Global Tax, Pista da Bob, Silicon Valley, Litio e Stoccolma: Scopri le 5 buone notizie della settimana

Dalla Global tax per le multinazionali, alla pubblicazione obbligatoria delle emissioni per la Silicon Valley, passando per il litio in Nevada e il divieto di auto a diesel e benzina a Stoccolma.Ecco le ultime novità green e sostenibili per l’ambiente della scorsa settimana (13 ottobre – 19 ottobre 2023)
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
19 Ottobre 2023

La global minimum tax per le multinazionali è stata approvata dal governo Meloni

La tassa sulle multinazionali sembra essere divenuta realtà. Utilizziamo ancora il condizionale perchè l'ufficialità si potrà dare solamente a partire dal 1 gennaio del 2024, ma la strada sembra portare in quella direzione. Infatti il governo italiano ha recepito con legge la direttiva europea di qualche anno fa (2022/2523) che indicava a ogni Stato membro di inserire una "global minimum tax'‘ per le multinazionali.

In pratica ogni multinazionale dovrà pagare il 15% effettivo del reddito. La Global tax riguarderà le imprese con fatturato superiore ai 750 milioni di euro l’anno e che pagano oggi un’imposta inferiore all'aliquota adesso stabilita. Nel territorio Ue esistono infatti quattro Stati con aliquote inferiori a quella percentuale: Ungheria (9%), Bulgaria (10%), Cipro (12,5%) e Irlanda (12,5%). Proprio a Dublino, se ti ricordi, hanno registrato la propria sede europea diverse grandi aziende tecnologiche tra cui spicca Meta (che controlla Facebook, Instagram, Messenger e Whatsapp).

La nuova pista da bob per le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 non si farà

Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi invernali, un evento sarà disputato fuori dai confini del Paese ospitante. A quasi due anni dai giochi di Milano Cortina 2026 è stata confermata la rinuncia, da parte del governo italiano, a costruire il "Cortina sliding center", ovvero un impianto sportivo che avrebbe permesso lo svolgimento di gare di: skeleton, slittino e bob.

Si tratta di una scelta dettata solamente per questioni ambientali e, forse, fino a qualche anno fa tutto questo poteva suonare come una disfatta sia sportiva sia di credibilità di un Paese. Adesso invece potrebbe essere considerato come un atto di forza e un messaggio politico da voler lanciare al mondo per far capire come l'ambiente e il paesaggio viene prima di tutto il resto. Ancor di più quando quel che si andrebbe a costruire avrebbe un grande impatto ambientale sull'ecosistema e verrebbe usato solamente per svolgere poche gare internazionali.

Questo lo diciamo perchè è proprio quello che era stato pensato per il centro di Cortina: 4 gare a febbraio del 2026 (per soli 40 atleti) dal costo di 124 milioni di euro e una deforestazione di oltre 25mila metri quadri di vegetazione (secondo i dati del Club alpino italiano – Cai), niente più. Per non parlare anche dei 3mila metri cubi d'acqua da dover prelevare dalle riserve comunali per la formazione del ghiaccio. Dall'impatto paesaggistico, poi, sottraiamo quello emissivo della costruzione dell'impianto.

Insomma, un danno troppo grande, oltre che un dispendio economico gravoso viste le poche attività sportive. Tutti fattori che si scontrerebbero anche con il messaggio di fondo che queste Olimpiadi vogliono lanciare, ovvero: "Le Olimpiadi più sostenibili di sempre".

In Nevada potrebbe esserci la più grande riserva di litio al mondo

Per ora sono solo ipotesi, ma a quanto pare le scienziate e gli scienziati americani sono quasi certi: nella Caldera McDermitt ci sarebbe la più grande riserva di litio al mondo. Le supposizioni si basano su stime e rilevamenti che vanno avanti dagli anni Settanta e che riguardano l'interno di un antico super-vulcano che si trova lungo il confine tra Nevada e Oregon.

sta avendo molta risonanza quella pubblicata nel 2023 su Science Daily, che stima che nella cavità del super vulcano della Caldera McDermitt (che si formò 16 milioni di anni fa proprio in seguito a un'eruzione) ci siano dai 20 ai 40 milioni di tonnellate di litio.

