La meningite virale: quali sono le differenze rispetto a quella batterica?

La meningite virale è l’infiammazione delle meningi ad opera di un virus, che nella maggior parte dei casi appartiene alla famiglia degli enterovirus. A differenza della variante batterica, è più diffusa ma meno pericolosa e di norma non c’è il rischio di mortalità. Rimane comunque importante intervenire subito con le cure per prevenire le complicanze più gravi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 9 Settembre 2020
* ultima modifica il 28/09/2020

La meningite virale è l'infiammazione delle meningi provocata da un virus. A differenza della variante batterica, questa è molto più diffusa ma, per fortuna, anche meno pericolosa. Se diagnosticata in tempo e tenuta sotto controllo, infatti, nella maggior parte dei casi la prognosi è benigna e il problema si risolve nel giro di una settimana o 10 giorni. Non è però semplice riconoscere subito una malattia i cui sintomi iniziali sono simili a quelli di tante altre infezioni. Si parla infatti di febbre, mal di testa, sonnolenza, nausea e vomito. Senza esami più approfonditi, dunque, è molto difficile arrivare a un verdetto certo.

Cos'è

La meningite virale è una malattia che provoca l'infiammazione delle meningi, tre membrane (dura madre, aracnoide e pia madre) il cui compito è proteggere e nutrire il tuo sistema nervoso centrale, ovvero l'encefalo e il midollo spinale. Come il nome ti avrà già fatto capire, all'origine c'è un virus. Ed è proprio questo che la distingue dalla forma batterica, meno diffusa ma più aggressiva e che dà luogo a complicanze più gravi. Per intenderci, quando leggi sul giornale di giovani ricoverati a causa di una meningite, questa è stata molto probabilmente provocata da un batterio.

Le cause

Come ti dicevo, la causa della meningite virale è appunto un virus. Non è però sempre lo stesso e non appartiene nemmeno ogni volta alla medesima famiglia. Proprio così, può trattarsi di agenti patogeni anche molto distanti tra loro. I più frequenti sono:

  • Gli enterovirus: più nello specifico il coxsackievirus A, l'echovirus, l'enterovirus 71 e il poliovirus. Nell'80-90% dei casi, i responsabili dell'infiammazione sono loro. Si tratta di virus a RNA che sarai abituato a conoscere attraverso altre malattie, come la mani-piedi-bocca nei bambini o la ben più pericolosa poliomielite.
  • Gli herpes virus: in particolare, gli herpes simplex di tipo 1 e 2, il virus varicella zoster, il virus di Epstein Barr e il citomegalovirus. Di norma, questi patogeni possono provocare la febbre al labbro o l'herpes genitale, la varicella, il fuoco di Sant'Antonio e la mononucleosi. Uno dei principali problemi, però, è anche quando scompaiono tutti i sintomi della malattia, il virus rimane nel tuo organismo e potrà riattivarsi quando si abbasseranno le tue difese immunitarie.
  • il virus del morbillo
  • il virus della parotite
  • la West Nile
  • l'Hiv

Vi sono poi anche altri virus che potrebbero arrivare a provocare una meningite virale, ma sono meno diffusi. Ora, però, una precisazione: se ti è appena comparso un herpes al labbro, non significa che il passo successivo sia l'infiammazione delle meningi. Affinché questo avvenga infatti è necessario che il patogeno arrivi nel sangue e, da lì, raggiunga le membrane in questione. Un evento dunque non eccessivamente raro, ma che non può nemmeno dirsi frequente. Quindi presta sempre attenzione ai segnali che ti invia il tuo corpo, ma senza andare nel panico.

I sintomi

I sintomi della meningite virale sono molto simili a quelli della meningite batterica, e questo naturalmente è uno dei principali problemi ai quali si trova davanti un medico che deve distinguere le due patologie. Dopo un periodo di incubazione che varia tra i 3 e i 6 giorni, infatti, inizieranno a comparire una forte cefalea, cioè un mal di testa, sonnolenza e mancanza di appetito.

Il periodo di incubazione varia tra i 3 e i 6 giorni

La febbre si manifesta di solito dopo altri 2 o 3 giorni e spesso è molto alta, mentre le mani e i piedi rimangono freddi. A questa si aggiungono poi nausea e vomito, confusione, dolore muscolare diffuso e intenso, pallore, difficoltà ad essere esposti a fonti luminose (fotofobia) e letargia. Quando sopraggiunge anche l'irrigidimento del collo o della nuca, cioè quando non riesci più a piegare la testa in avanti, significa che la malattia ha già progredito parecchio.

Nei neonati

Per quanto riguarda i neonati, ci sono altri importanti segnali ai quali devi prestare attenzione, soprattutto perché non saranno in grado di dirti quello che avvertono. Oltre alla febbre dunque, verifica anche un eventuale e sospetto stato di letargia o il pianto continuo e particolarmente acuto.

