Allergia al latte: cos’è e come trattare l’ipersensibilità alle proteine di questo comunissimo alimento

L’allergia alle latte è una ipersensibilità alle sue proteine: spesso è ereditaria e può portare a conseguenze anche gravi.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Febbraio 2023
* ultima modifica il 19/05/2023

La più diffusa nei neonati e tra le più rare negli adulti, l’allergia al latte è un’ipersensibilità dell’organismo verso le proteine contenute in questo comunissimo alimento.

L’allergia alle proteine del latte spesso è ereditaria, può portare a conseguenze anche gravi e può essere superata attraverso latti artificiali o alternativi. E fai attenzione a non confondere questo disturbo con l’intolleranza al lattosio, che ti spiegherò più avanti.

Ma andiamo con ordine.

Allergia al latte

Cos’è

Quando senti parlare di allergia al latte (al latte vaccino, quindi quello ottenuto da vacca) devi pensare a una delle ipersensibilità alimentari più diffuse tra i bambini appena nati.

Conta che il 2-3% dei neonati sviluppa questa allergia anche se la maggior parte, crescendo, tende a superarla. Lo sviluppo del tratto digerente non sempre risolve il disturbo ma sto parlando di situazioni rare, calcolate intorno allo 0,5% dei casi.

L’allergia al latte è un’ipersensibilità perché l’organismo di chi ne soffre risulta estremamente suscettibile ad alcune proteine contenute in questo alimento, considerate dunque estranee. Le più allergeniche sarebbero, in particolare, la β-lattoglobulina, la sieroalbumina, le immunoglobuline e soprattutto le caseine.

Quest’ultime non rappresentano solo la maggioranza delle proteine del latte ma sarebbero anche quelle più resistenti alle alte temperature dei trattamenti cui viene sottoposto.

Se una persona allergica al latte ci entrasse in contatto, vedrebbe il suo corpo innescare subito una risposta immunitaria mirata contro le sue proteine, percepite come potenzialmente elementi estremamente dannosi.

L’allergia al latte non va confusa con l’intolleranza al lattosio. Quest'ultima, infatti, è un disturbo provocato dalla mancanza nell’organismo di una persona di lattasi, un particolare enzima deputato alla digestione dello zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati.

Sintomi

Se una persona allergica al latte entrasse in contatto con le proteine contenute al suo interno attraverso l’alimentazione (diretta o di prodotti derivati) potrebbe incorrere in conseguenze anche molto gravi.

I primi sintomi li vedresti subito dopo l’assunzione di latte e possono andare da rossore e pruriti fino a vomito e problemi di gestione, che sono le manifestazioni più lievi. L’allergia al latte può però anche aggravarsi dando luogo a forme di diarrea, coliche addominali, sangue nelle feci ed eruzioni cutanee nella zona della bocca decisamente invalidanti e pesanti.

La conseguenza più grave legata all’ipersensibilità al latte, tuttavia, è l’anafilassi. Si tratta di una reazione estremamente pericolosa che parte all’improvviso e peggiora molto in fretta provocando sintomi acuti come difficoltà di respirazione, battito cardiaco rapido, drastico abbassamento della pressione fino al collasso e, quando non trattato rapidamente, anche alla morte.

Lo shock anafilattico è un evento molto pericoloso e per questo richiede un rapido intervento da parte del personale medico.

Trattamento

Come si può trattare l’allergia al latte? Ad oggi non abbiamo rimedi definitivi contro tutte le allergie, specie se alimentari. Non esistono insomma soluzioni per rendere il tuo corpo capace di assorbire in modo sicuro un alimento a cui è ipersensibile: ci sono terapie sintomatiche, che agiscono quindi sui sintomi, basate su farmaci antiallergici.

Il primo rimedio per l’allergia al latte è il più intuitivo: leggere bene le etichette dei cibi acquistati in modo da controllare che non siano contenuti allergeni quindi evitare il contatto con ciò cui si è allergici. Rimedio che, nel caso del latte, può risultare difficile visto il suo largo utilizzo e la sua presenza, anche in piccole tracce, in altri prodotti derivati.

Come succede per tutte le allergie, anche in questo caso si può ricorrere a terapie sintomatiche attraverso trattamenti orali a base di antistaminici. Nel caso di uno shock anafilattico invece le modalità di intervento, necessariamente più tempestive, devono prevedere una immediata iniezione di adrenalina.

Per i neonati allergici al latte le soluzioni sono i cosiddetti latti speciali. Basati su proteine idrolizzate, sono prodotti realizzati attraverso tecnologie innovative in grado di rompere le proteine del latte in modo che abbiano un peso molecolare così basso da non essere in grado di scatenare la reazione allergica.

I bambini più piccoli con un alto grado di ipersensibilità al latte possono assumere anche prodotti alternativi come il latte di soia, a patto però che abbiano già superato i 6 mesi di età.

Fonte | Humanitas Mater Domini; Ospedale Niguarda

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