La desaturazione di ossigeno: che cos’è e quando dovresti preoccuparti

La desaturazione di ossigeno si verifica quando i livelli di questo gas nel sangue si abbassano. Se la saturazione scende sotto il 90% siamo in presenza di una situazione grave e occorre intervenire tempestivamente somministrando ossigeno o, nei casi più gravi, con la ventilazione assistita. Nella maggior parte dei casi è dovuta a patologie specifiche, soprattutto dell’apparato respiratorio.
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Angelica Giambelluca 30 Marzo 2020
* ultima modifica il 03/01/2021

In questi giorni di emergenza coronavirus avrai sentito parlare sicuramente di saturazione e desaturazione di ossigeno, soprattutto quando si parla di polmonite interstiziale acuta, la complicazione più grave di questa epidemia. La desaturazione di ossigeno non è altro che l’ abbassamento della saturazione di ossigeno dell'emoglobina al di sotto del 90%.

Cos'è

In casi di malattie dei polmoni, come la polmonite, o altre patologie respiratorie, la quantità di globuli rossi che trasportano il sangue può diminuire. Questa è la desaturazione di ossigeno.

Devi sapere che l’ossigeno è fondamentale per il corretto funzionamento di tutto il nostro organismo. È grazie alla circolazione sanguigna se l’ossigeno può essere trasportato in tutto il corpo. Il mezzo di trasporto principale dell’ossigeno è il globulo rosso, trasportatore infaticabile che quando passa dai polmoni fa il carico di ossigeno e lo porta, attraverso le arterie, in tutto il corpo. Durante il transito nei polmoni, il 95%-100% dei globuli rossi viene caricato (saturato) di ossigeno e tutto procede per il meglio. L’emoglobina, la proteina dei globuli rossi che conferisce loro il tipico colore vermiglio, è la responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti e dell’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni. La saturazione di ossigeno indica quindi la percentuale di emoglobina satura di ossigeno, ossia quanti globuli rossi stanno trasportando ossigeno verso gli organi e i diversi tessuti dell’organismo.

Se la saturazione scende sotto il 90% siamo in presenza di una situazione grave e occorre intervenire tempestivamente somministrando ossigeno o, nei casi più gravi, con la ventilazione assistita.

La desaturazione può insorgere anche in assenza di patologie respiratorie, ad esempio dopo uno sforzo fisico. Ma nella maggior parte dei casi è dovuta a patologie specifiche, soprattutto dell’apparato respiratorio. A questo scopo, quando si parla di desaturazione di ossigeno si parla anche di ipossemia, vale a dire l’abbassamento dei livelli di ossigeno nel sangue. Ipossemia può dare luogo all’ipossia,  la ridotta quantità di ossigeno in vari tessuti del corpo, una condizione che può portare a difficoltà funzionali di diversi organi, soprattutto cuore e cervello.

Per determinare il livello di saturazione di ossigeno occorre prelevare un campione di sangue da un’arteria (emogasanalisi arteriosa) oppure si può usare un semplice strumento, chiamato pulsiossimetro (noto anche come saturimetro) un piccolo dispositivo che si aggancia a un dito.

I valori normali

Quali sono i valori normali della saturazione di ossigeno? Vediamoli insieme.

  • Tra il 97% e il 99% stiamo tranquilli, livelli ottimali
  • Al 95% non dobbiamo necessariamente allarmarci, soprattutto se i livelli di emoglobina sono normali.
  • Tra il 95% e il 93% occorre drizzare le antenne perché potremmo essere di fronte a problemi di ossigenazione, e quindi una, seppur lieve, ipossia.
  • Tra il 92 e il 90% l’ossigenazione è insufficiente, in questo caso è utile sottoporre il paziente  ad emosgasanalisi.
  • Sotto il 90% siamo in presenza di una grave carenza di ossigeno e occorre intervenire al più presto con ossigenazione o ventilazione assistita.

Ci possono essere anche casi, non frequenti, in cui la saturazione è al 100%. Se non né stata fatta nessuna somministrazione di ossigeno che giustifichi questo livello, potremmo essere di fronte a un caso di iperventilazione, dovuto a stati d’ansia, per esempio.

La cause

Le possibili cause di desaturazione di ossigeno o ipossia possono essere numerose, tra queste vi sono:

  • Polmonite
  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
  • enfisema
  • intossicazione da anidride carbonica
  • sindrome da distress respiratorio
  • ostruzione fisica delle vie aeree
  • sindrome delle apnee ostruttive del sonno
  • pneumotorace
  • edema polmonare
  • embolia polmonare
  • asma
  • cancro ai polmoni

I sintomi

I sintomi della desaturazione di ossigeno, come puoi immaginare, sono diversi. Te ne ricordiamo alcuni:

  • Difficoltà a respirare
  • Fiato corto
  • Stato confusionale
  • Capogiro
  • Cianosi (la pelle diventa blu, a partire dalle estremità come le dite)
  • Mal di testa
  • Tachicardia
  • Aumento della pressione sanguigna
  • Perdita della coordinazione
  • Problemi di vista

La diagnosi

Per diagnosticare la desaturazione di ossigeno occorre misurare la saturazione. Si possono effettuare prelievi di sangue arterioso (Emogasanalisi- EGA) oppure si può usare un dispositivo medico chiamato saturimetro/pulsossimetro.

Emogasanalisi – EGA
Per effettuare questa analisi occorre prelevare un campione di sangue arterioso. Il prelievo da un’arteria può risultare un po’ più difficoltoso rispetto al prelievo venoso, ma in ogni caso non devi preoccuparti perché dura pochi secondi. A questo punto il campione di sangue si manda in laboratorio per essere analizzato e per capire il livello di ossigeno presente.

Pulsossimetro/saturimetro
Funziona in modo molto semplice: devi introdurre il dito in questo dispositivo, il quale in poco tempo analizza la saturazione, misurando l’intensità del colore del sangue. Più questo è rosso, maggiore è la saturazione di ossigeno.

La cura

La cura per la desaturazione di ossigeno consiste nel somministrare….ossigeno. Questo elemento è in effetti uno dei “farmaci” più usati nelle emergenze sanitarie. Ma non si può somministrare a caso, il dosaggio dipende dalle condizioni da trattare. Nella maggior parte dei casi il gas è somministrato attraverso una cannula nasale formata da due tubicini di plastica che si inseriscono nelle narici.
Se il paziente ha bisogno di più ossigeno oppure se ha il naso bloccato dal raffreddore, si può utilizzare una mascherina che copre bocca e naso.
In alcuni casi l’ossigeno può anche essere somministrato tramite un tubicino inserito nella trachea, attraverso un’incisione praticata nella parte anteriore del collo. In questo caso parliamo di ossigenoterapia transtracheale.
Infine, l’ossigeno può essere somministrato tramite ventilatori a pressione positiva continua (CPAP) che aiutano la respirazione.

Fonte| MSD

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