Chiariamo subito una cosa: non esiste la menopausa maschile. Si può parlare piuttosto di andropausa, problema assolutamente ben distinto. Si tratta di un processo fisiologico legato all’avanzare dell’età che determina nell’uomo un naturale calo fisiologico della produzione degli ormoni sessuali maschili da parte dei testicoli. Questo calo può portare alla comparsa di diversi sintomi, tra cui alcuni disturbi nella sfera sessuale. E solo a quel punto, gli uomini, generalmente refrattari ad ogni tipo di visita (figuriamoci da un andrologo), si fanno visitare.
Con il termine andropausa si intende il naturale deterioramento delle capacità riproduttive di un uomo con il passare degli anni legato al fisiologico e graduale calo della produzione degli ormoni sessuali maschili (i cosiddetti androgeni) da parte dei testicoli.
Sebbene il richiamo con la sua menopausa sia abbastanza evidente, nel caso dell'andropausa non si può parlare di un vero e proprio stop delle capacità riproduttive, diversamente da quanto invece avviene per le donne.
L'andropausa è caratterizzata da un'ampia sintomatologia che può comprendere sia sintomi di natura fisica che manifestazioni più di carattere psicologico.
Con l’avanzare dell’età il metabolismo rallenta e di conseguenza anche il consumo calorico giornaliero diminuisce, esponendo, in questo caso l'uomo, al rischio di sovrappeso; con l’andropausa si può verificare quindi una graduale perdita della massa magra e un aumento del tessuto adiposo.
Tra i più comuni sintomi ci sono anche:
Come puoi immaginare, il calo della produzione degli ormoni sessuali maschili da parte dei testicoli può incidere anche sul lato psicologico e psichico provocando, per esempio:
Generalmente, l'andropausa inizia intorno ai 45-50 anni e aumenta man mano che si invecchia. Come sindrome, può anche non avere effetti e sintomi evidenti anche fino ai 70 anni.
Sono diverse le cause dietro all’andropausa, anche qui alcune fisiche e altre più psicologiche. Pensieri negativi, stress e ansia possono provocare alcuni dei sintomi legati all'andropausa che ti ho descritto prima come la disfunzione erettile, la perdita della libido e gli sbalzi d’umore.
Condizioni come il diabete, l’aterosclerosi e la pressione troppo alta, invece, possono in ogni caso compromettere la funzionalità erettile.
Per una corretta diagnosi dell'andropausa occorre dosare, mediante un esame del sangue, il testosterone, sia totale che libero, e in alcuni casi, anche le gonadotropine ipofisarie, ossia gli ormoni che ne regolano la produzione, oltre la proteina SHBG che lo lega e ne inibisce la capacità di penetrare nelle cellule.
Si valutano anche altri esami come quelli della glicemia, dell’emoglobina glicata, della colesterolemia, della trigliceridemia e degli enzimi epatici. Non ultimo, si valuta l’insufficienza o meno della vitamina D. Se nell’organismo la vitamina D scarseggia, potrebbe verificarsi una disfunzione dell’endotelio vascolare (l'endotelio è il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore).
Resta fondamentale considerare poi lo stile di vita. La sedentarietà, il sovrappeso, lo stress e la dipendenza dal tabacco sono nemici della sessualità, e non vanno assolutamente sottovalutati o ignorati.
Se è stato riscontrato un deficit ormonale, è possibile valutare l'assunzione di specifici farmaci in grado di ripristinare lo stato di benessere. In caso di problemi di disfunzione erettile, i PDE-5i (tra cui probabilmente hai sentito nominare il Viagra) possono essere assunti in sicurezza perché non ci sono controindicazioni al loro utilizzo. Il paziente che inizia una cura per ridurre la sintomatologia dell'andropausa deve essere monitorato nel tempo per capire la risposta ai trattamenti.
L'andropausa non colpisce sempre e per forza tutti gli uomini. generalmente questa sindrome interessa circa il 2,1% della popolazione maschile. E, soprattutto, non si presenta sempre allo stesso modo: come ti ho anticipato prima, può anche essere asintomatica.
Non solo: possono anche esserci casi in cui un uomo può essere in grado di avere rapporti sessuali e procreare nonostante l’andropausa.
La concentrazione di testosterone può essere aumentata perdendo peso e adottando un'alimentazione sana ed equilibrata, riducendo i grassi ed evitando il consumo di zuccheri raffinati.
Uno stile di vita adeguato ed equilibrato infatti può contribuire a evitare un calo precoce e marcato così come a prevenire eventuali malattie come il diabete, l’obesità, l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e l’osteoporosi: tutte condizioni che, come ti ho detto prima, influenzano negativamente i sintomi dell’andropausa.
È facile intuire che l'andropausa può rappresentare una fonte di stress, ansia e a volte anche depressione per gli uomini. Per molti, infatti, il calo della produzione degli ormoni sessuali maschili da parte dei testicoli e la connessa impossibilità di procreare finiscono per diventare problemi insormontabili e difficili da accettare.
Il supporto da parte di figure specialistiche, come uno psicologo, è dunque fondamentale: è importante lavorare per accettare le normali e fisiologiche trasformazioni del proprio organismo legate all'invecchiamento. Non c'è niente di più naturale: è la vita.
Fonte | Santagostinopedia
(Articolo scritto da Gaia Cortese il 9 maggio 2019
Modificato da Kevin Ben Alì Zinati il 31 luglio 2023)