La disfunzione delle ghiandole di Meibomio: quali sono i sintomi di un problema comune di cui si parla poco

Hai spesso gli occhi secchi e doloranti? Potresti soffrire di un malfunzionamento delle ghiandole di Meibomio. Ma cosa sono e a cosa servono queste ghiandole?
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Valentina Danesi 12 Aprile 2023
* ultima modifica il 12/04/2023

Sai a cosa servono e dove si trovano nel tuo corpo le ghiandole di Meibomio? Si tratta di ghiandole che secernono secrezioni di lipidi sulla superficie del tuo occhio. In questo modo le lacrime non evaporeranno troppo velocemente e tu non rischierai di soffrire di occhio secco. Eppure, la disfunzione delle ghiandole di Meibomio (DGM) è uno dei problemi più comuni e di cui si parla meno. Si verifica quando subentra un'anomalia nel loro funzionamento che le porta a secernere una minore quantità di lipidi. Spesso questa condizione è anche associata alla blefarite, un'infiammazione che colpisce le palpebre.

Cosa sono e a cosa servono

Le ghiandole di Meibomio sono posizionate nelle tue palpebre. Per la precisione, se ne trovano tra le 25 e le 40 in quella superiore e tra le 20 e le 30 in quella inferiore. La loro funzione è appunto quella di produrre lo strato lipidico del tuo film lacrimale ed è molto importante perché si previene così la secchezza oculare e si difende meglio l'epitelio corneale, quella sottilissima membrana che ricopre la parte esterna della cornea.

Si chiamano così dal nome del medico tedesco che per primo le aveva descritte nel 1666: Heinrich Meibom.

Cos’è la DGM 

Con il termine "disfunzione" si intende il mancato o parziale funzionamento delle ghiandole. Si tratta, più precisamente, di un'infiammazione cronica e diffusa che provoca l'ostruzione dei dotti lacrimali oppure l'incapacità da parte delle ghiandole di secernere il liquido. La prima conseguenza è che l'occhio non risulta ben lubrificato e ben protetto. Come mai questo è un problema?

Perché se il film lacrimale evapora più rapidamente di quanto dovrebbe, è più facile che insorga una condizione di secchezza oculare. Altre conseguenze riguardano l'infiammazione del bordo della palpebra, ovvero la blefarite, e la possibile formazione di piccole cisti nella palpebra superiore o inferiore, cioè la calazio.

Le cause

Le possibili cause della disfunzione delle ghiandole di Meibomio sono:

  • allergie o congiuntiviti che alterano la quantità del film lacrimale
  • infezioni batteriche o virali
  • problemi oculari come la ptosi del bordo palpebrale inferiore.

I sintomi

I sintomi che ti possono far sospettare della presenza di una disfunzione alle ghiandole di Meibomio sono:

  • rossore agli occhi
  • sensazione di sabbia negli occhi
  • prurito agli occhi
  • visione sfocata.

La diagnosi

Per la diagnosi di disfunzione delle ghiandole di Meibomio è sufficiente una visita dal tuo oculusta. In caso abbia necessità di effettuare ulteriori verifiche potrebbe sottoporti al test del "tempo di rottura del film lacrimale” (TBUT, Tear Break Up Time). Non si tratta di un esame invasivo o doloroso: viene applicato del colorante apposito sulla superficie dell'occhio, dopodiché lo specialista osserverà con una luce specifica in quanto tempo il tuo film lacrimale perde la stabilità.

La cura

Una volta si usavano impacchi medici per cercare di liberare le ghiandole, ma sono risultati insufficienti per una completa guarigione. Un’altra opzione consiste nell’analizzare le ghiandole di Meibomio, attraverso un collirio anestetizzante che serve per dilatare le aperture delle ghiandole.

In generale esistono però nuove metodologie, come la pulsazione termica (che grazie al calore sciogli e i depositi che bloccano le ghiandole); o i sistemi di trattamento con calore e pressione che utilizzano il calore del Led per sciogliere i residui cerosi.

Dobbiamo dire che anche gli impacchi riscaldanti monouso possono aiutare ad alleviare il problema, almeno momentaneamente in attesa di una vera e propria terapia. Infine, si può ricorrere alla terapia a luce pulsata per alleviare i sintomi della DGM e della secchezza oculare. Bastano venti minuti per volta e il trattamento va ripetuto per alcune volte a distanza di un mese l'una dall'altra.

Fonte|Mater Domini 

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