Geologi e geologhe sono così sicuri perché le loro ipotesi si basano su stime e confronti sui campioni.

In particolare, mettendo in relazione le quantità di litio trovate nelle saline boliviane sembrano essere la metà rispetto a quelle rilevate in Nevada. Un dato significativo, se si considera che fino a poco tempo fa queste saline della Bolivia detenevano il record proprio riguardo all'abbondanza di litio.

Stoccolma vieta le auto a benzina e diesel in centro città

Stoccolma, capitale della Svezia, ha annunciato che vieterà l'accesso alle auto a benzina e diesel in alcune zone chiave del centro città a partire dal 2025. L'obiettivo è migliorare la qualità dell'aria e ridurre il rumore del traffico.

Il piano prevede l'introduzione di una zona ambientale in 20 isolati del centro di Stoccolma, che copre le vie dello shopping di alto livello e alcuni degli immobili per uffici più costosi della Svezia.

Il partito dei Verdi, che fa parte della coalizione di sinistra e ambientalista al governo comunale, spera che ciò possa aumentare la velocità con cui le persone sostituiscono le auto con motore a combustione con quelle elettriche. “Oggi l'aria di Stoccolma causa problemi polmonari ai bambini e morte prematura agli anziani. È una situazione assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato in un comunicato il vice-sindaco del Partito Verde per i Trasporti Lars Stromgren.

Una “zona ambientale di classe 3” consente principalmente la circolazione di auto completamente elettriche. Fanno eccezione i furgoni più grandi, per i quali il regolamento prevede l'utilizzo di veicoli ibridi plug-in. Alcuni veicoli sono esenti dal regolamento, tra cui le ambulanze e i veicoli della polizia, nonché le auto in cui il conducente o un passeggero ha una disabilità documentata. Il piano prevede un'ulteriore espansione della zona ambientale dopo il primo rodaggio.

Stoccolma sarà, così, la prima città svedese a introdurre la zona ambientale di classe 3. Si tratta di un passo importante nella lotta all'inquinamento atmosferico. Come è noto, le auto a benzina e diesel sono tra le principali fonti di emissioni di particolato e ossidi di azoto, che possono avere gravi conseguenze sulla salute umana.

Le aziende della Silicon Valley dovranno rendere pubbliche le loro emissioni

Padre tempo opera in silenzio, anche se in questo caso, e finalmente possiamo dirlo, un pizzico di volontà umana c'è e menomale. Ti sto parlando di quello che d'ora in avanti saranno costretti a fare alcune delle più grandi aziende, sia pubbliche, sia private, con sede in California: pubblicare tutte le loro emissioni di gas serra, comprese anche quelle derivanti dalle catene di approvvigionamento. Saranno presto tenute a tracciare e segnalare anche viaggi di lavoro, spostamenti dei dipendenti e l'utilità dei prodotti che vengono venduti. In sostanza il modo in cui i clienti utilizzano i propri servizi.

Ciò significa che le compagnie petrolifere e del gas come Chevron ed Exxon dovranno probabilmente tenere conto delle emissioni dei veicoli che utilizzano la loro benzina, e Apple dovrà tenere conto dei materiali che entrano negli IPhoneMicrosoft dovrà analizzare il suo inquinamento digitale e Patagonia la qualità e produzione dei suoi vestiti. Ti parlo nello specifico di queste aziende, perchè sono tra le più importanti che hanno accettato di rendere pubblici i loro tracciamenti sulle emissioni.

Questa non è stata una decisione presa autonomamente dalle aziende o presa anche dal Presidente americano Biden, bensì dal governatore della California Gavin Newsom, il quale ha firmato due nuovi emendamenti in legge. Entrambi il 7 ottobre 2023. In base al nuovo Climate Corporate Data Accountability Act , le aziende statunitensi con un fatturato annuo pari o superiore a 1 miliardo di dollari dovranno segnalare le proprie emissioni di gas serra sia dirette che indirette a partire dal 2026 e dal 2027. 

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…