Il tessuto cicatriziale o le aderenze nella pelvi possono anche mantenere l'utero in una posizione retroversa. In questo caso le cause sono:
La retroversione dell'utero non causa quasi mai disturbi particolari, né sintomi gravi. Ci sono donne che scoprono questa condizione solo al momento della gravidanza o la sospettano perché sanno che la loro mamma ha la retroversione dell’utero.
Raramente, però, può causare dolore, disagio o le seguenti manifestazioni:
La diagnosi di utero retroverso avviene attraverso un esame pelvico che mostrerà la posizione dell'utero. Tuttavia, a volte un utero capovolto può essere scambiato per una massa pelvica o un fibroma in crescita. Un esame rettovaginale può essere utilizzato per distinguere tra una massa e un utero retroverso. Un esame ecografico può determinare con precisione la posizione.
Come avrai letto all'inizio di quest'articolo, l'utero retroverso non rappresenta un ostacolo a un'eventuale gravidanza, néè causa d'infertilità. Questo perché la posizione assunta dall'utero non pregiudica la fertilità perché non determina una compromissione della capacità dello spermatozoo di raggiungere l’ovulo.
Diverso è il discorso quando l'utero retroverso è associato a particolari condizioni, che invece possono rendere più difficile il concepimento, come nel caso dell'endometriosi.
Una volta iniziata la gravidanza, non c'è nessuna differenza tra una donna con utero anti-verso e un utero retro-verso, a parte una lieve sensazione di peso sul retto, che la donna potrebbe avvertire durante i primi mesi della gravidanza.
Ricordiamo infatti che in caso di gravidanza in presenza di utero retroverso, con il passare del tempo e parallelamente all'aumento del volume dell’utero quasi sempre l'utero tende a raddrizzarsi.
Non è necessaria una cura per l’utero retroverso, soprattutto se è una condizione anatomica normale. Semmai bisogna curare eventuali cause patologiche come l'endometriosi o le aderenze. Il medico potrebbe consigliare l'uso di pessari in silicone o plastica. Sono piccoli dispositivi che possono essere inseriti nella vagina per sostenere l'utero in posizione verticale.
In alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per riposizionare l'utero e ridurre o eliminare il dolore. Esistono diversi tipi di procedure: quella di sospensione uterina e quella di sollevamento.
Non c'è modo per prevenire il problema. Il trattamento precoce delle infezioni uterine o dell'endometriosi può ridurre le possibilità di un cambiamento nella posizione dell'utero.
Il quadro più frequente che si può verificare in caso di utero retroverso è la totale assenza di sintomi e disturbi, per cui non è necessaria nessuna terapia.
Tuttavia, in casi particolari di dolori o sensazioni di fastidio si può intervenire in uno dei seguenti modi, in base alle esigenze della singola donna:
Ovviamente, qualora ci siano sospetti o presenza di uno dei disturbi sopra detti, non è mai consigliato, né sicuro, procedere con l'automedicazione, ma occorre rivolgersi al proprio medico.
Fonti | Msd Manuals; Fondazione Veronesi; Formativezone; Ivi; Medical Imaging – Sanitaria Iodice
(Scritto da Valentina Rorato il 22 dicembre 2020,
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 23 agosto 2023)