Vajont, storia di una diga a fumetti

Vajont. Storia di una diga: la mano avida degli uomini e la natura che si ribella

Una graphic novel intensa e straziante in cui si racconta di una delle più grandi tragedie annunciate nella storia d’Italia. Le tavole in bianco e nero e i testi ricostruiscono la frana e l’immane catastrofe del 9 ottobre del 1963.
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Rubrica a cura di Francesca Camerino
31 Agosto 2021

“Hai visto?

Cosa?

La montagna si è mossa…

L’ho vista anch’io. Dici che ci siamo?”

La tragedia del Vajont poteva e doveva essere evitata. Perché fu una sciagura, non naturale, ma provocata dalle mani avide e sconsiderate degli uomini.

Una tragedia che nonostante siano passati molti anni (9 ottobre 1963) addolora ancora. Se ne parla, e questa volta se ne scrive ma in una graphic novel adatta a tutte le età. Per ricordare chi ne sa, e per informare chi non ne sa ancora nulla.

Si tratta di “Vajont, la storia di una diga”, una ricostruzione realizzata da Francesco Niccolini con i fumetti di Duccio Boscoli pubblicato da Becco Giallo nel 2013, a cinquant’anni dalla strage.

La storia emoziona ed inquieta allo stesso tempo. Grazie alla sceneggiatura del drammaturgo Nicolini, autore, tra l’altro, dei testi della versione tv del monologo di Marco Paolini (che è possibile seguire su YouTube). E grazie al tratto in bianco e nero di Boscoli che racconta di emozioni vere tratteggiate sul volto dei protagonisti: i pavidi professori, gli ingegneri senza scrupoli come l’Ing. Carlo Semenza dallo sguardo di ghiaccio, i suoi sottoposti incapaci di ribellarsi al potere, gli abitanti vittime inconsapevoli, il geometra Giancarlo Rittmeyer dallo sguardo atterrito prima di essere travolto.

Sembra un documentario su carta: lo scorrere delle tavole è un susseguirsi di momenti di tensione, dalle scosse di terremoto all’onda di acqua che scavalca la diga in cemento al confine tra Friuli e Veneto, travolgendo i paesi di Erto, Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo, Casso, Pineda, Longarone, Codissago, Castellavazzo, Villanuova, Pirago, Faè e Rivalta.

La natura non voleva tutto questo ma il monte Toc aveva preannunciato ciò che sarebbe accaduto. Invece gli uomini sono stati sordi e si sono resi colpevoli del genocidio di un’intera comunità.

Il romanzo a fumetti scava nella coscienza di tutti, e racconta alle nuove generazioni, ma non solo, quanto sia importante salvaguardare il nostro territorio, difendere le risorse naturali e il nostro (unico) pianeta. Per questo, bisogna combattere quotidianamente.

Credits: disegno in copertina di Viola Colombi

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Laureata in Lettere Moderne e giornalista pubblicista dal 2003, scrivo su tutto ciò che ruota intorno al fai da te, ai altro…