Eseguito il primo trapianto al mondo di un rene di maiale su un paziente vivente, il dottor Cozzi: “È la strada contro la carenza di organi”

I chirurghi del Massachusetts General Hospital di Boston per la prima volta hanno eseguito con successo un trapianto di rene da maiale geneticamente modificato in un uomo di 62 anni. Si tratta di un passo importante nella corsa agli xenotrapianti, uno degli alleati su cui la scienza sta investendo per cercare di tamponare il problema della carenza di organi disponibili ai trapianti.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Marzo 2024
* ultima modifica il 22/03/2024
In collaborazione con il Dott. Emanuele Cozzi Professore di Immunologia dei trapianti preso l’Università di Padova e responsabile dell’unità operativa di immunologia dei trapianti dell’Azienda Ospedale Università di Padova ed ex presidente della Società Mondiale dello Xenotrapianto.

Si chiama Richard Slayman, è originario di Weymouth, una grossa città nello stato del Massachusetts, e oggi sembra stare piuttosto bene.

La sua degenza nei reparti del Massachusetts General Hospital di Boston sta procedendo bene e se tutto continuerà ad andare per il verso giusto a breve potrebbe tornare a casa.

Ma la storia di “Rick”, 62 anni, è un po’ più complessa e straordinaria di così perché oggi è il primo uomo vivente al mondo ad aver ricevuto un trapianto di rene proveniente da un maiale geneticamente modificato.

L’intervento da record è stato eseguito per curarlo, anzi salvarlo da una malattia renale arrivata ormai allo stadio terminale.

Il nuovo rene impiantatogli la scorsa settimana ha già iniziato a produrre urina e a depurare l’organismo da sostanze di scarto. Le sue condizioni di salute generale migliorano giorno dopo giorno.

Le oltre quattro ore passate in sala operatoria rappresentano un successo e insieme un gigantesco passo in avanti su più fronti: quello dei trapianti di rene, quello che riguarda la sfida degli xenotrapianti e dunque l’enorme emergenza legata alla carenza di organi disponibili per un trapianto.

La storia di Rick

La storia di Rick è iniziata parecchio tempo fa quando ricevette una diagnosi di diabete di tipo 2 e ipertensione.

Era rimasto in dialisi per 7 lunghi anni quando poi, nel dicembre del 2018, aveva finalmente ricevuto un trapianto di rene da un donatore deceduto, eseguito sempre nelle sale operatorie del MGH.

La vita sembrava aver ripreso il binario giusto ma dopo quasi 5 anni, il rene “nuovo” di Rick aveva cominciato a mostrare segni di cedimento. Un mese dopo l’altro Rick alla fine è stato costretto a tornare alla dialisi nel maggio 2023. E da qui le cose sono peggiorate abbastanza in fretta.

Sì, perché ha riscontrato complicazioni ricorrenti nell’accesso vascolare della dialisi, per le quali erano necessari processi di de-coagulazione da eseguire ogni due settimane in ospedale e accorgimenti revisioni chirurgiche che, come puoi capire, avevano un impatto non indifferente sulla sua quotidianità.

Rick avrebbe dovuto aspettare molto tempo prima di poter ricevere un altro rene: sto parlando di qualcosa come 5 o 6 anni. Un tempo che Rick non aveva.

Così il suo nefrologo, il dottor Winfred Williams cominciò a pensare «out of the box», cominciò a riflettere insomma su opzioni così innovative, delicate e complesse che non erano mai state autorizzate prima in nessun parte del mondo. Come, per esempio, trapiantare nel corpo di Rick un rene proveniente da un maiale geneticamente modificato.

“L’ho visto non solo come un modo per aiutarmi, ma come un modo per dare speranza alle migliaia di persone che hanno bisogno di un trapianto per sopravvivere” ha raccontato lo stesso Rick dopo aver valutato, studiato e accettato la bizzarra opzione dello xenotrapianto.

La procedura

Il rene di maiale trapiantato nel corpo di Rick è stato geneticamente modificato utilizzando la tecnica della Crispr-Cas9 che ha permesso di rimuovere i geni suini dannosi e aggiungere invece dei geni umani in modo da migliorare la compatibilità con l’organismo del paziente.

