Un passo fondamentale, storico e importante a livello mondiale. Una scelta voluta da tutta la popolazione e non imposta esclusivamente dalle istituzione, segno quindi che l'attenzione verso la natura e la crisi climatica cresce sempre più.
Ti sto parlando di quello che è accaduto recentemente in Ecuador. Grazie a un referendum sottoposto agli elettori del Paese, domenica 20 agosto, la nazione dell'America Latina ha votato a favore dello stop definitivo alle trivellazioni e estrazioni di petrolio nella riserva di Yasunì; piena foresta Amazzonica. Vittoria con il 58.9% dei voti. Vittoria accolta con entusiasmo dalle popolazioni indigene, dai partiti e associazioni ambientaliste, ma vittoria di tutta la Nazione.
Il referendum era stato indetto dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 maggio in quanto le istituzioni erano divise sulla scelta da intraprendere in una specifica area dell'Amazzonia. Una zona dove è presente un giacimento di petrolio, ma anche dove sono presenti numerose specie vegetali e animali. Si è venuta a formare una lotta politica dove da un lato si difendeva la biodiversità e dall'altro gli interessi economici.
Reti da pesca e trappole illegali posizionate da pescatori che avevano catturato centinaia di creature marine. Questo è quanto ha denunciato Sea Shepherd Conservation Society, organizzazione senza scopo di lucro che si occupa della salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini. L'operazione si è svolta nelle acque dell'arcipelago toscano, in cui, 64 boe prive di ogni tipo di dispositivo identificativo, sono state avvistate e segnalate alle autorità marittime nei pressi dello scoglio Africa, nei confini occidentali dell’Area Marina Protetta dell’isola di Montecristo. Il team Sea Shepherd a bordo della Sea Eagle, con l’autorizzazione della Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto di Livorno, ha rimosso 47 trappole e 6 reti per un totale di 3.774 mq, confermate poi essere illegali.
Tantissimi gli animali marini trovati morti nelle reti non a norma, solo 135 quelli ancora vivi che sono stati liberati e riconsegnati al loro habitat, tra i quali scorfani, granchi, polpi e murene. Le trappole sono state, invece, consegnate nelle mani della Guardia di Finanza. "Materiale che non ucciderà più il nostro mare, già soffocato dalla plastica e sfruttato oltre i limiti della sopravvivenza" ha commentato Sea Shepherd Italia.
Il governatore di Giacarta, capitale dell'Indonesia, ha emesso un decreto che impone a tutti i dipendenti pubblici di adottare il lavoro da remoto per un periodo di due mesi. Questa misura è stata adottata con l'obiettivo di mitigare l'elevato livello di inquinamento atmosferico che si è aggravato nelle ultime settimane nella città.
Attualmente, secondo i dati a disposizione, Giacarta è classificata come la città più inquinata al mondo, con gravi conseguenze sulla salute dei suoi oltre 10 milioni di abitanti.
La situazione di Giacarta è già critica da diverso tempo, caratterizzata da problemi persistenti quali inquinamento atmosferico, congestione del traffico, carenza di parchi e spazi culturali, frequenti inondazioni e il graduale sprofondamento della città in alcune zone, con un tasso di subsidenza – ovvero di sprofondamento – che raggiunge anche i 25 centimetri all'anno.
Attualmente allora metà dei dipendenti pubblici hanno iniziato a lavorare da casa a partire dal 21 agosto, mentre gli altri seguiranno a partire dall'inizio di settembre, e tutti continueranno il lavoro da casa fino al 21 ottobre, salvo ulteriori direttive.
Si tratta della Plastic Cup, un concorso che dal 2013, ogni anno serve per ripulire il fiume Tibisco in Ungheria. In cambio offre un premio di 727mila libbre a chi raccoglie più rifiuti. Una sorta di gara a chi pulisce prima e di più.
E plastica, polistirolo e tanta altra spazzatura, ormai da anni, stanno inglobando il fiume ungherese, al punto tale da essere al centro di questa campagna e attività di recupero dei rifiuti.
Pensa che, secondo quanto riferiscono i membri della Plastic Cup, in 10 anni sono stati raccolti 330mila tonnellate di rifiuti. Quest'anno, in soli dieci giorni, è stata rimossa una tonnellata dal corso d'acqua e a mano. A compiere questa azione partecipavano circa 150 persone, di tutte l'età.
La direzione della Plastic Cup stima di aver rimosso quasi 4 milioni di bottiglie di plastica dai corsi d’acqua ungheresi e che tutti i materiali riciclabili – circa il 60% di ciò che raccolgono. Gergely Hanko, ingegnere ambientalista e leader del progetto Plastic Cup ha parlato del danno alla biodiversità animale del fiume, un danno causato dalle microplastiche.
Secondo uno studio portato a termine sul fiume Tibisco si indica che le microplastiche sono presenti in quantità pari a 3-4.000 frammenti per chilogrammo di sedimento, una cifra che secondo gli autori dello studio è superiore a quella del fiume Gange in India, spesso pubblicizzato come uno dei più inquinati al mondo.
Dopo i violenti temporali e nubifragi di luglio che hanno colpito la città di Milano il Comune sta provando in tutti i modi a ripristinare parchi e spazi verdi ancora non sicuri. Alberi caduti o pericolanti da rimuovere, questa una delle principali azioni che la Giunta continua a svolgere da inizio agosto, ma adesso chiede un aiuto direttamente ai cittadini.
Adesso, dal 28 agosto chiunque lo desidererà potrà offrire il proprio contributo nelle attività di raccolta, pulizia e ripristino di foglie, e rami e detriti e, in generale, in attività di pulizia e ripristino delle aree verdi e dei parchi cittadini dopo gli interventi di messa in sicurezza.
L’intervento si propone di valorizzare l’appartenenza al territorio dei cittadini e la loro presenza quotidiana in città, attraverso attività di volontariato civico occasionale, volto al miglioramento del benessere di chi abita la città di Milano.
I volontari saranno impegnati per la raccolta di foglie e rami e detriti e, in generale in attività di pulizia e ripristino delle aree verdi nell’ambito dei parchi cittadini dopo gli interventi di messa in sicurezza.