I probiotici: quali funzioni hanno e quando si usano

Nel 2001 i probiotici sono stati definiti come microrganismi vivi che in adeguate quantità possono avere un effetto benefico su alcune funzioni fisiologiche dell’organismo che li ospita. In caso di alterazione del microbiota intestinale abbiamo diverse strategie con cui intervenire: prebiotici, probiotici, simbiotici, e recentemente si stanno valutando i benefici del trapianto del microbiota fecale. Lo scopo di queste terapie è quello di riequilibrare lo stato di disbiosi.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
17 Giugno 2020 * ultima modifica il 17/06/2020

Chi sono mai questi sconosciuti? Sentiamo spesso parlare di probiotici, prebiotici, fermenti lattici a volte senza capire a cosa servano. Proviamo allora a capirlo insieme.

Cosa sono i probiotici?

Nel 2001 i probiotici sono stati definiti come microrganismi vivi che in adeguate quantità possono avere un effetto benefico su alcune funzioni fisiologiche dell’organismo che li ospita. Sono registrati come come integratori alimentari e come da normativa vigente sono alimenti che non sostituiscono una dieta sana ed equilibrata. Il loro scopo è supplementare la normale dieta contribuendo al benessere dell’organismo. Gli integratori non devono essere intesi come alternativa a un corretto stile di vita, una dieta varia ed equilibrata e un adeguato livello di attività fisica. Inoltre, uno dei requisiti fondamentali è la sicurezza del prodotto, in etichetta devono essere riportate le sostanze utilizzate e i dosaggi tutto seguendo norme ben precise atte a tutelare la salute pubblica.

Le funzioni

Il nostro intestino è popolato da tanti microrganismi buoni – tra cui batteri, funghi, batteriofaghi, parassiti – che aiutano le nostre funzioni fisiologiche: dall’assorbimento dei nutrienti, alla stimolazione del sistema immunitario, in collaborazione con la barriera intestinale. Questa è composta da cellule epiteliali della mucosa, dallo strato di muco sovrastante, dalle cellule del sistema immunitario sia innato che acquisito, dagli enzimi digestivi e dai sistemi endocrino, vascolare, linfatico e neuroenterico.

Tutto questo sistema risente di stati di disbiosi, a volte alla base di alcune patologie. Questo sistema così complesso, interagendo con l’ospite, rende possibile l’adattamento a fattori esterni, diventando caratteristico per ciascuno di noi. Abbiamo visto quando abbiamo parlato dei fermenti lattici di come molti fattori possano influenzare il microbiota intestinale: il parto, l’allattamento, la dieta, l’ambiente in cui viviamo, ecc. L’intestino umano è, quindi,  un sistema molto complesso.  L'equilibrio della barriera e di tutti i componenti, in condizioni fisiologiche, impedisce il passaggio di microrganismi patogeni od allergeni alimentari, i quelli possono scatenare disordini intestinali che conosciamo (gonfiore, dolore addominale, dissenteria, reazioni allergiche). La flora intestinale composta prevalentemente da lattobacilli e bifidobatteri, crea un ambiente sfavorevole ai patogeni. Lattobacilli e bifidobatteri sono i ceppi costantemente studiati ed usati a fini terapeutici.

Possiamo dunque riassumere le funzioni dei probiotici:

  • ripristinano e modificano la flora intestinale
  • inibiscono l'azione degli agenti patogeni
  • intervengono nella regolazione del sistema immunitario

Probiotici, prebiotici e simbiotici

In caso di alterazione del microbiota intestinale abbiamo diverse strategie con cui intervenire. L’integrazione con prebiotici, probiotici, simbiotici, e recentemente si stanno valutando i benefici del trapianto del microbiota fecale. Queste sono tutte strategie atte al ripristino del microbiota  con lo scopo ultimo di  riequilibrare lo stato di disbiosi. Quello che i ricercatori stanno cercando di fare è arrivare alla personalizzazione della cura. Le tecniche di ingegneria potrebbero modificare ceppi di probiotici in modo da veicolarli per uno specifico obiettivo. Si sta inoltre valutando come dall'esame delle feci dell'ospite si possano ricavare importanti informazioni circa la popolazione batterica, con la possibilità di ripristinare i ceppi deficitari.

Da questi studi è emerso che:

  • Akkermansia muciniphila potrebbe avere un effetto sui soggetti obesi, nel diabete e nelle malattie cardiometaboliche
  • Faecalibacterium prausnitzii ha mostrato le sua attività antinfiammatoria. Si è visto come questo batterio sia deficitario in pazienti con malattie croniche intestinali soprattutto quando la malattia sia presente in fase attiva.
  • Eubacterium hallii sembra avere potenzialità nel controllo glicemico dei pazienti con sindrome metabolica migliorando la risposta all’insulina

Altri studi sono ancora in corso, in particolar modo sui meccanismi di interazione fra i microrganismi probiotici e le funzioni immunitarie nell’ospite.

Come si usano

Il sistema gastrointestinale è il maggior bersaglio terapeutico dei probiotici. Vengono utilizzati come

  • preventivi o terapeutici contro la stipsi soprattutto nei bambini (es. L. casei rhamnosus, L. casei shirota, L. rhamnosus GG)
  • Terapeutici in caso di diarrea associata all'utilizzo di antibiotici nei bambini e negli adulti. (I ceppi maggiormente utilizzati sono L. rhamnosus GG, Saccharomyces boulardii)
  • Trattamento dei casi di diarrea da rotavirus nei bambini (viene utilizzato L. rhamnosus GG)
  • Questione dibattuta è la “diarrea del viaggiatore”, in quanto sembra dipendere dal paese di destinazione, anche se Saccharomyces boulardii sembra essere il ceppo con uno spettro d'azione maggiore
  • alcuni ceppi batterici sono utilizzati per migliorare la sindrome dell'intestino irritabile
  • alcuni probiotici sembrano essere un valido aiuto per il trattamento delle malattie infiammatorie dell'intestino e per l'infezione da Helicobacter Pylori.

Vedi, i campi di applicazione e di studio dei probiotici sono molti e molti ancora sono oggetto di studio da parte dei ricercatori.

Malattie infiammatorie intestinali

Abbiamo visto come molti fattori siano in grado di alterare il profilo microbico del nostro intestino, inducendo uno stato di disbiosi. Questo a volte può essere alla base di alcune patologie come ad es. la sindrome dell'intestino irritabile. L'integrazione, quindi, con probiotici andrebbe a ridurre la sintomatologia caratteristica di questa sindrome.

I ceppi maggiormente coinvolti nella sindrome dell'intestino irritabile fanno parte della famiglie Bifidobacterium e Lactobacillus che esercitano un effetto sinergico, andando a ripristinare la flora in porzioni differenti dell'intestino. Spesso ai probiotici si aggiungono i prebiotici come i frutto-oligosaccaridi (FOS) che sono in grado di stimolare la crescita e lo sviluppo dei ceppi batterici. Molti probiotici vengono anche utilizzati in patologie come colite ulcerosa e morbo di Crohn. Si è visto come in fase acuta riescano a diminuire la risposta infiammatoria coadiuvando la terapia farmacologica.

Disbiosi e celiachia: in alcuni studi è stato dimostrato come i pazienti celiaci che hanno assunto probiotici abbiano avuto un miglioramento dei sintomi intestinali rispetto ai pazienti che non hanno assunto proiotici.

Supplementi simbiotici nella stipsi cronica

Da alcuni lavori presenti in letteratura è emerso come il supplemento di probiotici quali Lactobacillus paracasei, L. rhamnosus, L. acidophilus e Bifidobacterium lactiscon con i FOS sia risultata una buona associazione per il trattamento della stipsi cronica. Il trattamento simbiontico è pertanto in grado di modificare la flora intestinale portandola ad uno stato di equilibrio.