Lo xenotrapianto effettuato sul 62enne Rick Slayman è il primo al mondo che ha coinvolto un organo come il rene. Photo credit: Massachusetts General Hospital di Boston

Gli scienziati hanno anche inattivato i retrovirus endogeni suini nel suino donatore per cercare di ridurre allo zero i rischio di infezione.

L’esperienza del team di chirurghi della NYU Langone Health di New York è stata fondamentale. Se ti ricordi, erano riusciti a trapiantare il rene di un maiale geneticamente modificato nel corpo di un essere umano (in morte cerebrale) e a farlo funzionare per oltre un mese.

Le prospettive degli xenotrapianti

La procedura a cui è stato sottoposto Rick è stata eseguita nell’ambito di un protocollo della FDA chiamato «uso compassionevole».

Te ne ho parlato diverse volte perché riguarda quelle procedure o trattamenti sperimentali a cui accedono pazienti affetti da malattie o condizioni gravi che non hanno alternative terapeutiche.

Lo stesso era già accaduto per David Bennett e Lawrence Faucette, i due «predecessori» di Rick: gli uomini cioè a cui per primi al mondo era stato trapiantato un organo proveniente da un maiale geneticamente modificato per tale scopo. Nel loro caso, tuttavia, si trattava del cuore.

Attraverso la tecnica della Crispr–Cas9 i chirurghi hanno rimosso i geni suini dannosi aggiungendo invece dei geni umani in modo da migliorare la compatibilità con l’organismo di Rick. Photo credit: Massachusetts General Hospital di Boston

Quella dell’impianto di un organo animale in un essere umano, come vedi, è un universo che stiamo esplorando da decenni perché rappresenta un universo, appunto, di possibilità e vantaggi.

Professore di Immunologia dei trapianti preso l’Università di Padova e responsabile dell’unità operativa di immunologia dei trapianti dell’Azienda Ospedale Università di Padova, il dottor Emanuele Cozzi è stato presidente della Società Mondiale dello Xenotrapianto ed è dunque un mondo che conosce molto bene da più di 30 anni.

In occasione del secondo trapianto avvenuto all’Università del Maryland, il dottor Cozzi ci aveva spiegato il più importante di questi vantaggi. "Il ricorrere ad animali per cercare di superare difficoltà o malattie è un’iniziativa partita tanto tempo fa, e non necessariamente implica gli organi. Già nell’800 erano stati portati a termine degli esperimenti con pazienti che avevano ricevuto trasfusioni di sangue da animali. L’utilizzo di animali è ormai una consuetudine nella medicina, basti pensare alle prime insuline per il diabete che, appunto, avevano una simile origine”. 

L’idea di utilizzare gli organi è una declinazione più moderna dettata, questa volta sì, dalla grave carenza di organi, cellule e tessuti: “Lo xenotrapianto oggi possiamo definirlo come un tentativo di dare risposta a questo problema. In futuro credo che diventeranno realtà anche se siamo ancora nelle fasi molto iniziali della sperimentazione sull’uomo e i tempi sono in questo momento ancora molto lunghi”. 

Considera che secondo la United Network for Organ Sharing, più di 100mila americani attendono un organo per il trapianto e 17 persone muoiono ogni giorno in attesa di una disponibilità.

L’intervento – di cui qui vedi un passaggio – è stato un successo e al momento Rick sta bene. Si tratta di un grosso passo in avanti verso l’universo degli xenotrapianti: un alleato contro il problema della carenza di organi disponibili a un trapianto. Photo credit: Massachusetts General Hospital di Boston

Oggi insomma resta una strada ancora in salita. Tieni a mente infatti che David Bennett e Lawrence Faucette hanno resistito pochi mesi dopo la procedura e oltre ai problemi etici da superare, resistono anche diversi ostacoli, dal rischio rigetto dell’organo all’insorgenza di infezioni provocate da virus animali.

Ecco perché la storia di Rick – che finora procede bene – insieme a quella di David Bennett, Lawrence Faucette e al caso del primo fegato di un maiale geneticamente modificato, trapiantato per 10 giorni nell'uomo clinicamente morto rappresentano un altro passo deciso lungo questa maratona sanitaria: una delle più importanti che potremmo correre.

La foto di copertina appartiene al kit stampa fornito dal Massachusetts General Hospital di Boston

Fonte | Massachusetts General Hospital di Boston

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