Alimentazione insostenibile: cosa c’è dietro quello che mangi?

Quanta distanza percorre il cibo che mangi ogni giorno? E com’è stato prodotto? Non sono domande adatte solo ai più pignoli: l’agricoltura e l’allevamento intensivo sono responsabili di quasi un quinto del totale delle emissioni inquinanti. E in questo insieme, rientrano anche quelle che fuoriescono durante il trasporto su diversi veicoli a motore. Navi e aerei compresi.
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Vuoi mangiare un ananas? Hai deciso di inserire anche qualche cubetto di avocado nella tua insalata? Ti è venuta voglia di assaggiare un mango? Non devi far altro che entrare nel supermercato vicino a casa tua e troverai tutto quello che stai cercando. E anche di più. Le distanze ormai non contano nulla e le zone di provenienza di determinati alimenti sono un semplice dettaglio da inserire sull'etichetta. Ma ti sei mai chiesto che valore ha quel nome? Migliaia e migliaia di chilometri percorsi significano più emissioni inquinanti.

E non solo. Contadini provenienti dalle aree meno sviluppate del mondo che sono costretti a sottostare a regole di un mercato più grande di loro e che, per riuscirci, devono ampliare i terreni coltivabili e incrementare la produzione. E quindi fertilizzanti, prodotti chimici e deforestazione. Sempre più contaminazione di suolo, acqua e aria e sempre meno alberi che possano aiutare a smaltire l'anidride carbonica e a frenare l'aumento delle temperature. Secondo un rapporto di Terra Viva del 2015, sono scomparsi il 70% delle praterie, il 50% delle savane, il 45% delle foreste e il 27% di quelle tropicali. Ci stiamo praticamente divorando il Pianeta.

Agricoltura e allevamento intensivi sono responsabili del 21% delle emissioni inquinanti

Ma distanze e agricoltura intensiva non sono gli unici problemi. Anche gli allevamenti che diventano vere e proprie fabbriche di carne in scatola, o in vaschette, a basso costo contribuiscono allo sfruttamento delle risorse della Terra. Un insieme di elementi che ha portato a raggiungere un volume di emissioni di oltre il 21% sul totale da parte solo del settore primario.

Di fatto, quindi, stai mangiando in modo scorretto: poco green e anche poco sano. Fai scorpacciate di antibiotici e di cibi ipercalorici ma a basso contenuto nutritivo, grazie a piatti pronti e fast food. E non ti poni domande sul percorso che ha dovuto compiere un alimento per arrivare fin sulla nostra tavola.

E proprio di questo ti parlerà ogni martedì la nuova rubrica di Ohga, "Alimentazione insostenibile". D'altronde, qualche informazione già te l'avevamo data. Ti abbiamo ad esempio già parlato di quanto l'avocado fosse poco sostenibile, del fatto che ogni anno sprechiamo più della metà di tutta la frutta e la verdura prodotte e di quanto facciano male alla tua salute i fertilizzanti. Adesso è il momento di approfondire l'argomento, per diventare degli abitanti del Pianeta più responsabili e per contribuire meglio alla lotta contro il cambiamento climatico.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…