Esami sierologici: entro la fine di aprile arriva il test italiano per la patente di immunità

Il nuovo test sierologico è stato sviluppato dalla multinazionale DiaSorin ed è stato testato al Policlinico San Matteo di Pavia. Si tratta di un’analisi degli anticorpi specifici contro il Coronavirus che entro la fine di aprile potrà essere messo a disposizione della popolazione. La sua utilità è duplice: mappare la diffusione del virus e rintracciare gli individui che sono, invece, immuni. Il loro plasma potrebbe aiutare nel trattamenti di altri infetti.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Lo scenario per fronteggiare il Coronavirus, al momento, vede tre azioni parallele. Da un lato si cerca, con grandi sacrifici, di rispettare e far rispettare le misure di contenimento dei contagi. Il che, riassunto, significa restare in casa. C’è poi la strada della ricerca scientifica, dei laboratori di tutto il mondo che lavorano per cercare testare potenziali vaccini o cure: gli ultimi farmaci ad essere stati sottoposti ai test sono il Tocilizumab e il giapponese Avigan. Infine, ci sono i tamponi e i test sierologici, di cui ti abbiamo parlato quicon cui si sta cercando di allargare sempre di più la rete dei controlli per individuare tutti i positivi: dai sommersi agli asintomatici.

Tre strade diverse che, però, mirano tutte alla stessa meta: sconfiggere il Coronavirus e tornare alla normalità. L’ultimo passo avanti verso l’obiettivo arriva grazie a un nuovo test sierologico sviluppato dall’azienda DiaSorin e il cui studio è stato completato al Policlinico San Matteo di Pavia. La strategia con cui è stato creato è semplice: individuare in tempi rapidi e su larga scala chi ha sviluppato gli anticorpi specifici al Coronavirus e rintracciare così tutti coloro che sono dunque immuni. E il plasma dei guariti, come ha raccontato il dottor Perotti, potrebbe aiutare nel recupero dei malati.

Quello messo punto dalla multinazionale DiaSorin è un test completamente italiano che nel giro di pochi giorni, dopo aver ottenuto la certificazione CE per il commercio in Europa, potrà essere messo a disposizione della popolazione. Il sistema potrà analizzare circa 500mila campioni in un solo giorno dando un risultato in 60 minuti. Entro fine aprile, dunque, potrebbe già essere acquistabile.

Come funziona

Il nuovo test sierologico funziona esattamente come un normale esame del sangue: nel momento in cui potrai sottoportici, ti verrà prelevata una piccola quantità di siero che verrà inserita all’interno di un macchinario specifico. Qui il tuo sangue verrà messo in contatto con la proteina spike creata in laboratorio, quella che compone la corona del virus, in modo da individuare e riconoscere gli anticorpi IGG diretti contro il virus SARS-CoV-2.

Perché è importante

L’importanza di questo nuovo test sierologico risiede nella sua capacità di individuare, su larga scala, quella che per i pazienti è una “patente di immunità”. Grazie alla tecnologia mesa in campo, infatti, il test potrà processare fino a 170 campioni di sieri di pazienti ogni ora. Attraverso l’esame ematico poi, come ti accennavo sopra, si potranno individuare quelle persone che, dopo essere entrare in contatto con il virus, hanno sviluppato gli anticorpi specifici per contrastalo. La mappatura di questi individui ha un’utilità dal punto di vista epidemiologico. Nel senso che permetterà agli scienziati di capire quanto questo virus abbia circolato in Italia e quindi quanta parte della popolazione è stata coinvolta nel contagio. Rintracciare i guariti e gli immuni, inoltre, potrebbe servire nel trattamento delle persone ancora infette.

Questo perché il loro plasma, carico quindi di anticorpi specifici contro il Coronavirus, potrebbe essere infuso nuovamente in altri pazienti e contribuire al processo di guarigione. Ti avevamo già raccontato la storia di Morena Colombi, la paziente 1 guarita in Brianza che aveva donato il proprio plasma ricco di anticorpi. E proprio a Pavia, inoltre, questa tecnica è stata messa all'opera concretamente. A fine marzo infatti è partito anche un protocollo sperimentale per la trasfusione di plasma superimmune di pazienti guariti in altri malati che verranno così sottoposti a tre trasfusioni di circa 250-300 ml di plasma in 5 giorni.

Aggiornamento del 19 giugno 2020 

Nella giornata di mercoledì 17 giugno, tuttavia, l'Aifa ha interrotto la sperimentazione del Tocilizumab (citato poche riga sopra) nei pazienti affetti da polmonite legata all'infezione da Coronavirus. Secondo l'Agenzia non avrebbe dato alcun beneficio e per questo rester  un farmaco sperimentale il cui uso sarà limitato agli studi clinici randomizzati.

Fonti | DiaSorin; Centro Nazionale Sangue

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