Com’è cambiata la nostra aspettativa di vita?

Grazie ai progressi scientifici e sociali siamo riusciti a combattere quella che è stata la prima causa di decessi per molto tempo: le malattie infettive. Ma di cosa moriamo oggi?
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Beatrice Barra 7 Aprile 2023
* ultima modifica il 07/04/2023

La nostra aspettativa di vita dal 1770 a oggi è aumentata esponenzialmente. Più o meno così:

Questo è merito dei grandi progressi fatti dalla scienza, del miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della società, delle azioni di sensibilizzazione. Insomma, siamo riusciti a sconfiggere,a prevenire, o ad arginare quelle che rappresentavano la principale causa di morte a livello globale: le malattie infettive.

Cosa sono le malattie infettive

Le malattie infettive vengono causate da agenti microbici estranei come batteri, funghi o virus che entrano in contatto con l'organismo umano, si riproducono e creano delle alterazioni funzionali. Alcuni esempi sono la peste, la spagnola, la tubercolosi… il covid. Tre quarti di queste malattie sono il risultato di spillover zoonotici (ovvero salti di specie da animali a uomo).

Anche la peste bubbonica, conosciuta anche come "la morte nera" ha con grandi probabilità avuto origine da un animale che non diresti mai: la marmotta, quelle che Marco Polo definiva Topi di Faraone, che probabilmente fu punta da una pulce, trasmettendo poi il batterio a un umano che a sua volta ha contagiato un altro umano e così via.

Di cosa moriamo oggi? Le MCNT

Ma insomma: se siamo riusciti a sconfiggere quella che era la principale causa di morte, allora, di cosa moriamo oggi? Di cose, in gran parte, evitabili. Il primato delle malattie infettive, infatti, è stato sostituito dalle malattie croniche non trasmissibili, che comprendono alcune patologie cardiache, il cancro, il diabetee le patologie respiratorie.

In generale, sono malattie che hanno origine in età giovanile, ma che richiedono anche decenni prima di manifestarsi clinicamente e un’assistenza a lungo termine una volta che arrivano. Allo stesso tempo, però, presentano moltissime opportunità di prevenzione.

In sintesi: gran parte dei decessi prematuri legati a queste malattie potrebbero essere evitati.

Questi numeri possono essere cambiati, perché la comparsa di queste malattie è legata a fattori di rischio comportamentali (come un'alimentazione non salutare, il fumo, un eccessivo uso di alcol, la mancanza di attività fisica), biologici (come l'aumento della pressione sanguigna, il sovrappeso e l'obesità) e ambientali (inquinamento indoor e outdoor dell'aria).

Insieme ai periodi storici cambiano i fattori di rischio

Questa è la testimonianza di come insieme ai periodi storici cambino i pericoli a cui è esposta la nostra salute, ma anche la consapevolezza, la conoscenza e i mezzi che abbiamo per arginarli o affrontarli.

Infatti, ai tempi della peste o della spagnola le persone erano costrette a vivere in ambienti ristretti, senza acqua corrente, sapone, e spesso a stretto contatto con animali come i topi – e il sistema sanitario era inesistente: non aveva le conoscenze, né i mezzi per gestire epidemie di questo tipo.

Insomma, all’epoca le cause erano fattori che non dipendevano da nessuno, ma impattavano su tutti. Oggi, invece, è tutto il contrario. Almeno in gran parte dei Paesi del mondo. Non è un caso che la principale causa di decessi, oggi, sia legata a dei fattori di rischio evitabili. l'Oms ha sottolineato che attraverso interventi mirati da parte delle Istituzioni e comportamenti individuali sani e consapevoli, anche la rotta delle mcnt può essere invertita.

Gli interventi delle Istituzioni non sono astratti: l'Oms nel 2013 li ha indicati nel "Global Action Plan for the Prevention and Control of NCDs" che è stato esteso al 2030 e che fornisce una sorta di libretto di istruzioni per diminuire la comparsa e i decessi causati dalle malattie croniche non trasmissibili: da accorgimenti per il sistema sanitario a piani per la riduzione dell'inquinamento ambientale. Il resto dipende da noi, dalle nostre scelte quotidiane, dal modo in cui decidiamo di prenderci cura della nostra salute iniziando a vederla non solo come l'assenza di malattie, ma come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale.

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