Ora è per sempre: la ricetta elettronica diventa permanente. L’annuncio arriva dal ministro della Salute Orazio Schillaci dopo l’approvazione da parte del Cdm del Dl Semplificazioni.
“Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe” ha spiegato Schillaci, aprendo quindi la strada a una piccola grande rivoluzione che consentirà a medici e cittadini di vivere con un po’ più facilità – e serenità – la gestione di malattie e disturbi, sia acuti che cronici.
Pensato e introdotto durante le fasi più dure della pandemia da Covid-19 per evitare che pericolosi assembramenti e code negli ambulatori, il sistema della ricetta dematerializzata prevede la possibilità di inviare ricette per farmaci ed esami direttamente sul cellulare o via mail, con un promemoria da mostrare direttamente in farmacia.
La ricetta elettronica ha sicuramente semplificato il lavoro dei medici di famiglia ma con l’allentamento delle restrizioni introdotte per contenere i contagi e la fine dello stato di emergenza, anche questa misura era pronta ad andare in pensione lo scorso gennaio scorso, ma dopo le proteste di medici e farmacisti, il Governo aveva deciso per una proroga per tutto il 2023, poi estesa fino alla fine del 2024.
Ora, invece, non ne faremo più a meno. Anche perché in poco tempo ha trovato il forte consenso degli stessi cittadini, agevolati non poco nella gestione delle proprio condizioni croniche.
A questo proposito, il ministro Schillaci ha annunciato anche un’altra novità. Per tutti i pazienti cronici, la ricetta dematerializzata avrà una validità di un anno e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia.
“Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci” ha aggiunto Schillaci, spiegando l’enorme portata di questa misura per questi pazienti cronici, spesso anziani, affetti da più di una patologia, non autosufficienti o quindi con grosse difficoltà a spostarsi.
Fonte | Governo