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Ossigenoterapia: quando e come viene eseguita la somministrazione artificiale di ossigeno

L’ossigenoterapia, ossia la somministrazione supplementare di ossigeno, è utilizzata in condizioni di carenza di ossigeno: esaminiamo insieme le modalità di utilizzo, compresa quella domiciliare, quando è necessaria ed eventuali effetti collaterali.
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23 Giugno 2022 * ultima modifica il 23/06/2022

Normalmente l’aria che respiriamo è costituita da circa il 20% di ossigeno, che serve come rifornimento di energia alle cellule dei nostri tessuti che, in assenza della giusta quantità, non funzionano correttamente e possono anche morire.

Cos’è

L’ossigenoterapia è, come suggerisce il termine, la somministrazione artificiale di ossigeno all’interno di in un trattamento medico o in tutte quelle condizioni in cui una persona, affetta principalmente da disturbi respiratori, non riesce ad ottenere abbastanza ossigeno in modo naturale, che si tratti di una patologia o condizione cronica, o di una condizione acuta. Nei casi di patologie croniche in cui il livello di ossigeno nel sangue si mantiene perennemente basso sarà necessaria una terapia costante, mentre in alcune patologie potrebbe essere necessaria solo nei momenti in cui i sintomi della malattia si acutizzano.

Solitamente la carenza di ossigeno può essere accompagnata da una sintomatologia precisa, quindi si potrebbero avvertire:

  • respirazione rapida e mancanza di fiato;
  • battito cardiaco accelerato;
  • tosse;
  • sudorazione e stati confusionali.

Per capire se il paziente ha necessità di ossigeno occorrerà determinare la quantità dello stesso nel sangue arterioso, quindi saranno necessari degli esami del sangue; un altro strumento utilizzato a questo scopo è il saturimetro, che indica il livello di ossigeno e saturazione semplicemente applicando lo strumento ad un dito.

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A cosa serve

L’ossigenoterapia viene prescritta soprattutto nelle patologie o disturbi della respirazione, tra cui possiamo elencare:

  • broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO): una patologia che causa un’ostruzione delle vie aeree;
  • polmonite;
  • asma;
  • displasia broncopolmonare: una patologia cronica dei neonati.

Altri disturbi o condizioni che possono necessitare di ossigenoterapia possono essere:

L’ossigenoterapia è molto utile nel diminuire la sensazione di mancanza di respiro, permettendo alle persone di essere più attive, migliorandone la qualità della vita; può essere efficace anche nello sviluppo dei neonati che presentano malattie polmonari, aiutandoli nella crescita.

Soprattutto nei casi di BPCO l’ossigeno dovrà essere assunto in modo regolare e a lungo termine, per la maggior parte della giornata, in quanto i livelli di ossigeno nel sangue risultano perennemente bassi: l’ossigenoterapia in questi casi aumenta i tassi di sopravvivenza di chi ne è affetto.

Come si fa?

Le patologie o condizioni croniche possono richiedere una terapia di ossigeno fissa, mentre alcune condizioni acute possono richiedere l’ossigenoterapia per un periodo limitato: in base a ciò la terapia avverrà in una struttura dedicata o anche a domicilio, quindi a casa propria, avvalendosi di strumentazioni portatili e adatte alle diverse necessità e occasioni.

In base a quanto abbiamo detto l’ossigenoterapia può essere somministrata in diversi modi:

  • sotto forma di ossigeno gassoso: è la fonte di erogazione più semplice, l’ossigeno è conservato in apposite bombole portatili, così che possa essere pratico anche per l’ossigenoterapia domiciliare, e possono essere anche utilizzati serbatoi più piccoli per l’uso fuori casa;
  • ossigeno liquido: è molto più pratico per l’utilizzo domiciliare e soprattutto per le persone più attive, in quanto i serbatoi di utilizzo sono molto più piccoli rispetto alle bombole classiche, e permette la ricarica di appositi dispositivi ricaricabili portatili;
  • concentratori di ossigeno: sono meno portatili delle due soluzioni versioni, anche se meno costosi e di più semplice utilizzo in quanto non richiedono ricariche o intercambi di bombole, ma funzionano prelevando l’ossigeno dalla stanza smistandolo da altri gas, e ridistribuendolo attraverso tubi o maschere facciali;
  • con utilizzo di una camera iperbarica: entrando direttamente in una stanza pressurizzata, dove la pressione dell’aria è aumentata e di conseguenza aumenta la quantità di ossigeno che arriva ai tessuti. Questa metodica viene utilizzata nel trattamento di alcune ferite gravi, ustioni, infezioni e trova utilizzo anche in alcuni tipi di embolia, disturbi da decompressione nei subacquei e nell’intossicazione da monossido di carbonio.
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Effetti collaterali

L’ossigenoterapia è realmente utile solo nei casi in cui i livelli di ossigeno nel nostro organismo sono davvero bassi; nel caso in cui non ci sia una reale necessità l’assunzione eccessiva di ossigeno, soprattutto se prolungata, potrebbe anche danneggiare i polmoni, specialmente in concomitanza di patologie polmonari.

Questo tipo di terapia non dovrebbe causare effetti non desiderati, in ogni caso è disponibile solamente dietro prescrizione medica ma, soprattutto negli utilizzi prolungati, potrebbe provocare secchezza delle vie respiratorie ed epistassi, stanchezza e mal di testa.

Anche in caso di eccesso di ossigeno somministrato si potrebbero riscontrare degli effetti collaterali, quali sonnolenza ed eccessivo torpore; nei neonati il trattamento prolungato con ossigeno supplementare potrebbe causare danni alla retina e anche cecità.

Rischi e controindicazioni

Occorre stare molto attenti con l’ossigenoterapia domiciliare, in quanto l’ossigeno presente in un luogo aumenta la combustione del fuoco, pertanto è indicata particolare attenzione nel modo di conservare le bombole di ossigeno all’interno della propria casa: ad esempio non chiudere i serbatoi in piccoli armadi, non utilizzarlo in presenza di fiamme libere, o in cucina, e cercare di mantenere i dispositivi in posizione verticale senza farli cadere.

Inoltre l’ossigenoterapia, nello specifico tramite somministrazione iperbarica, è controindicata in presenza di assunzione di determinati farmaci o patologie, risultando non adatta a tutti i tipi di pazienti.

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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