Lo scompenso cardiaco: cosa accade al tuo cuore e come si cura

Scompenso cardiaco significa che il cuore non è più in grado di fungere da pompa e quindi non riesce ad irrorare di sangue tutti gli organi. La malattia può essere asintomatica, ovvero non mostrare sintomi, e può verificarsi a qualsiasi età e avere cause diverse. Non è, però, un infarto. Scopriamo allora la differenza.
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Valentina Danesi 9 Novembre 2020
* ultima modifica il 05/03/2021
Con la collaborazione del Prof. Marco Guazzi responsabile cardiologia universitaria e dello scompenso cardiaco, IRCCS Policlinico San Donato (Milano)

Lo scompenso cardiaco non è altro che l’incapacità del cuore di svolgere la sua normale funzione di pompa del sangue. Questo muscolo, contraendosi e rilassandosi, spinge il sangue in tutto il corpo e lo invia ai diversi organi. In sostanza è una pompa perfetta. Con lo scompenso cardiaco questi movimenti perdono il loro ritmo naturale e l'organo non si contrae nel modo corretto: la pompa non funziona bene. È un problema che va riconosciuto immediatamente perché può essere molto pericoloso, ma non è da confondere con l’infarto.

Cos’è

Il tuo cuore è come se fosse una macchina composta da due scomparti:

  • atrio e ventricolo destro
  • atrio e ventricolo sinistro

Il primo riceve il sangue con una bassa concentrazione di ossigeno dalle vene, lo invia ai polmoni per ricevere ossigeno. Da qui passerà al lato sinistro che lo spedirà al resto degli organi. La coordinazione di questi due movimenti è quindi fondamentale per svolgere correttamente questo compito, il cui scopo è mantenere in vita il tuo corpo. Se le contrazioni del cuore si alterano, l'intero sistema si inceppa e si parla di scompenso cardiaco. Inoltre, se il cuore non riesce a pompare il sangue in modo corretto, significa che non ne arriverà a sufficienza dalla periferia del tuo corpo e non ne verrà emessa una quantità adatta ad irrorare tutti gli organi. Allo stesso tempo, si formeranno accumuli di sangue. Per semplificare, il tuo corpo non viene ossigenato a sufficienza.

Le cause 

Una delle cause dello scompenso cardiaco potrebbe essere l’infarto miocardico, che si verifica quando un'arteria coronarica si ottura e si crea un danno al miocardio, il tessuto che riveste il cuore. Questo episodio può lasciare una sorta di cicatrice sul muscolo che, anche a distanza di tempo, può causarti problemi. È però importante che tu sappia che lo scompenso cardiaco è un risultato comune a molte malattie del cuore anche molto diverse tra loro. Ecco alcune tra le cause più frequenti:

Ce ne sono poi altre meno diffuse come:

  • una malattia del muscolo cardiaco che può portare alla miocardite
  • una malattia delle valvole che causa insufficienza valvolare
  • eventuali accumuli di sostanze nelle pareti del cuore o un aumento dello spessore delle pareti
  • malformazioni congenite

I sintomi

Ecco quali sono i segnali che ti devono far pensare allo scompenso cardiaco:

  • dispnea (ossia il fiato corto)
  • senso di stanchezza ricorrente
  • edema agli arti inferiori, ossia il ristagno di liquidi che provoca gonfiore, in particolare alle caviglie

A questi sintomi principali poi si possono aggiungere:

  • tosse insistente
  • calo dell'appetito
  • perdita di peso
  • tachicardia o palpitazioni

È fondamentale ascoltare il tuo corpo e riconoscere questi segnali in tempo perché, se ignorato, lo scompenso peggiora gradualmente e può anche portare alla morte.

La diagnosi

Se hai i sintomi tipici dello scompenso la prima cosa che faranno i medici sarà dare un’occhiata alla tua storia clinica. Procederanno poi con prove di funzionalità respiratoria a cui dovrai sottoporti. Subito dopo, di norma, ti verrà fatto un elettrocardiogramma (un test che registra il ritmo del cuore), un ecocardiogramma (un’ecografia del cuore) e una radiografia del torace. In questo modo verrà visualizzato lo stato del muscolo cardiaco nonché le sue funzionalità.

Nel frattempo, ti verranno anche fatte delle analisi del sangue per verificare se soffri di anemia, ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete e altre patologie che si possono associare allo scompenso cardiaco. Durante queste indagini verrà anche misurata la quantità di peptide natriuretico, una sostanza che il miocardio rilascia nel sangue solo in presenza di una condizione di stress per il cuore. Se questi livelli sono alti lo scompenso è grave, se sono bassi può invece essere considerato sia moderato che lieve. È importante diagnosticare lo scompenso non solo per trattarlo rapidamente, ma anche per comprendere quale possa essere la causa che l’ha provocato. E quindi se soffri o hai sofferto di problemi cardiaci, anche a tua insaputa.

La cura

La terapia farmacologica che ti può venire prescritta varia da soggetto a soggetto e viene pensata in base alla causa scatenante. Ecco però i principali farmaci:

  • ACE-inibitori
  • beta-bloccanti
  • diuretici
  • ivabradina
  • anticoagulanti
  • antipiastrinici (o antiaggreganti piastrinici)
  • idralazina con nitratistatine

Un aspetto delicato per il cardiologo sarà scegliere il dosaggio giusto e specifico per il tuo caso.

Il parere dell'esperto

Abbiamo intervistato il professor Marco Guazzi, responsabile cardiologia universitaria e dello scompenso cardiaco, IRCCS Policlinico San Donato, Milano e gli abbiamo chiesto qual è il legame tra Covid-19 e scompenso cardiaco, quali sono le conseguenze dell’infezione sul cuore e se il cuore si è “abituato” con il tempo a questo nuovo virus.

Questo virus crea un danno sfavorevole in chi ha già lo scompenso cardiaco, producendo un peggioramento del quadro clinico generale e un deterioramento multiorgano, proprio perché lo scompenso non riguarda solo il cuore. Per quanto riguarda le forme che invece si manifestano per la prima volta, in chi non ha mai avuto sintomi di scompenso prima e che sviluppa scompenso cardiaco tempo dopo la infezione di SARS-Cov-2, la statistica non è ancora chiara ma è molto verosimile che l’infezione contribuisca ad aumentare la normale incidenza di nuovi casi. Si possono mostrare segni di compenso dopo alcuni mesi dalla guarigione da Covid-19 ma non è provato che questo possa essere causato dalla contrazione del virus o se, invece, il soggetto si ritrovi con un quadro di scompenso cardiaco di prima insorgenza che avrebbe sviluppato in ogni caso, indipendentemente dal virus. È, invece, molto verosimile che alcuni soggetti, in particolare quelli a rischio multiplo, e che sono quelle persone che hanno avuto in generale maggiori complicanze acute e croniche dell’infezione da Coronavirus (come i diabetici e gli ipertesi) sviluppino nel tempo, anche a medio o breve termine, un quadro d’insufficienza cardiaca. Questo perché il virus ha capacità di attaccare le cellule miocardiche e causare la miocardite, cioè un processo virale che provoca una disfunzione dell’organo. Da ultimo, il cuore non sembra essersi assolutamente “abituato al Covid-19”. Purtroppo, la polmonite è sempre stata la causa principale di ricovero in ospedale per insufficienza cardiaca, a maggior ragione di questi tempi”.

Fonti| Poliambulanza; Fondazione Veronesi; Humanitas

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