Enfisema polmonare: che cos’è e come si può curare

L’enfisema polmonare è una malattia respiratoria, causata soprattutto dal fumo di sigaretta e che interessa i bronchioli e gli alveoli polmonari. Colpisce 600 milioni di  persone nel mondo e 2,6 milioni Italia. L’enfisema fa parte delle malattie polmonari, denominate broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), che causano importanti difficoltà nella respirazione e colpiscono tra il 7 e il 10% della popolazione.
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Giulia Dallagiovanna 22 Giugno 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

L’enfisema polmonare è una grave malattia dei polmoni, che provoca in particolare il deterioramento degli alveoli, ovvero quelle strutture a forma di sacchetto che si trovano alla fine delle diramazioni più piccole dei bronchi e che rappresentano la sede ove avvengono gli scambi gassosi tra il sangue e l’aria che respiri. Si tratta di una patologia cronica che colpisce 600 milioni di persone nel mondo e 2,6 milioni in Italia. La causa principale è il fumo di sigaretta.

L'enfisema polmonare comporta soprattutto la dispnea, cioè la difficoltà di respirazione che inizialmente si presenta sotto sforzo e a mano a mano che il problema peggiora si manifesta anche durante il riposo. Purtroppo ad oggi non esiste una cura definitiva per questa patologia, perché una volta deteriorato, il tessuto degli alveoli è compromesso per sempre. Per questo motivo non potrai guarire, ma solo tenere sotto controllo i sintomi.

Cos’è

L'enfisema polmonare è una malattia respiratoria che colpisce i polmoni. La parola stessa, enfisema, significa dilatazione enorme e sta a indicare la formazione di veri e propri buchi (bolle), sempre più grandi, all'interno delle pareti dei polmoni che causano una diminuzione della superficie disponibile per effettuare gli scambi gassosi.

A mano a mano che l’enfisema progredisce, il sangue diventa sempre più povero di ossigeno e più ricco di anidride carbonica: questo causa il “fiato corto” e può portare a insufficienza respiratoria. Le categorie più colpite sono le persone tra i 40 e 60 anni ma la malattia, seppur raramente, può interessare anche persone più giovani.

L’enfisema fa parte delle malattie polmonari, denominate broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), che causano importanti difficoltà nella respirazione e colpiscono tra il 7 e il 10% della popolazione.

I tipi di enfisema

L'enfisema polmonare può essere di diverse tipologie, ecco le principali:

  • enfisema centrolobulare: si verifica un deterioramento degli insemi di alveoli centrali o di uno o più alveoli
  • enfisema panlobulare: viene provocato dalla rottura dei lobuli o dal malfunzionamento dei bronchioli terminali, degli alveoli centrali e degli alveoli periferici
  • enfisema parasettale: provocato dal deterioramento degli alveoli periferici
  • enfisema irregolare: si verificano danni a qualche alveolo centrale e a qualche alveolo periferico, appartenenti a uno o più lobuli
  • l’enfisema bolloso, viene provocato dalla formazione di bolle d’aria
  • enfisema acuto: di norma colpisce soprattutto chi già soffre di asma
  • enfisema interstiziale: l'aria si accumula attorno ai lobuli e al di sotto della pleura, ovvero di quella membrana sottile e trasparente che riveste i tuoi polmoni

Le cause

L'enfisema polmonare può avere molteplici cause, ma nei Paesi occidentali la principale è il tabagismo. Il fumo di sigaretta sia attivo che passivo arriva a rappresentare il 90% delle ragioni per cui questa malattia insorge, perché contiene agenti chimici irritanti e tossici. Le altre cause, o fattori di rischio, più comuni e che possono provocare una degenerazione progressiva del tessuto polmonare sono:

  • Inalazione sostanze tossiche presenti nell'ambiente: esposizione prolungata a fumi, gas, e sostanze chimiche come polvere di grano e farina, polvere di silice, fumi di saldatura, polvere di carbone che irritano le vie respiratorie
  • Esposizione prolungata all'inquinamento atmosferico: sia urbano (causato soprattutto dai gasi di scarico dei veicoli a motore) che domestico (ad esempio i fumi emessi da caminetti, stufe, ecc.)
  • Familiarità: parenti che hanno già avuto l’enfisema o anche essere figli di donne che hanno fumato in gravidanza
  • Infezioni respiratorie ricorrenti: predisposizione a malattie come bronchite o asma o sistema immunitario debole
  • Prematurità: parto prematuro e basso peso alla nascita
  • Deficit da Alfa 1-antitripsina: fattori genetici (rari) che riguardano la carenza ereditaria di alfa-1-antitripsina, una proteina che protegge e ripara le fibre elastiche del tessuto polmonare.

