L'Onu ha presentato ufficialmente per la prima volta la prima bozza del nuovo trattato sulla plastica. Bozza che contiene varie opzioni di attuazione dello stop alla plastica. E non si parte benissimo, anche perchè una di queste opzioni riguarda il limite della produzione di plastica, ma senza che venga rispettato alcun obiettivo da parte dei governi.
Un'altra opzione invece riguarda l'azzeramento di tutti gli incentivi per la produzione della plastica, ma anche l'introduzione di nuove e salate tasse per i produttori.
Il progetto alla fine offre due opzioni per quanto riguarda l'obiettivo del trattato. Uno è quello di “proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento da plastica”. L’opzione più radicale è “porre fine all’inquinamento da plastica”.
La bozza servirà comunque per intraprendere i primi negoziati di discussione del tema. Negoziati che partiranno sempre nel 2023, a novembre nella capitale del Kenya, Nairobi.
L’ultimo dato di cui ti avevamo parlato in merito ai rifiuti da imballaggi era del 2020: +70%. Adesso l’Italia è riuscita a portare il riciclo di questa filiera all’80%.
L'Italia, secondo il Conai, Consorzio nazionale imballaggi, in tutto il 2022 ha riciclato ben 10.4 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da imballaggi. Si tratta di aver riciclato il 71.5% di tutti gli imballaggi immessi al consumo (14.5 milioni di tonnellate).
Non finisce qui, sempre l'Italia ha anche bruciato per produrre energia ulteriori 1.3 milioni di tonnellate di questi rifiuti, portando la percentuale completa del riuso all'80%. Questo è un dato record perchè non solo centra gli obiettivi europei, sia del 2025 (riciclo del 65% dei rifiuti di imballaggio), sia del 2030 (riciclo del 70%), ma li supera anche. In tutto il 2022 quindi sono stati smaltiti solamente 2,8 milioni di tonnellate di questi rifiuti.
Si tratta del primo mezzo, che può già circolare, tappezzato da pannelli fotovoltaici i quali garantiranno energia solare per far funzionare la componente elettrica.
Il veicolo in questione è dotato di un propulsore ibrido plug-in da 560 CV e di 300 kWh di batterie suddivise tra camion e semirimorchio, rispettivamente per 100 e 200 kWh.
Secondo la Casa madre, la potenza ricavata da questa soluzione è pari a 8.000 kWh l'anno, equivalente a quella ottenibile da un impianto solare montato sul tetto di una casa, con un'efficienza massima di picco di 13,2 kW, e l'energia è sufficiente per aumentare l'autonomia di circa 5.000 km l'anno stimati sulla base delle condizioni climatiche della Svezia.
Google, nella sezione dedicata alle mappe implementerà informazioni legate alla presenza di tetti fotovoltaici sugli edifici e i valori energetici e gli eventuali risparmi che apporteranno, nuovi live lli di qualità dell'aria associata alla presenza di polline in atmosfera. Questo perchè gli indicatori sugli allergeni servono per chi soffre appunto di forti allergie. L'aumento delle temperature e delle emissioni di gas serra provoca infatti anche la crescita di piante che producono polline e l'incremento della produzione di polline in maggiori quantità e in più luoghi, aggrava il quadro clinico per chi soffre di allergie stagionali, che in certi casi sono ormai cronicizzate.
Tornando invece sul tema della mappatura solare, Google ha pensato di potenziare una funzione già presente, ovvero Project Sunroof che era stata presentata nel 2015 e adesso grazie all'intelligenza artificiale e nuove immagini satellitari sarà in grado di fornire dettagli legati alla geometria del tetto dalle immagini aeree, insieme a dettagli su alberature e ombre. Incrociando ulteriori fattori – meteo storico di zona, costi energetici e altri – queste informazioni forniscono (agli installatori, ma potenzialmente anche alle amministrazioni) la fotografia di quanta luce ricevano gli edifici e i potenziali risparmi energetici, ancora prima di analizzare dal vivo il sito.
L'India e l'elettrico possiamo definirli due contrari, visto anche il tasso di inquinamento nel Paese e il parco vetture molto datato, con ancora veicoli Euro 1-2-3 in circolazione. Sembra però che qualcosa è cambiato.
E infatti l'India, grazie al governo, ha pronto un piano federale da circa 1.3 miliardi di dollari per sviluppare la propria mobilità intorno all'elettrico.
Il piano federale che ha in mente il governo prevede anche l'installazione di 500 gigawatt di energia pulita entro il 2030 e questo garantirà energia a 300 milioni di case indiane. Il sogno infine è quello di rendere l'intero Paese carbon neutral entro il 2070.
Qualche novità è già arrivata nel 2022 in quanto secondo un rapporto dell'IEA pubblicato ad Aprile, il Paese asiatico ha fatto registrare un aumento considerevole nel numero di immatricolazione di veicoli elettrici.
Pensa che di tutti i veicoli a tre ruote, la metà erano solo elettrici. E questo è dovuto però anche al fatto che il 90% di tutti i veicoli a due e tre ruote sono proprio elettrici.
Sembra molto lontano, soprattutto se paragonato ad altre Nazioni o Continenti. La stessa Europa punta a raggiungere le zero emissioni entro il 2050, ma la situazione attuale è ben diversa. L'India infatti è una delle nazioni più inquinanti al mondo, dove i livelli di emissioni di gas serra sono talmente alti al punto tale da applicare dei lockdown climatici di qualche giorno in molte città. Per questo motivo semmai il Paese dovesse riuscire a diventare carbon neutral entro il 2070, sarebbe quasi un piccolo successo.