Arresto cardiaco: da quali sintomi puoi riconoscerlo e da cosa è provocato

L’arresto cardiaco è un’improvvisa e inaspettata interruzione dell’attività elettrica del cuore spesso provocata da un’aritmia. Questa condizione provoca il blocco dell’attività cardiaca e delle altre funzionalità dell’organismo, tra cui anche quella respiratoria. È decisivo intervenire immediato con la rianimazione cardiopolmonare: un arresto cardiaco, infatti, in moltissimi casi è anche fatale.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Ottobre 2023
* ultima modifica il 05/11/2023

Quando senti parlare di arresto cardiaco devi pensare a un’improvvisa e inaspettata interruzione dell’attività elettrica del cuore.

Si tratta di un evento cardiovascolare serio e potenzialmente fatale che provoca la perdita di coscienza di chi lo subisce e il blocco delle altre funzioni vitali, incluso il respiro.

Come puoi intuire, in caso di arresto cardiaco è strettamente necessario un intervento rapido e tempestivo in modo da prevenire danni permanenti al cervello e agli altri organi vitali oppure, come succede incolti casi, per salvare la vita del paziente.

Vista la sua imprevedibilità e l’elevato grado di mortalità connesso, potresti sentire chiamare l’arresto cardiaco anche “morte cardiaca improvvisa” o “arresto cardiaco improvviso”.

Come avviene

L’arresto cardiaco è una condizione clinica grave, seria e d’emergenza che si verifica in seguito a un’improvvisa cessazione dell’attività cardiaca.

Il cuore di un individuo colpito da una simile condizione smette di funzionare e di pompare sangue al resto del corpo. Il paziente, così, cade rapidamente in uno stato di incoscienza durante il quale quasi tutte le attività dell’organismo restano bloccate, compresa quella respiratoria.

Privo di sangue ossigenato al cervello, l’individuo può quindi andare incontro a seri danni, spesso anche irreversibili fino ad arrivare anche alla morte.

Quali sono i sintomi e i segnali

La manifestazione clinica di un arresto cardiaco è, sfortunatamente, molto riconoscibile.

Un individuo colpito da un’interruzione dell’attività elettrica del cuore, infatti, prima di tutto cade in uno stato di incoscienza, smette di respirare perdendo, talvolta, anche il controllo degli sfinteri.

Altri sintomi che contraddistinguono questa condizione sono:

  • assenza di polso
  • convulsioni
  • cianosi

In diversi casi, prima che l’arresto cardiaco si verifichi, possono insorgere dei segnali dai quali è possibile – sebbene non semplicissimo – riconoscerne l’arrivo con un piccolo anticipo. Sto parlando di:

  • forte dolore nella zona del torace se la causa dell’arresto è un infarto (più avanti ti spiegherò la differenza)
  • palpitazioni, se la causa è una tachi-aritmia
  • difficoltà respiratorie, se la causa è l’insufficienza respiratoria
  • fatica
  • senso di svenimento 
  • vertigini

Cosa provoca un arresto cardiaco

L’arresto cardiaco può insorgere in seguito a diverse cause. La prima e più diffusa sono le aritmie, cioè alterazioni del ritmo cardiaco che portano il cuore a battere troppo lentamente, la cosiddetta bradicardia, o troppo rapidamente e qui parliamo di tachicardia.

Come ci aveva spiegato la dottoressa Elena Lucca, la bradicardia si verifica quando la frequenza del cuore è inferiore ai 60 battiti al minuto mentre quando supera i 100 si parla di tachicardia.

Le aritmie, in sostanza, interrompono in modo drastico la naturale azione di pompaggio del sangue verso il cuore e tutti gli altri organi.

Altre cause che possono provocare un arresto cardiaco sono:

  • infarto
  • scompenso cardiaco
  • miocardite
  • insufficienza respiratoria
  • coronaropatie
  • sindrome di Brugada: si tratta di una malattia genetica che provoca in chi ne soffre una serie di anomalie nell’attività elettrica del cuore. Questa patologia, specialmente in persone tra i 25 e i 50 anni, può provocare un arresto cardiaco mortale dovuto a un fibrillazione ventricolare. Chi soffre di questa patologia può incorrere anche in un arresto cardiaco nel sonno.

Quanto si sopravvive

Il tasso di sopravvivenza da un arresto cardiaco è strettamente correlato alla rapidità d’intervento. Se la rianimazione cardiopolmonare viene effettuata in maniera precoce e rapida (oltreché efficace), dunque nel giro di 5 minuti, le possibilità che la persona che l’ha subìto sopravviva arrivano anche al 50%.

La possibilità di aumentare queste percentuali dipende da diversi fattori tra cui, i più decisivi, sono la presenza di testimoni durante un arresto cardiaco improvviso e la capacità di intervento di chi assiste.

Se il “testimone” intervenisse in maniera tempestiva e adeguata iniziando il massaggio per la rianimazione cardiopolmonare prima dell’arrivo dell’ambulanza, le chances di sopravvivenza aumenterebbero di 2-3 volte.

Cosa fare in caso di arresto cardiaco

Prevedere e prendere in anticipo un arresto cardiaco, nonostante tutta la serie di segnali con cui riconoscerlo di cui ti ho parlato prima, non è affatto semplice.

È più facile, purtroppo, parlare di cosa fare in caso di un arresto cardiaco. La prima cosa da fare, come ti ho detto prima, è intervenire immediatamente con la rianimazione cardiopolmonare.

Questa manovra prevede l’applicazione di una sequenza di compressioni al torace e respirazione bocca a bocca per bloccare l’aritmia e far riprendere l’attività del cuore.

Una volta fatto ripartire il cuore e “salvato” il paziente dalla fase più drammatica e complicata di un arresto cardiaco, è necessario sottoporla a una serie di esami diagnostici per individuarne le cause.

Gli accertamenti possono comprendere un elettrocardiogramma, prelievi del sangue e altri esami di diagnostica per immagini.

La differenza tra arresto cardiaco e infarto

Spesso potresti averli sentiti usare uno come sinonimo dell’altro ma tra arresto cardiaco e attacco di cuore c’è una differenza che devi tenere a mente.

L’attacco di cuore, chiamato anche infarto, è provocato dall’interruzione del flusso di sangue diretto al miocardio, ovvero il tessuto muscolare del cuore. Dietro a un arresto cardiaco, invece, c'è un'alterazione del ritmo sinusale, ovvero un’aritmia che, come ti ho anticipato prima, è un’alterazione del ritmo cardiaco.

Devi sapere che l’infarto può diventare causa di un arresto cardiaco. Secondo l’Istituto Mario Negri, circa il 70% degli arresti cardiaci nasce Da un infarto del miocardio.

Fonti | Humanitas; Msd Manuals; Istituto Mario Negri

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