In gravidanza

Da recenti studi è emerso come bambini nati da madri che abbiano assunto probiotici durante la gravidanza e l'allattamento abbiano ridotto l'insorgenza di eczema fino al 9%. Inoltre, l'allattamento al seno riduce del 6% i casi di eczema rispetto ai bambini nutriti con latte artificiale. Contemporaneamente a questi studi si è valutata la riduzione del rischio di insorgenza di allergia alimentari ed asma. Purtroppo in questi casi non si sono ottenuti risultati significativi. In altri studi effettuati si è associata una riduzione dell’incidenza di preeclamsia e parto pretermine in madri che hanno assunto probiotici e hanno assunto un modello alimentare caratterizzato da un'elevata assunzione di verdura, frutta e oli vegetali.

Disturbi intimi femminili

Quando sentiamo parlare di cistite pensiamo subito ad uno di quei disturbi prevalentemente femminili. Sai, la cistite è un disturbo di cui soffre una donna su due. Come curiamo la cistite? Con l'utilizzo, spesso eccessivo di antibiotici. In questo modo si rischia di avere trattamento inefficace dell'antibiotico e resistenza allo stesso, con conseguente indebolimento della flora batterica buona. Il maggior responsabile delle cistiti è l'Escherichia Coli, batterio normalmente presente nell'intestino, ma quando migra in vescica è il responsabile di questa infezione. Da recenti studi è emerso come il D-Mannosio a dosaggio elevato associato a probiotici possa essere un valido aiuto nel combattere questa infezione. La cistite abbiamo detto che è in grado di colpire un gran quantitativo di donne ed i fattori predisponenti sono:

  • disidratazione: spesso beviamo poco sia durante l'estate, che durante l'orario lavorativo. Questo porta ad una maggior concentrazione delle urine indebolendo il sistema immunitario
  • quando siamo al mare il costume bagnato o la stessa acqua di mare o di una piscina possono essere contaminati da microrganismi
  • biancheria intima e pantaloni troppo aderenti
  • stile di vita scorretto
  • alimentazione non bilanciata soprattutto se ricca di sale e con poca acqua
  • struttura anatomica del tratto uro-genitale

Altri disturbi intimi al femminile sono bruciori e prurito, vaginiti, candidosi, ecc che creano grande disagio nella vita della donna. Anche in questi casi andare a migliorare la flora batterica vaginale diventa di grande importanza per contrastare queste sintomatologie che spesso sono curate con composti contenenti antibatterici, antimicotici sia in forma di creme che lavande, ovuli, detergenti, ecc. Potenziare la flora batterica vaginale, può aiutarci a formare una barriera protettiva verso queste infezioni. A predisporre a queste situazioni, oltre ai fattori citati poco fa inerenti la cistite, ricordiamo: insonnia, tensione, herpes e stress.

Sistema nervoso centrale

Negli ultimi anni, alcuni studi hanno messo in mostra come i probiotici possano trovare applicazione nel trattamento dei disturbi psichici. Si è visto come possa esserci una correlazione tra specifici probiotici e un effetto ansiolitico, antidepressivo o come aiuto nel trattamento della stanchezza cronica. Questi probiotici vengono chiamati anche "psicobiotici", e dai risultati che si stanno ottenendo sarebbe davvero bello poter vedere come un paziente sia più propenso ad assumere un probiotico rispetto ad uno psicofarmaco. Vedremo cosa ci riserverà la ricerca scientifica in questo ambito. Si è anche visto che alcuni probiotici mostrano un'azione benefica sulla qualità del sonno.

