Sulla correlazione tra il nuovo Sars-Cov-2 e una forma più aggressiva della Sindrome di Kawasaki nei bambini è intervenuta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Si tratta di una condizione infiammatoria multisistemica con alcune caratteristiche simili a quelle della malattia di Kawasaki e della sindrome da shock tossico. È urgente approfondire il legame con il virus”. Ti avevamo raccontato che nell’ultimo mese era stato registrato un aumento di casi di bambini affetti dalla Sindrome. Nel mondo, secondo l’Unione Europea, i casi totali ad oggi sarebbero 230, in Italia, più precisamente a Bergamo e a Genova, sono stati registrati meno di 30 casi.
I pediatri bergamaschi, sotto la guida del direttore del reparto Lorenzo D’Antiga, hanno recentemente pubblicato uno studio secondo cui il Coronavirus sarebbe il responsabile effettivo di questa “Kawasaki-like”: ovvero una malattia molto simile a quella di Kawasaki ma che comporta anche un “interessamento cardiocircolatorio”. L’allerta dall’Italia si era poi spostata in Inghilterra ma mentre nel nostro Paese tutti i piccoli pazienti sono stati curati e guariti, in Europa e nel mondo si sono purtroppo verificati dei decessi: uno in Uk, uno in Francia e tre a New York.
Il direttore della Clinica Pediatrica e Reumatologia dell’Istituto Gaslini di Genova Angelo Ravelli ci aveva spiegato che, sebbene non sia ancora chiara né la correlazione tra il virus e la malattia né il grado di mortalità, la causa potrebbe essere la relazione fra la risposta immunitaria anomala da Sars-Cov-2 e una predisposizione genetica. In questo contesto è quindi intervenuta l’Oms, ribadendo la necessità di “raccogliere dati standardizzati che descrivano presentazioni cliniche, gravità, esiti ed epidemiologi”.
A richiamare l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono stati i rapporti provenienti dall’Europa, con l’Italia in prima fila insieme alla Francia, dall’Inghilterra e quelli dal Nord America. Qui si legge di gruppi di bambini e adolescenti ricoverati in terapia intensiva con quella che l’Oms definisce “una condizione infiammatoria multisistemica” con affinità sia con la Kawasaki che con la sindrome da shock tossico. Siccome i test di laboratorio, tamponi o sierologici, hanno mostrato una correlazione con il Coronavirus, l’Oms ha sviluppato “una definizione del caso preliminare e un modulo di segnalazione del caso per il disturbo infiammatorio multisistemico nei bambini e negli adolescenti”.
L'identikit del caso preliminare serve per identificare i casi sospetti o confermati “sia allo scopo di fornire cure sia per la segnalazione e la sorveglianza provvisoria”. La strategia, dunque, è quella di raccogliere dati che possano inquadrare la situazione dal punto di vista della sintomatologia clinica, della gravità della patologia e degli esiti epidemiologici.
Per identificare i primi segnali di quella che potrebbe essere la “condizione infiammatoria multisistemica”, l’OMS ha delirano una serie di “indizi” a cui stare attenti:
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dunque, la raccolta dati sarà necessaria e decisiva per poter analizzare la situazione e poter trarre conclusioni certe. A livello italiano, è ciò che sta già mettendo in campo la Società Italiana di Pediatria. Ce lo ha confermato il professor Angelo Ravelli: “In Italia stiamo raccogliendo i dati provenienti da tutte le segnalazioni. Stimiamo che tra la fine di maggio e l’inizio di giugno dovremo avere circa 100-120 casi che potremo analizzare. A quel punto si potranno fare ragionamenti diversi e si potrà capire meglio la correlazione tra su questa simil-Kawasaki e il Coronavirus".
Fonti | Organizzazione Mondiale della Sanità; Unione Europea