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Cervelletto: a cosa serve e quali patologie possono intaccarne il funzionamento

Il cervelletto svolge molte e importanti funzioni per il nostro organismo, principalmente quelle legate alla coordinazione dei movimenti e all’equilibrio: per questo motivo qualsiasi danno o patologia che lo riguarda può provocare seri problemi. Proviamo a capire a cosa serve e quali sintomi possono presentarsi quando si verifica un malfunzionamento.
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13 Ottobre 2022 * ultima modifica il 13/10/2022

Il cervelletto costituisce un 10% della massa del sistema nervoso centrale, ma contiene circa i due terzi di tutti i neuroni cerebrali.

Funzioni del cervelletto

Il termine cervelletto deriva dal latino cerebellum, ossia piccolo cervello: è uno dei componenti dell’encefalo che, insieme al midollo spinale, formano il sistema nervoso centrale. È costituito da due espansioni laterali, chiamate emisferi cerebellari, e una parte centrale, chiamata verme, ed è posto nella parte posteriore del cranio, al di sotto del cervello.

Riveste svariati ruoli molto importanti per il funzionamento del nostro organismo, soprattutto per la regolazione del movimento e nel controllo dell’equilibrio. Possiamo elencare così le sue vitali funzioni:

  • coordina l’andatura e i movimenti: permette ai diversi gruppi muscolari di collaborare e coordinarsi per riuscire a produrre movimenti fluidi;
  • mantiene la postura e l’equilibrio: compensa i cambiamenti del corpo e del carico sui muscoli per mantenere la postura;
  • apprendimento motorio: adatta e mette a punto programmi motori per eseguire i movimenti al meglio;
  • è coinvolto in funzioni cognitive come il linguaggio e la memoria.

Cosa succede se non funziona correttamente

Uno scorretto funzionamento del cervelletto può intaccare la capacità di controllare i movimenti, mantenere la postura e il coordinamento motorio: il cervelletto non dà l’input per l’inizio del movimento, ma è fondamentale per coordinare lo stesso, soprattutto la sua precisione, per rendere i movimenti più adattivi.

Il cervelletto riceve gli impulsi dal midollo spinale e dal cervello e li elabora per garantire al meglio un’ottimizzazione della capacità motoria: un suo malfunzionamento impedisce che tutto ciò accada, con gravi conseguenze.

Tra le conseguenze maggiori possiamo elencare i seguenti deficit:

  • nella coordinazione dei movimenti, che non risultano fluidi: si presenta un tremore quando si ha intenzione di produrre un movimento e vi è difficoltà ad eseguire diverse azioni alternate;
  • di equilibrio e postura;
  • nell’apprendimento motorio;
  • nel linguaggio;
  • nell’attenzione e memoria.
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Il cervelletto è fondamentale tra le altre cose per coordinare i movimenti e mantenere postura ed equilibrio.

Patologie e disturbi del cervelletto

Le patologie che possono colpire il cervelletto hanno diverse cause, principalmente riguardano malformazioni congenite o ereditarie, o condizioni acquisite che si possono anche presentare successivamente.

Tra le malformazioni congenite possiamo citare soprattutto la malformazione di Dandy-Walker, tra le cause principali di idrocefalo, e la sindrome di Arnold-Chiari. Tra le condizioni ereditarie troviamo varie atassie ereditarie, le più frequenti sono l’atassia di Friedreich e le atassie spinocerebellari (soprattutto l’atassia spinocerebellare di tipo 3).

Tra le condizioni acquisite che possono causare danni al cervelletto possiamo elencare:

  • degenerazione cerebellare alcolica: comune negli alcolisti, si assiste ad una degenerazione del cervelletto a causa dell’effetto tossico dell’alcol;
  • atrofia multisistemica;
  • sclerosi multipla;
  • tumori e ictus cerebrali;
  • traumi cranici;
  • malattie sistemiche come celiachia, ipotiroidismo, carenza di vitamina E o B1;
  • esposizione a tossine come monossido di carbonio, metalli pesanti o solventi;
  • alcuni farmaci (ad esempio anticonvulsivanti).

Sintomi

La sintomatologia che riguarda problematiche o patologie del cervelletto è varia, ma prevalentemente il sintomo maggiore è rappresentato dall’atassia, ossia una ridotta capacità di controllare i muscoli del proprio corpo quando si commettono movimenti volontari, come afferrare oggetti o semplicemente camminare; l’andatura appare instabile, può essere necessario doversi appoggiare per riuscire a spostarsi.

Gli altri sintomi che potrebbero presentarsi sono:

  • incapacità di eseguire in modo corretto sequenze di movimenti;
  • difficoltà nell’eseguire movimenti rapidi e mancanza della misura negli stessi, che risultano eccessivi o deficitari;
  • diminuzione del tono muscolare;
  • nistagmo, ossia un movimento involontario e ritmico degli occhi;
  • disartria, ossia l’incapacità di articolare bene la parola, e lentezza nella pronuncia;
  • tremore intenzionale (cioè quando si esegue un movimento) o posturale.
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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