L’enfisema può anche insorgere insieme ad altre malattie come il tumore al polmone.

I sintomi

I sintomi dell’enfisema polmonare non sempre si manifestano chiaramente e possono passare anche alcuni anni prima di avvertirne qualcuno. I sintomi iniziali sono soprattutto le difficoltà respiratorie che peggiorano a mano a mano che passa il tempo. Inoltre, è possibile che si verifichi un aumento della pressione arteriosa polmonare dato soprattutto dalla progressiva distruzione degli alveoli e dei capillari polmonari. A lungo andare può quindi insorgere uno scompenso cardiaco destro e il paziente potrebbe andare incontro a pneumotorace.

Tra i principali sintomi che compaiono, secondo il grado di evoluzione della malattia, vi sono:

  • Tosse cronica con frequente e maggiore produzione di catarro piuttosto denso e vischioso che va ad ostruire bronchioli ed alveoli polmonari
  • Dispnea (difficoltà nella respirazione): all’inizio si manifesta solo sotto sforzo, con l’evolversi della malattia compare anche a riposo.
  • Tachicardia (aumento del numero dei battiti cardiaci): respiro corto ed ansimante, con difficoltà nel parlare
  • Cianosi (colore violaceo di unghie e labbra)
  • Torace dilatato
  • Respirazione rumorosa o con “sibilo
  • Perdita di peso corporeo
  • Pneumotorace (collasso del polmone): insorge in seguito alla rottura delle “bolle” presenti nel tessuto polmonare

Questi sintomi tendono a peggiorare nel corso del tempo, per questo è consigliabile effettuare regolari visite mediche e soprattutto controllare la salute degli altri organi perché, a causa della scarsa quantità di ossigeno nel sangue, potrebbero essere in uno stato di sofferenza.

La diagnosi

L'enfisema polmonare colpisce soprattutto fumatori ed ex fumatori che hanno tra i 40 e i 60 anni, ma i più giovani o chi non ha mai fumato non sono esclusi dal rischio, come ti spiegavamo prima. Le donne fumatrici, in particolare, sembrerebbero essere più soggette.

L'età in cui prestare più attenzione sono i 50 anni, soprattutto per le persone sedentarie. Se cominci ad avvertire delle difficoltà respiratorie mentre compi qualche sforzo fisico, parlane subito con il tuo medico. Inoltre, dovresti rivolgerti al tuo curante quando hai tosse quasi tutti i giorni per almeno tre mesi all'anno o se per due anni consecutivi hai sentito che ti mancava il fiato durante un'attività fisica.

A quel punto il medico di famiglia potrà procedere a una diagnosi di enfisema polmonare, iniziando con un'anamnesi e un esame obiettivo. Dopodiché ti prescriverà gli esami specifici e ti consiglierà di rivolgerti a uno pneumologo.

Tra i primi esami a cui ti sottoporrai, ci sarà sicuramente la spirometria, che valuta proprio la funzionalità polmonare. Dovrai inspirare ed espirare mentre sarai collegato a uno spirometro, uno strumento simile a un boccaglio che misurerà la capacità dei tuoi polmoni di incamerare ed espellere aria. Si tratta di un test veloce e indolore, ma molto efficace ai fini della diagnosi.

