Perché si digiuna prima degli esami del sangue?

Prima di sottoporsi a un esame del sangue spesso il medico chiede al paziente di digiunare. In certi casi è strettamente necessario perché alcuni alimenti possono alterare le concentrazioni di alcuni elementi contenuti nel sangue, inficiando così i risultati delle analisi e, quindi, compromettendo anche l’eventuale trattamento.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Agosto 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

Quando devi fare gli esami del sangue, spesso ti viene chiesto di andarci a digiuno.

Si tratta di un requisito fondamentale da rispettare: i prelievi ematici sono esami che il medico prescrive per valutare con precisione il tuo stato di salute e non seguire la prassi può comprometterne i risultati.

Le concentrazioni di alcuni nutrienti contenuti negli alimenti come zuccheri, grassi, proteine o vitamine restano elevate nell’organismo e nel flusso sanguigno anche per ore dopo averli consumati.

È anche per questo motivo che di solito gli esami vengono eseguiti la mattina. In questo modo il paziente può sottoporsi al prelievo direttamente dopo il sonno, quindi fondamentalmente già a digiuno.

Cos’è il digiuno e per quali esami è necessario?

Quando senti parlare di digiuno devi pensare a un periodo di tempo variabile durante il quale una persona non assume alcun alimento, fatta eccezione per l’acqua e altri liquidi.

Il digiuno non è richiesto per tutti gli esami del sangue perché alcuni suoi componenti, come le cellule o le piastrine, non si modificano in seguito a un pasto.

È richiesto invece quando serve analizzare:

  • la glicemia, quindi le contrazioni di zucchero nel sangue
  • i trigliceridi: quindi i livelli dei lipidi e del colesterolo
  • l’acido folico
  • la sideremia (se alta o bassa)
  • la funzionalità epatica
  • la vitamina B12

Il periodo di digiuno può variare anche in base all’età. Negli adulti si va da un minimo di 8 ore a un massimo di 12. Nei bambini i riferimenti sono diversi:

  • Neonato (entro 30 giorni di vita): dopo circa 3 ore dalla poppata
  • Lattante (da 1 a 6 mesi): minimo 3 ore di digiuno
  • Divezzo (da 6 mesi a 3 anni): 4-5 ore
  • Bambino (da 3 anni a 8): 6 ore di digiuno
  • Dai 9 anni in poi: come gli adulti.

Ci sono degli alimenti consentiti?

Digiunare prima di un esame del sangue significa non poter assumere fondamentalmente nessun alimento. Qualcosa, tuttavia, è concesso.

Mi riferisco ovviamente all’acqua, in concentrazioni moderate e quantificabili in uno o due bicchieri.

Via libera anche a bevande come il caffè, il thè o la camomilla, a patto però che siano consumate amare e quindi senza alcuna aggiunta di zucchero.

Per quale motivo si digiuna?

Astenersi dal cibo prima di effettuare un prelievo di sangue, a volte, è strettamente necessario. Alcuni alimenti e bevande, infatti, possono inficiare la buona riuscita dell’esame, alterando negativamente alcuni valori presi in considerazione.

La carenza di liquidi, invece, è decisiva perché  la disidratazione è in grado di aumentare la concentrazione delle sostanze circolanti nel sangue anziché diluirle.

Rispettare la richiesta di digiuno prima di presentarsi al laboratorio per il prelievo del sangue è importantissimo perché distorcere i risultati, alterarli e inficiarli può voler dire influenzare negativamente la diagnosi e quindi anche l’eventuale trattamento.

Può voler dire, insomma, mettere in pericolo la propria salute.

Cosa succede se si mangia prima degli esami del sangue?

Il corretto comportamento nelle ore precedenti il prelievo contribuisce alla precisione diagnostica dell’esame. Capisci, insomma, che trasgredire questa richiesta può finire per alterare i valore ematici che il medico vuole analizzare per valutare il tuo stato di salute.

Proviamo a dare uno sguardo più da vicino a cosa succederebbe se si dovesse mangiare prima di effettuare gli esami del sangue. Nel caso di una persona con diabete, per esempio, assumere alimenti contenenti zuccheri può alterare non poco i valori del glicemia, già compromessi dalla malattia, che come sai determina una una resistenza all’insulina.

Se invece la sera prima del prelievo si consuma una cena importante, con alte concentrazioni di grassi, ecco che l’esame ne risentirà. I trigliceridi contenuti negli alimenti, infatti, necessitano di 10-12 per essere metabolizzati: è chiaro quindi che se la mattina seguente ci si sottopone al prelievo di sangue, la misurazione ne risentirà.

Fonti | Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma; Fondazione Veronesi; University of Pittsburgh Medical Center

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