Quando le cellule cancerose crescono all’interno del rivestimento dello stomaco si parla di tumore dello stomaco. Questo tipo di cancro è difficile da diagnosticare perché la maggior parte delle persone in genere non mostra i sintomi nelle fasi iniziali. Vediamo quindi come evolve la malattia e quali sono le cure possibili.
Il tumore allo stomaco, noto anche come cancro gastrico, è una crescita anormale delle cellule cancerose nello stomaco. Lo stomaco è un sacco muscolare situato nella metà superiore dell'addome, appena sotto le costole. È un organo che contiene il cibo, che viene ingerito, e si occupa della digestione secernendo succo gastrico. Il cibo e il succo gastrico vengono mescolati e quindi svuotati nella prima parte dell'intestino tenue chiamata duodeno.
Il cancro allo stomaco non deve essere confuso con altri tumori che possono verificarsi nell'addome, come il cancro del colon (intestino crasso), fegato, pancreas o intestino tenue perché questi tumori possono avere sintomi, prospettive e trattamenti diversi.
I tumori dello stomaco tendono a svilupparsi lentamente nel corso di molti anni. Prima che la neoplasia sia evidente, spesso si verificano cambiamenti precancerosi nel rivestimento interno, la mucosa. Questi primi cambiamenti raramente causano sintomi e quindi spesso non vengono rilevati. E questo è il principale pericolo per la diagnosi precoce.
Sintomi del cancro allo stomaco possono includere:
Le cause del tumore allo stomaco non sono spesso chiare. Questa malattia inizia quando una cellula dello stomaco sviluppa cambiamenti nel suo DNA. Il DNA contiene le istruzioni per il corretto sviluppo cellulare, ma i cambiamenti possono fare in modo che la cellula cresca rapidamente e continui a vivere quando quelle sane morirebbero. Inoltre, le cellule che si accumulano formano un tumore che può invadere e distruggere i tessuti sani. Con il tempo, possono staccarsi e diffondersi (ovvero metastatizzare) ad altre aree del corpo. Esistono poi dei fattori di rischio che possono favorire questa situazione.
I fattori che aumentano il rischio di cancro allo stomaco includono:
Come puoi aver capito dai fattori di rischio, la prevenzione può davvero salvarti la vita. Che cosa puoi fare per evitare o comunque per prevenire l’insorgere di questa malattia?
Devi fare molta attenzione al peso e consumare una dieta ricca di frutta e verdura. Riduci la quantità di cibi salati e affumicati ed è fondamentale non fumare o smettere e ridurre anche il consumo di alcol.
Un’altra cosa importante da fare è consultare un medico, per comprendere quale sia il tuo livello di rischio, soprattutto se hai una storia familiare particolare o soffri delle malattie che abbiamo citato poco sopra.
La diagnosi del tumore allo stomaco si basa prima su un esame fisico, per verificare eventuali anomalie. Il medico può prescrivere un esame del sangue, compreso un test per la presenza di batteri H. pylori. Se poi lo ritiene necessario, esistono dei test diagnostici molto specifici come un'endoscopia gastrointestinale superiore, una biopsia e dei test di imaging, come scansioni TC e raggi X.
La cura del cancro allo stomaco dipende molto dalla posizione e dallo stadio. Le opzioni di intervento sono diverse: è possibile valutare una rimozione se il tumore è in fase iniziale dal rivestimento dello stomaco o una rimozione di una parte dello stomaco (gastrectomia subtotale). Nei casi gravi potrebbe essere richiesta una gastrectomia totale, durante cui l’esofago viene collegato direttamente all'intestino tenue per consentire al cibo di muoversi attraverso il tuo sistema digestivo.
Un’altra strada è quella della chemioterapia che può essere utilizzata da sola o con una terapia farmacologica mirata nelle persone con cancro allo stomaco avanzato.
La radioterapia, invece, è spesso consigliata prima dell'intervento chirurgico per ridurre il cancro in modo che sia più facilmente asportato. Può essere utilizzata anche per alleviare gli effetti collaterali, come dolore o sanguinamento, causati da un cancro in crescita. Esistono poi terapie farmacologiche mirate e l’immunoterapia
Fonti | Fondazione Veronesi; Airc