
La spondilite anchilosante è più comune tra gli uomini rispetto alle donne, e i primi sintomi si presentano nell’80% dei casi sotto i 30 anni.
Il termine spondilite anchilosante deriva dal greco spóndylos, ossia vertebra, e sta ad indicare per l’appunto una patologia infiammatoria cronica che colpisce principalmente la colonna vertebrale, le articolazioni sacro-iliache ma anche altre articolazioni, tra cui quelle delle dita di mani e piedi; l’infiammazione causa principalmente dolore cronico e rigidità della colonna vertebrale.
Si tratta di una malattia cronica i cui sintomi e segni sono progressivi, quindi peggiora con l’avanzare del tempo, e questa progressione varia molto da un paziente all’altro. Uno dei primi segni della patologia che può aiutare in un riconoscimento precoce della spondilite anchilosante è, per l’appunto, la sacroileite, ossia l’infiammazione di una o entrambe le articolazioni sacro-iliache.
Le cause di spondilite anchilosante non sono totalmente note, tuttavia sembrerebbe presente un legame genetico e una familiarità nella trasmissione.
Quasi la totalità dei casi di spondilite anchilosante presenta una mutazione genetica (nel dettaglio dell’antigene leucocitario B umano), che produce una tipologia di proteina, HLA-B27, che aumenta le probabilità di sviluppare la patologia; la sua presenza, tuttavia, non significa necessariamente che si presenterà la patologia.
Altre condizioni potrebbero aumentare il rischio di spondilite anchilosante, come:
Il sintomo principale della spondilite anchilosante, quello maggiormente notificato, è il dolore alla schiena. Si tratta di un dolore alla schiena particolare che riporta le seguenti caratteristiche:
Altra sintomatologia comprende la rigidità spinale, causata dall’anchilosi delle vertebre (una fusione delle stesse che causa rigidità), difficoltà nell’effettuare i normali movimenti e cambiamenti posturali come l’ipercifosi, ossia un’alterazione della curva fisiologica dorsale della colonna vertebrale, che causa un’accentuazione della curva (gobba).
Tra gli altri sintomi provocati da questa patologia cronica ci sono:
La diagnosi di spondilite anchilosante avverrà principalmente tramite diagnostica per immagini:
Gli esami del sangue potrebbero dare evidenza della presenza o meno della proteina HLA-B27.
Il trattamento della spondilite anchilosante dovrebbe essere volto a migliorare il movimento e le capacità funzionali della colonna vertebrale, alleviando il dolore e la rigidità, il tutto per prevenire altre complicanze che a lungo andare potrebbero insorgere.
La terapia si articola su due fronti:
La spondilite anchilosante, presentandosi in giovane età, potrebbe rendere la funzionalità di movimento più complicata e difficile, soprattutto a lungo andare, causando invalidità; nonostante ciò la disabilità fisica grave è in ogni caso rara. La maggior parte delle persone affette da spondilite anchilosante riesce comunque a mantenere una funzionalità pressoché normale, e le comuni attività giornaliere non dovrebbero risentirne.
Le persone affette dalle forme più gravi della patologia potrebbero incorrere in un rischio di mortalità maggiore rispetto agli altri, legato principalmente alle complicanze cardiovascolari che la spondilite anchilosante può causare.
L’infiammazione articolare può interessare anche altre articolazioni, come le spalle, le ginocchia, mani e piedi, fianchi, e potrebbe creare altre complicazioni come: