Sindrome alfa-gal: cos’è e quali sono i rischi dell’allergia alla carne rossa provocata dal morso di zecca che preoccupa gli Stati Uniti

L’allergia alla carne rossa sta dilagando negli Usa e si chiama sindrome alfa-gal: si tratta di una vera e propria condizione di iper-sensibilità alimentare provocata dal morso di una particolare zecca nella cui saliva è presente uno zucchero che in alcune persone attiva una reazione allergica allo stesso carboidrato contenuto nella carne di manzo, maiale e agnello e anche in alcuni prodotti lattiero-caseari.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 3 Agosto 2023
* ultima modifica il 10/10/2023

Sì, è possibile essere allergici alla carne rossa. Si chiama sindrome alfa-gal ed è un disturbo che nasce in seguito al morso di una zecca.

Forse negli ultimi tempi ne avrai sentito parlare un po’ più di frequente perché secondo i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, oggi rappresenta una una vera e propria "allergia alimentare emergente e potenzialmente pericolosa per la vita”.

Tra il 2010 e il 2020 negli Usa sarebbero infatti stati individuati oltre 110mila casi sospetti di sindrome alfa-gal mentre dal 2017 al 2021 le segnalazioni sarebbero aumentate di circa 15mila ogni anno.

Siccome poi per arrivare a una diagnosi precisa sono necessari un test diagnostico positivo e un esame clinico e alcuni individui potrebbero non essersi sottoposti al test, i CDC hanno stimato che potrebbero esserci addirittura 450mila persone colpite da questa allergia alimentare.

Non a caso, la dottoressa Ann Carpenter, epidemiologa e autrice di uno dei documenti cui fanno riferimento i CDC, ha spiegato che “è fondamentale che i medici siano consapevoli della sindrome in modo che possano valutare, diagnosticare e gestire correttamente i loro pazienti e anche istruirli sulla prevenzione della puntura di zecca per proteggere i pazienti dallo sviluppo di questa condizione allergica”.

L’ampia percentuale di casi sospettati e non diagnosticati a causa di sintomi non specifici e incoerenti, la difficoltà nella ricerca di assistenza sanitaria e la scarsa consapevolezza da parte dei medici potrebbe quindi accentuare ulteriormente il peso della malattia sulla popolazione.

Come ti ho anticipato, la sindrome alfa-gal è una condizione allergica grave e che potenzialmente può anche essere pericolosa per la salute umana. Il  suo punto di origine è il morso di una particolare forma di zecca, l’Ambliomma Americanum (così come anche altri tipi di zecche) nella cui saliva è contenuto uno specifico carboidrato (nello specifico, uno zucchero) chiamato galattosio-alfa-1,3-galattosio (alfa-gal).

Questo zucchero, nell’organismo di in alcune persone, può attivare una forma di sensibilità nei confronti dei carboidrati presenti nella carne rossa. Una volta morse, alcune persone finiscono dunque per produrre ingenti quantità di anticorpi IgE diretti contro l’alfa-gal presente naturalmente nella carne di manzo, maiale e agnello e anche in alcuni prodotti lattiero-caseari, latte vaccino e latticini diventandone di fatto allergici.

I sintomi della sindrome alfa-gal non compaiono immediatamente dopo il consumo di questi alimenti ma tendono manifestarsi dalle 2 alle 6 ore dopo con forme di orticaria, tosse, nausea, vomito, bruciore di stomaco, diarrea, difficoltà a respirare, calo della pressione sanguigna e gonfiore alle labbra e alla gola oltre a un forte mal di stomaco

Le reazioni causate dalla sindrome variano da persona a persona e possono essere sia lievi che gravi. Non solo: in alcuni casi, possono arrivare a provocare anche anafilassi risultando dunque letali.

Fonte | Cdc

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.