Le complicanze

La parte che più spaventa rispetto alla meningite sono le complicanze. Anche per quanto riguarda la forma virale possono in effetti avere luogo delle conseguenze serie, soprattutto se vi sono ritardi nella diagnosi e nella somministrazione di una terapia adeguata. Possono quindi insorgere un'encefalite o una mielite, sebbene per fortuna si tratti di casi rari. A differenza della meningite batterica, invece, questa variante non può diventare causa di sepsi e dunque di mortalità.

Come si trasmette

La meningite virale è contagiosa, come potrai immaginare. Per questo motivo, se scopri di averla dovresti cercare di restare un po' isolato ed evitare il contatto con altre persone. Più nello specifico, la trasmissione della malattia può avvenire per via aerea, quindi inalando le goccioline di saliva o di muco emesse da un individui malato, o anche per contatto con oggetti contaminati.

Più raramente, ma comunque da tenere presente, è il contagio attraverso il sangue o le feci di chi è affetto da meningite.

I più esposti al contagio sono i bambini minori di 5 anni, gli anziani e gli immunodepressi

Ci sono poi delle persone più esposte al rischio di contrarre questa malattia, come i bambini con meno di 5 anni e gli anziani. Individui, cioè, con il sistema immunitario più debole. Va da sé dunque che all'elenco debbano essere aggiunti gli immunodepressi, che dovranno fare ancora più attenzione.

La trasmissione sarà poi favorita da ambienti chiusi e dove le persone restano a stretto contatto per lungo tempo. Non è un caso se i focolai di meningite si registrano spesso nelle scuole e nelle università, ma anche in locali come discoteche o pub.

La diagnosi

La diagnosi è il vero problema di tutte le meningiti: come può un medico escludere a una prima occhiata un virus intestinale o una meningite batterica? Per questo motivo è necessaria un'indagine molto approfondita a partire dall'esame obiettivo e dal colloquio con il paziente.

Alla visita, si aggiungerà necessariamente un esame del sangue con la conseguente emocultura. Questo passaggio è fondamentale per escludere che vi sia un batterio dietro la tua infiammazione. Un'altra analisi che non potrà mancare sarà la puntura lombare, durante la quale ti verrà inserito un ago tra le vertebre lombari per prelevare del liquor, liquido cerebrospinale, attraverso il quale si potranno vedere eventuali lesioni a opera di una meningite e capire di preciso quale virus vi sia all'origine.

Se poi c'è il dubbio che la malattia abbia già provocato delle complicanze, è probabile che si ricorra anche a una TAC cerebrale alla ricerca di possibili danni.

La cura

Sempre a differenza della meningite batterica, la cura per la meningite virale può essere affrontata anche a casa propria, soprattutto se la malattia non sembra in forma grave. Il medico ti prescriverà probabilmente il riposo assoluto e dei farmaci per contrastare i sintomi, come degli analgesici per il dolore e degli antiemetici per il vomito.

Per i casi più seri è invece necessario il ricovero e l'assunzione di una terapia virale. In generale, comunque, la guarigione dovrebbe arrivare nel giro di 7 o 10 giorni, ma a volte il periodo si allunga anche fino a due settimane.

Quando rivolgersi al medico

Come abbiamo visto, non è possibile riconoscere una meningite a prima vista, perciò dovrai rivolgerti quanto prima a un medico. Un mal di testa molto forte, magari in concomitanza con qualcuna delle infezioni elencate qualche paragrafo più su o una febbre molto alta ti dovrebbero mettere in allarme. Chiedi subito il parere di uno specialista perché la diagnosi tempestiva è fondamentale per evitare le complicanze più gravi.

La prevenzione

Per prevenire la meningite virale, oltre ai normali accorgimenti come lavarsi spesso le mani o non stare vicino a persone malate, esiste una profilassi vaccinale che può indirettamente proteggere anche contro questa infiammazione. Mi riferisco al vaccino quadrivalente contro parotite, morbillo, rosolia e varicella, che dal 2017 è obbligatorio per tutti i nuovi nati. Evitando che tuo figlio possa venire infettato da questi virus, lo difenderà anche dalle eventuali complicanze.

Per quanto riguarda gli altri virus invece, va detto che ciascuno di loro ha modalità di prevenzione sue. In generale, è bene cercare di rafforzare le proprie difese immunitarie per evitare eventuali riattivazione di un herpes virus e non avere contatti con una persona che in quel momento ne presenta una. L'Hiv infine viene ostacolata solo da rapporti sessuali protetti o dall'aderenza alla terapia antiretrovirale.

Fonte| Ministero della Salute

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.