Laparocele incarcerato: cos’è, quali sono i sintomi e come funziona l’intervento

Il laparocele è un’ernia che si verifica sulla cicatrice di un precedente intervento all’addome, per questo motivo si parla anche di laparocele addominale. Si dice “incarcerato” quando alla parte erniata non arriva sangue a sufficienza. Tra le possibili complicanze troviamo: occlusione intestinale, ulcera dei tessuti e ischemia.
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Giulia Dallagiovanna 7 Giugno 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

Il laparocele è un'ernia che si forma sulla cicatrice riportata dopo un intervento di chirurgia addominale. Si parla di laparocele incarcerato quando la formazione si ingrandisce e si strozza, impedendo a sangue e ossigeno di raggiungere la zona erniata. Si può verificare poco tempo dopo l'operazione oppure a distanza di anni e per risolverlo è necessario un intervento chirurgico in laparoscopia o, nei casi più gravi, laparotomia della durata di circa 2 o 3 ore. Proviamo a capire qualcosa in più.

Cos'è

Il laparocele è, appunto, un'ernia che si può formare sulla cicatrice riportata in seguito a un intervento sulla parete addominale. Per questo motivo, può chiamarsi anche laparocele addominale o laparocele ombelicale. Insorge soprattutto dopo una laparotomia, quella che si poteva chiamare "operazione a cielo aperto", dove è necessario praticare un'incisione sull'addome della lunghezza di qualche centimetro.

In circa il 10% dei casi, la cicatrizzazione dei tessuti non avviene correttamente e si verifica un cedimento della parete muscolare o comunque si creano delle zone di minor resistenza che si allargano progressivamente e permettono la formazione del laparocele. Da questo cedimento fuoriesce il peritoneo, che di norma ha il compito di separare gli organi interni dalla parete addominale.

Va detto che oggi è sempre più raro che si verifichi questa complicanza grazie al maggior utilizzo della chirurgia laparoscopica, che è meno invasiva rispetto alle metodologie tradizionali. Fattori di rischio che ne influenzano la comparsa sono però:

  • età avanzata
  • sovrappeso o obesità
  • ripetuti sforzi fisici addominali
  • processi cicatriziali lunghi dovuti ad esempio a diabete o altre patologie
  • ripetuti interventi addominali

Prende il nome di incarcerato quando l'apporto di sangue, e di ossigeno, che arriva alla zona con l'ernia è insufficiente al punto da rischiare gravi conseguenze per l'intestino.

I sintomi

Il laparocele in un primo momento può anche risultare asintomatico. È però visibile fin da subito e soprattutto lo puoi percepire al tatto. Successivamente, a mano a mano che avanza, i sintomi che insorgono sono:

  • dolore, che aumenta in caso di sforzi come camminate, ma anche colpi di tosse forti o starnuti
  • sensazione di fastidio a livello della cicatrice
  • nausea e vomito

Se poi l'ernia non si riassorbe, può insorgere un'occlusione intestinale con sofferenza vascolare. In altre parole, un'ischemia a livello intestinale. Se poi non si interviene chirurgicamente sul laparocele, può presentarsi un'ulcera dei tessuti che peggiore la situazione e rende l'operazione più complicata.

Le cause

Oltre ai fattori di rischio, altre cause di insorgenza del laparocele in seguito a un intervento in laparotomia possono essere:

  • infezioni nella zona dell'incisione
  • traumi
  • lassità delle strutture muscolari
  • broncopneumopatie croniche ostruttive che si manifestano con colpi di tosse violenti e frequenti che coinvolgono i muscoli dell'addome

La cura e l'intervento chirurgico

Per quanto riguarda la cura del laparocele, il chirurgo potrebbe tentare di riportare in sede il contenuto dell'ernia attraverso degli interventi manuali, ma quando questo non è possibile o quando il laparocele è incarcerato, si deve procedere con un intervento d'urgenza. Di norma, si opera subito dopo la diagnosi.

Nella maggior parte dei casi si procede con una laparoscopia: si praticano tre incisioni piccole, in modo da inserire gli strumenti e una telecamera per controllare la procedura dall'esterno. Se però l'ernia è diventata troppo grande, si deve procedere necessariamente in laparotomia, praticando un'ampia incisione addominale.

L'operazione si esegue in ogni caso in anestesia generale e dura tra le 2 e le 3 ore. Le dimissioni avvengono dopo un ricovero di due giorni e il paziente dovrà poi evitare sforzi fisici per i successivi 15 giorni, oltre a indossare una fascia elastica contenitiva sull'addome per un mese.

Fonte| Policlinico Gemelli

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