Anemia: i valori dell’emocromo che indicano una carenza di ferro

L’emocromo è, semplicemente, il prelievo di sangue. Un esame che avrai già sostenuto diverse volte e che serve per capire se sono in corso diverse patologie. Ma quali fra le tante sigle che trovi sul referto sono importanti per sapere se il tuo corpo è carente di ferro? E cosa calcolano di preciso?
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Giulia Dallagiovanna 13 Febbraio 2019
* ultima modifica il 27/09/2022

L'anemia è, in poche parole, la carenza di ferro nel tuo organismo. Significa che al tuo corpo manca un sale minerale che si lega all'emoglobina e permette ai globuli rossi di portare ossigeno alle diverse cellule.

Il ferro proviene dalla disgregazione degli stessi globuli rossi o, in minima parte, dagli alimenti che ingerisci. Quello che non viene utilizzato subito, si lega ad alcune proteine e viene immagazzinato sotto forma di ferritina. Il problema si genera proprio quando le scorte iniziano a diminuire senza che arrivino nuovi approvvigionamenti.

All'inizio si tratta di carenza e la riconosci perché inizierai a sentirti più stanco del solito e potresti notare manifestazioni fisiche come mani e piedi sempre freddi o un persistente mal di testa. Se trascurata, la carenza diventa anemia vera e propria, i sintomi si fanno più seri e deve essere necessariamente trattata prima che insorgano complicazioni cardiache o respiratorie.

Ma come puoi fare per sapere se il livello di questo sale minerale è al di sotto della media? Attraverso un esame che avrai già ripetuto decine di volte: l'emocromo, ovvero il prelievo di sangue. Ci saranno però alcuni valori ai quali il tuo medico vorrà prestare particolare attenzione, ma che a te appariranno come una serie di sigle e termini dal significato sconosciuto. Proviamo allora a capirne qualcosa di più.

Cos'è l'emocromo

L'emocromo è, semplicemente, l'esame del sangue. Si tratta di una verifica di routine e ne avrai sicuramente già fatta almeno una nella vita. Serve a capire la composizione del tuo sangue, per valutare il tuo stato di salute. Può essere effettuato periodicamente, come controllo preventivo, oppure in casi specifici, quando esiste il sospetto che siano insorte malattie come infezioni ricorrenti, disordini della coagulazione, infiammazioni varie, tumori o, appunto, anemia.

È una sorta di censimento delle particelle che compongono la parte corpuscolare del tuo sangue: globuli bianchi, o leucociti, globuli rossi, oppure eritrociti e piastrine, trombociti. Sono tutte cellule prodotte dal tuo midollo osseo e rilasciate nei vasi una volta mature. Di loro si vuole sapere soprattutto quante sono, quanto sono grandi e in quale concentrazione è possibile trovarle. Anomalie evidenti in questi valori significano che è in corso una patologia più o meno grave, ma che in qualche modo è collegata al tuo sangue.

Su Ohga ti avevamo spiegato il significato delle sigle che trovi sul referto del prelievo e quali controlli dovresti fare regolarmente per tenere monitorata la tua salute. Ora vediamo nello specifico quali dati devi tenere a mente se vuoi accertarti di non soffrire di anemia.

I valori dell'anemia

Non esiste un indicatore "ferro" tra i risultati del tuo emocromo. Questo perché è una sostanza che si lega ad altre proteine e viene immagazzinata sotto forma di ferritina. Inoltre, una carenza di questo tipo influenza per via diretta la quantità di emoglobina e di globuli rossi. Saranno quindi i valori collegati al ferro a essere presi in considerazione per una diagnosi di anemia. Questi sono:

  • RBC: è il numero dei globuli rossi. Se ti manca il ferro, sarà inferiore a 4 eritrociti per microlitro di sangue
  • HGB: la quantità di emoglobina, che può essere rilevato anche con una piccola puntura al dito, poiché basta una gocciolina di sangue per misurarla. Si può parlare di anemia quando è inferiore ai 12 grammi al decilitro, se sei donna, e 13,4 se sei uomo.
  • HTC: percentuale del volume totale dei globuli rossi rispetto al sangue intero. La carenza di ferro sarà segnalata da un valore al di sotto del 34%.
  • Conta leucocitaria: la percentuale dei diversi tipi globuli bianchi, ovvero neutrofili (inferiori al 40%), linfociti (inferiori al 25%), monociti (inferiori al 2%), esinofili (inferiori a 0,5%) e basofili (inferiori allo 0%)
  • Indici eritrocitari: un indicatore che racchiude assieme i valori del volume corpuscolare medio dei globuli rossi (MCV), il contenuto medio di emoglobina dei globuli rossi (MCH), la concentrazione media di emoglobina dei globuli rossi (MCHC). L'MCV è espresso in femtonlitri, ovvero un litro diviso un milione di miliardi, per cellula. Dovrai prestare attenzione quando la cifra scende sotto gli 80 femtonlitri. L'MCH si misura invece in picogrammi, cioè un miliardesimo di grammo, e segnala una carenza di ferro quando è risulta inferiore a 26. Infine l'MCHC viene conteggiata in percentuali e non deve abbassarsi otre il 32%.

Ricorda che il prelievo di sangue viene eseguito solo alla mattina e a digiuno. Il processo digestivo e i nuovi alimenti ingeriti potrebbero infatti alterare i valori e restituirti un risultato che non corrisponde al tuo reale stato di salute.

Fonti| Humanitas, Avis

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.