In quali alimenti sono contenuti

I principali alimenti caratterizzati dalla presenza di probiotici sono:

  • Yogurt composto da Lactobacillus bulgaricus, Streptococcus thermophilus, spesso con aggiunta di Lactobacillus johnsoni La1, Lactobacillus casei Shirota, Lactobacillu casei DN-114 001, Bifidobacterium actiregularis, Lactobacillus rhamnosus GG.
  • Latti fermentati es. Kefir: ottenuto dalla fermentazione del latte grazie all'azione di lattobacilli. Le sostanze prodotte dal prodotto di fermentazione possiedono attività antinfiammatoria, antimicrobica, anticolesterolemica, ecc.
  • Succhi adiuvati di fermenti

Gli integratori

Abbiamo più volte ripetuto che esistono molti ceppi batterici che possono aiutarci a ripristinare uno stato di benessere intestinale. In commercio sono presenti molti prodotti con diverse associazioni, andiamo a veder qualcuno:

  • Prevenzione e ripristino del microbiota intestinale Bacillus clausii 
  • Riduzione del gonfiore addominale Lactobacillus paracelsi
  • Favorire l'equilibrio della flora intestinale Lactobacillus rhamnosus LR-32 + Bifidobacterium lactis BL-04
  • Prevenzione e trattamento della diarrea Lactobacillus rhamnosus GG, Saccharomyces boulardii
  • Ripristino della flora intestinale, normalizzando gli episodi diarroici, favorendo il recupero della funzionalità di assorbimento dei nutrienti della mucosa intestinale Lactobacillus acidophilus+Lactobacillus paracelsi+Bifidobacterium bifidum+Bifidobacterium lactis+Lactobacillus salivarius 

E i prebiotici?

I prebiotici di cui abbiamo già accennato sono sostanze organiche non digeribili dal nostro corpo. La loro funzione è quella di stimolare in maniera selettiva i nostri batteri buoni, favorendone la crescita e lo sviluppo apportando dunque un beneficio. I prebiotici maggiormente conosciuti  sono l'inulina ed i FOS (di cui abbiamo già parlato). L'inulina è in grado di aumentare la conta di acrinobacteria, bifidobacteria e lattobacilli, in questo modo si ha una diminuzione degli eventi di diarrea ed un miglioramento della salute intestinale correlata ad un supporto al sistema immunitario. Si è inoltre notato, come ci sia un aumento di acido butirrico, sostanza dalle numerose proprietà benefiche per l’organismo come un'azione protettiva contro le malattie infiammatorie intestinali o neoplastiche.  Da uno studio pubblicato nel 2005 è  emerso che l'inulina sia in grado di aumentare  l'assorbimento di calcio e di magnesio, influenza i livelli di glucosio nel sangue e riduce la concentrazione di colesterolo e di lipidi nel siero.

L'inulina è contenuta in molte piante tra cui ricordiamo:

  • topinambur
  • radice di cicoria
  • asparagi
  • radici di bardana
  • tarassaco

è contenuta anche in frutta e verdura come:

  • banana
  • frumento
  • cipolla
  • porro
  • aglio

Per le sue proprietà, l'inulina viene anche utilizzata in diagnostica per valutare la funzionalità renale. Un elevato utilizzo di inulina è controindicato in quanto si avrebbe un aumento di acidi organici prodotti dalla fermentazione dei batteri che porterebbe alla formazione di gas e flatulenza.

Hai visto quanti probiotici esistono? E pensa che non di tutti si sono ancora scoperte le funzionalità sul nostro organismo o che correlazione abbiano con determinate patologie. Pensa  anche che ne abbiamo elencato solo qualcuno, eppure sono davvero tanti, ma basta solo creare un disequilibrio tra le popolazioni che ne risentiamo subito. Ricordati di spiegare sempre bene il tuo problema in modo tale che il tuo medico o il tuo farmacista di fiducia possano suggerirti il prodotto più adeguato alla tua esigenza.

Fonti| Principi di Farmacologia Generale e Clinica – Katzung; Fisiologia Medica – Ganong;

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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