Via a nuove misure di controllo per la Dengue: quali sono i rischi per l’Italia e cosa succede nel resto del mondo

Sale l’attenzione contro la Dengue. Il Ministero della Salute ha infatti allertato gli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera per tenere alta la guardia nei confronti delle merci importate da quei Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia. Rimbomba forte soprattutto ciò che sta succedendo in Brasile e in Argentina. Intanto, settimana prossima allo Spallanzani arrivano le prime dosi di vaccino.
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Kevin Ben Alì Zinati 14 Febbraio 2024
* ultima modifica il 03/03/2024

Alzare l’attenzione e la vigilanza. Che non vuol dire che siamo in pericolo imminente: quando però si ha a che fare con malattie infettive come la Dengue, prevenire decisamente meglio che curare.

Visto il costante aumento dei casi a livello mondiale, l’intenzione del Ministero della Salute è dunque chiara e per questo ha allertato gli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera (Usmaf-Sasn) di non abbassare la guardia nei confronti delle merci importate da quei Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia.

Il riferimento è una lunga lista di Paesi di AfricaAsia e isole del Pacifico, come indicato da una mappa di pubblicata dal Centers of Deseade Control and Prevention statunitense, senza dimenticare però quanto sta accadendo in Brasile e in Argentina.

L’obiettivo insomma è continuare a tenere il vettore della Dengue, la zanzara Aedes aegypti, il più possibile fuori dal nostro territorio.

Sfida non facile se pensi che ad alimentare il motore della diffusione sta contribuendo, e non poco, la crisi climatica e la trasformazione di zone prima «salve» in habitat perfetti per la proliferazione di questi insetti.

Cosa dice il Ministero della Salute

Lo scorso settembre sul nostro territorio i casi registrati di Dengue avevano raggiunto quota 181 sebbene si trattasse di infezioni importate da altri Paesi dove la malattia è endemica.

A far alzare l’attenzione però erano stati i 21 casi di Lodi, i 2 in provincia di Latina e quelli confermati nella provincia di Roma: tutti quanti connessi, invece, a una trasmissione locale e dunque a punture di zanzare che vivevano proprio nello stesso luogo delle persone che hanno contagiato.

Per tamponare questa situazione e tenere i nostri confini il più chiusi e sicuri possibile, la circolare emessa dal Ministero della Salute ha puntato il focus sulle zone di frontiera, ricordando che l’area aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti devono essere tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche roditori e insetti.

Per evitare qualsiasi tipo di rischio di diffusione di Dengue nel nostro Paese, le autorità dovranno anche prestare molta attenzione alle attività di disinfezione degli aeromobili e dovranno pure valutare l’opportunità di interventi straordinari di sorveglianza delle popolazioni di vettori e altri infestanti e di disinfestazione.

Il vaccino in Italia 

È proprio in un’ottica di massima prevenzione che per i prossimi giorni è previsto l’arrivo all’Inmi Spallanzani di Roma delle prime dosi del vaccino contro la febbre Dengue.

Lo scorso settembre, infatti, l’Aifa aveva dato luce verde al primo e unico farmaco per la prevenzione della malattia: un vaccino tetravalente, vivo attenuato, somministrabile in soggetti a partire dai 4 anni con 2 dosi sufficienti a raggiungere l’immunizzazione.

vaccino-bivalente-covid

Arriverà probabilmente nell’ultima settimana di febbraio e sarà accessibile nei soggetti a partire dai 4 anni di età.

Il resto del mondo

A far dirizzare le antenne delle nostre autorità sanitarie ci hanno pensato, su tutte, due situazioni. Quanto sta accadendo in Brasile, di certo, non lascia tranquilli.

Considera che solo quest’anno sono stati superati i 500mila casi, con 75 decessi dovuti alla Dengue e altri 350 sospetti tali. Il numero di contagi si sarebbe anche quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando furono registrati 128.842 casi probabili.

In Argentina invece l'infezione è dilagata in oltre la metà delle province del Paese. Il ministero della Sanità ha contato quasi 40mila casi registrati e 29 decessi e circa 14 delle 24 province argentine hanno riferito una circolazione virale della malattia.

Da fine agosto 2023 a inizio febbraio 2024, il tasso di trasmissione è stato di 86 casi ogni 100mila abitanti a livello nazionale.

Il ruolo del cambiamento climatico

Oltre al turismo e alla globalizzazione, gran parte della colpa del fatto che la Dengue sta diventando sempre più un pensiero anche alle nostre latitudini va assegnata al cambiamento climatico.

Gli inarrestabili aumenti di temperatura a cui siamo continuamente esposti ormai stanno favorendo la proliferazione delle zanzare anche in zone del mondo dove prima non si erano mai spinte.

L’Europa e l’Italia non sono storicamente territori «amici» di questi insetti ma i climi sempre più caldi stanno rivoluzionando anche la geografia di molte malattie infettive, dalla malaria alla Dengue, appunto.

La dottoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano ha infatti spiegato che nel complesso tentativo di mitigare le conseguenze dei cambiamenti in atto, un ruolo decisivo va assegnato alla prevenzione sia ambientale sia personale. “Ambientale con la bonifica delle acque stagnanti, habitat ideale per l'infestazione di zanzare vettrici di queste infezioni; personale innanzitutto con l'uso di insettorepellenti se ci si reca in zone a rischio”.

Fonte | Ansa; Ministero della Salute

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