Con le feste aumentano i casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini: come distinguerlo dall’influenza e dal Covid-19?

Tra l’11 e il 17 dicembre 2023 RespiVirNet ha certificato una situazione di allerta, con un aumento del numero di casi di Virus Respiratorio Sinciziale nella popolazione più piccola. Si tratta di un agente patogeno responsabile della bronchiolite acuta virale la cui sintomatologia può spesso confondersi con quella del Covid-19 o dell’influenza.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 27 Dicembre 2023
* ultima modifica il 27/12/2023

A Natale c’è l’influenza, che avanza ancora a passo un po’ rallentato, e ci sono le forme simil influenzali, quest’anno più rapide e presenti del solito.

Da qualche anno ci portiamo dietro Sars-CoV-2, che nonostante i vaccini, la fine dello stato di emergenza sanitaria e terapie sempre più efficaci non smette di diffondersi e contagiare.

E poi c’è anche lui, il virus respiratorio sinciziale: un agente virale tipico del periodo invernale, particolarmente aggressivo nei bambini più piccoli, specie quelli al primo anno di vita, e da qualche tempo pericoloso anche per quelli un po’ più grandi.

A questo proposito, l’andamento della settimana tra l’11 e il 17 dicembre 2023 fotografato dall’ultimo rapporto RespiVirNet certifica una situazione di allerta.

A ridosso del periodo delle festività natalizie, infatti, l’aumento dei casi di RSV sia stato netto: l’8,5% dei campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete è stato ritrovato positivo.

Non a caso, la Società Italiana di Pediatria ha chiesto di alzare la soglia di attenzione verso la sintomatologia legata a un’infezione da virus respiratorio sinciziale, in modo da tutelare i propri bambini.

Allo stesso tempo, però, restare vigili significa contribuire a contenere anche il numero di accessi ai pronto soccorso, già sommersi dal carico dovuto alle altre due infezioni, ovvero l’influenza e il Covid-19.

Tra starnuti, mal di testa, febbri e sedie vuote ai pranzi in famiglia, avrai notato anche tu che quest’anno sembra più facile ammalarsi.

Come puoi distinguere dunque se il tuo bambino è affetto da influenza, Covid-19 oppure se è stato contagiato da una forma di virus respiratorio sinciziale?

Prima di tutto, è bene conoscere i sintomi provocati da questo virus, che rappresenta il principale responsabile della bronchiolite acuta virale, ovvero la più frequente patologia infettiva nei bambini al primo anno di vita oltreché la prima causa di ospedalizzazione nei lattanti.

Dopo un tempo di incubazione di circa 5 giorni, l’infezione da RSV si manifesta con raffreddore, febbre, tosse secca e scarso appetito.

L’inappetenza, che può essere totale o anche parziale, è un sintomo specifico estremamente importante e da tenere bene a mente. La diminuzione della fame e quindi la riduzione dell’alimentazione rappresentano infatti le prime avvisaglie di potenziali problemi respiratori seri.

Il RSV, differentemente da altri agenti patogeni, non è in grado di conferire immunità a chi lo contrae ed è per questo che un bambino può infettarsi e ammalarsi più di una volta nella stessa stagione, soprattutto se frequentemente a contatto con fratelli o genitori malati o influenzati.

Siccome la principale via di diffusione è il contatto diretto tra superfici infette (giocattoli, tavoli, maniglie di porte, oggetti di vario tipo), e le mani che i bambini portano spessissimo alla bocca, la prima forma di prevenzione è quella di tenerlo alla larga da parenti o familiari raffreddati o ammalati, lavarsi e fargli lavare spesso le mani.

La sintomatologia di un’infezione da virus respiratorio sinciziale e quella da Sars-CoV-2 sono facilmente confondibili: distinguere una o l’altra condizione è relativamente semplice perché prevede di sottoporre il proprio bambino a un test antigenico rapido.

In questo modo puoi scoprire se effettivamente è positivo o meno e in base all’esito, potrai valutare insieme al tuo pediatra il percorso terapeutico migliore da perseguire.

La stessa sovrapposizione di sintomi può avvenire anche con l’influenza. In molti di questi casi, però, la terapia è la medesima, specialmente se l’infezione da RSV sarà di scarsa gravità. Quindi antipiretici o antinfiammatori.

Per riconoscere un’infezione da RSV rispetto a una “normale” influenza serve una diagnosi precisa, che si può ottenere con esami di laboratorio per identificare il virus vivo nelle secrezioni respiratorie, oppure attraverso un test diagnostico molecolare per la ricerca del materiale genetico, come la reverse transcription PCR.

Anche in questo caso però è fondamentale il lavaggio delle mani, la frequente areazione degli ambienti domestici, soprattutto in presenza di genitori o parenti ammalati e, in qualche caso, anche l’uso di dispositivi di protezione individuale come le mascherine.

Fonte | Gruppo San Donato; Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.