Per una diagnosi completa sono poi necessari altri esami, tra cui:

  • Radiografia, per confermare la diagnosi di enfisema ed escludere la presenza di altre malattie respiratorie
  • Analisi del sangue per misurare il contenuto di ossigeno e di anidride carbonica e verificare l’eventuale carenza della proteina alfa-1-antitripsina
  • elettrocardiogramma (ECG) per misurare l'attività elettrica del cuore
  • Ecocardiogramma (ecografia del cuore)
  • Test del picco di flusso espiratorio (PEF) per misurare quanto velocemente l’aria presente nei polmoni viene espulsa
  • Emogasanalisi, per misurare i livelli di ossigeno e di anidride carbonica presenti nel sangue
  • Tomografia computerizzata (TAC) al torace per identificare eventuali danni ai polmoni provocati dall'enfisema
  • Esame dell’espettorato (analisi di una piccola quantità di catarro) per verificare la presenza di un’eventuale infezione toracica

Come curare l'enfisema polmonare

L'enfisema polmonare è una malattia cronica dalla quale non potrai guarire, ma esistono diverse terapie che aiutano a tenere sotto controllo i sintomi. Non c'è un trattamento specifico, deve essere valutato di volta in volta assieme allo specialista che ti segue. Sicuramente il primo passo fondamentale sarà smettere di fumare, se ancora non sei riuscito. È inoltre importante adottare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e regolare attività fisica.

Per il resto, possiamo dividere le terapie in farmacologiche e fisioterapia e riabilitazione motoria. Vediamo meglio cosa significa:

Terapie farmacologiche

Il medico potrebbe prescriverti alcuni farmaci in base alla gravità del problema, in particolare broncodilatatori per alleviare la tosse e le difficoltà respiratorie. Altri medicinali utili sono poi i corticosteroidi inalatori, come ad esempio il beclometasone o il fluticasone, che fungono da antinfiammatori e intervengono quando il paziente non risponde ai primi trattamenti. È fondamentale però seguire le indicazioni del medico perché si tratta di farmaci molto potenti che, se assunti in modo scorretto, potrebbero avere complicanze anche serie. Infine, per prevenire un'eventuale infezione batterica, è possibile che ti venga prescritto un antibiotico.

Fisioterapia e riabilitazione respiratoria

Accanto ai farmaci, potresti aver bisogno anche di una vera e propria riabilitazione respiratoria. Si tratta di una serie di esercizi motori, come salire le scale o pedalare sulla cyclette, per allenarti a tollerare meglio gli sforzi. Unita alla fisioterapia respiratoria, aiuta migliorare sensibilmente la capacità respiratoria che avrai perso.

Ossigenoterapia

Se i polmoni sono così compromessi da non riuscire più a incamerare una quantità sufficiente di ossigeno, si ricorrerà all'ossigenoterapia, per aumentare la concentrazione nel sangue e negli organi.

Intervento chirurgico

Quando l'enfisema polmonare è molto grave, è possibile che si debba ricorrere a un intervento chirurgico come la riduzione polmonare (o bullectomia), per asportare le parti ormai danneggiate per sempre, o il trapianto di polmone.

Altri accorgimenti

  • Impostare una dieta equilibrata e perdere eventuale peso in eccesso
  • Praticare attività fisica
  • Evitare l'esposizione a fonti di inquinamento e al fumo passivo
  • Effettuare le vaccinazioni richieste (antipneumococcica ogni 5 anni e antinfluenzale ogni anno)

Quali potrebbero essere i rischi?

Il rischio principale dell'enfisema polmonare è l'insufficienza respiratoria, con i polmoni che cessano di praticare le loro funzioni, del tutto o in parte. Ma non è l'unica complicanza. Come infatti ti accennavamo prima, in alcuni casi è possibile che si verifichi il cosiddetto cuore polmonare, ovvero una situazione in cui la pressione arteriosa del sangue all'interno dell'arteria polmonare aumenta in modo eccessivo. Il paziente può infine andare incontro a pneumotorace, cioè al collasso del pomone.

La prognosi

Come ti dicevamo, non si può guarire dall'enfisema polmonare in quanto si tratta di una malattia cronica. Le terapie più frequenti sono appunto quella farmacologica e la riabilitazione respiratoria, oltre a un cambio di stile di vita. Solo nei casi più gravi si arriva al trapianto.

Ma si può morire? La morte per enfisema polmonare può capitare in seguito a complicanze della patologie, polmonite o insufficienza respiratoria, ma se viene trattata in tempo e in modo adeguato anche i pazienti con i danni più evidenti al polmoni possono condurre una vita normale per molti anni.

(Scritto da Angelica Giambelluca il 31 marzo 2020;
Modificato da Giulia Dallagiovanna il 22 giugno 2023)

 Fonte| Ospedale San Raffaele

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