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Ecco le nostre 10 buone notizie sull’ambiente della settimana: dalla CO2 che diventa roccia al primo parco fluviale in Europa

Dallo stop ai motori a benzina e diesel nel 2035, all’alveare robotico salva api, passando per il referendum italiano contro gli allevamenti intensivi. Ecco le ultime novità green e in tema ambientale, della scorsa settimana ( 18 marzo – 30 marzo 2023), che faranno contento te e la Terra.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
30 Marzo 2023

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In Islanda la CO2 diventa roccia

Il progetto Carbfix 2, finanziato dall’Unione Europea, ha portato in Islanda partner industriali e accademici per sviluppare una tecnologia che fosse in grado di mineralizzare permanentemente la CO2 sottratta da impianti industriali, con il fine di creare depositi di stoccaggio eterni. L’avvio della sperimentazione è avvenuto presso la centrale geotermica di Hellisheiði nel 2014, con l’installazione di un impianto permanente di cattura di CO2 e H2S. Le due specie vengono separate dagli altri gas non condensabili e poi la miscela trasportata in un pozzo di iniezione dove viene co-iniettato il fluido insieme alla salamoia geotermica della centrale elettrica in un pozzo di reiniezione (a Húsmúli). A centinaia di metri di profondità avviene poi la “magia”. Nel profondo del pozzo, dove la struttura lascia il posto ai basalti islandesi, il fluido incontra la roccia muovendosi tra fratture, pori e aperture. La reazione tra fluido ricco in CO2 ed H2S e formazione rocciosa basaltica, per composizione ricca in calcio e magnesio, favorisce la formazione di minerali di calcio, magnesio (calcite, dolomite, magnesite) e solfuri, permettendo la fissazione dell’anidride carbonica e dello zolfo in roccia. Una reazione che in altri contesti geologici, per avvenire, impiegherebbe molto più tempo, ma che qui è accelerata dalla composizione chimica delle rocce islandesi. Secondo i calcoli dei ricercatori, in soli 2 anni si riesce a mineralizzare oltre il 90% della CO2 iniettata. Un risultato straordinario che è valso al progetto il prestigioso Keeling Curve Prize (premio dedicato alle tecnologie che contribuiscono al contrasto al riscaldamento globale).

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Costa Rica, un Paese modello per la produzione di elettricità

Lo Stato dell'America centrale è dal 2017 che è diventato un modello della transizione energetica, o meglio, della decarbonizzazione. Il Costa Rica è infatti riuscito a produrre elettricità per il  99% proveniente da fonti energetiche rinnovabili. Pensa che nel 2019 il programma per l'ambiente delle Nazioni Unite l'ha premiato con il "Champions of the Earth 2019". Si tratta di uno dei più prestigioso riconoscimento ambientale concesso dall'ONU. Il processo di decarbonizzazione della Costa Rica non finisce qui, infatti la Nazione americana ha strutturato un programma carbon neutral da applicare entro il 2050 che prevede trasporto pubblico pulito, un nuovo sistema di rifiuti e un'agricoltura sostenibile. Nel 2017 la Costa Rica è riuscita per 300 giorni di fila a reggere l'intera economia energetica con solo energia rinnovabile. Nessuno prima c'era riuscito, contando anche il fatto che nel Paese americano vivono 5 milioni di persone che producono solo lo 0.4% delle emissioni globali.

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Sono state distribuite 2.500 piantine ai cittadini milanesi

Sono passate da duemila a 2500 le piantine distribuite quest'anno per la seconda edizione di Custodiscimi, il progetto congiunto di Forestami, ERSAF e Legambiente Lombardia per promuovere la forestazione urbana nella città di Milano. Un chiaro segnale del sempre maggiore interesse  dei cittadini, tant'è che almeno il 77 per cento delle persone che hanno aderito all'iniziativa quest'anno sono nuovi "affidatari" di piantine. Alla base dell’iniziativa c'è un vero e proprio patto tra Forestami e i cittadini, un “patto di custodia” che intende dare valore ai principi di sostenibilità e di reciproco aiuto tra cittadini e associazioni ambientaliste. Dal momento del ritiro delle piantine, i cittadini affidatari dovranno, infatti, prendersene cura per i prossimi mesi fino ad ottobre, avvalendosi de consigli e del supporto degli agronomi e degli esperti di Forestami.

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Presentato un referendum per chiudere gli allevamenti intensivi in Italia

Il Partito animalista italiano, insieme ad altre realtà associative a difesa dei diritti degli animali, ha depositato in Corte di Cassazione la proposta di un referendum per chiudere gli allevamenti e macelli intensivi e renderli fuori legge. Il presidente: “Giornata storica per l’animalismo in Italia”. Così l'ha definita il presidente del Partito animalista italiano Cristiano Ceriello che in un comunicato stampa ha spiegato le ragioni alla base del referendum: "Con il nostro quesito vogliamo abrogare le deroghe di cui godono sinora per legge le attività di allevamento, trasporto, macellazione degli animali e le deroghe alle leggi speciali in materia di animali, rendendoli per ora non punibili penalmente di uccisioni e maltrattamenti ingiusti contro gli animali. Se dovesse passare il nostro quesito, quelli che ora sono gli allevamenti e macelli intensivi diventerebbero totalmente illegali, oltre che reati, e questa nuova realtà porterebbe alla loro abolizione e fine".

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In Australia 29 specie animali non sono più a rischio estinzione

Lo studio pubblicato su Biological Conservation riporta le evidenze di una ripresa di alcune specie a rischio di estinzione in Australia. È stato condotto dal 2000 al 2022 e in questo lasso di tempo sono state identificate ventinove specie che, grazie a una gestione costante delle minacce, stanno riuscendo a ripopolare le loro fila. La maggior parte delle specie recuperate sono mammiferi. Le popolazioni di questi animali erano state colpite da predatori introdotti dall'uomo, ma anche invertebrati e pesci erano minacciati, in questo caso dalla perdita degli habitat naturali, dai numerosi incendi e dai cambiamenti climatici. Secondo lo studio, ad essere potenzialmente usciti dal rischio d'estinzione sono una specie di pesce, quattro rane, un rettile, otto uccelli e quindici mammiferi. Si tratta, tra gli altri, del bilby maggiore (o macrotis), della bettongia scavatrice, del quoll occidentale (dasyurus), del bandicoot barrato orientale (pandi-kokku), dell'albatro fuligginoso, dello scricciolo grigio e del merluzzo Murray. La rimozione dalla lista delle specie a rischio dovrebbe essere considerata come un segnale di successo, ma solo con un'attenzione continua e una gestione costante sarà possibile evitare che il pericolo si ripresenti. La conservazione delle specie è infatti di vitale importanza per la biodiversità dei diversi habitat, che subiscono importanti impoverimenti e disequilibri anche a causa della scomparsa di troppi esseri viventi.

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Arriva il via libera del Consiglio Europeo allo stop dei motori a benzina e diesel nel 2035

Tutti i ministri dell'energia degli Stati membri si sono riuniti al Consiglio UE per approvare il regolamento sul blocco dei motori a benzina e diesel dal 2035. Arriva un definitivo via libera, dopo che il testo era stato approvato prima dalla Commissione Industria e successivamente dal Parlamento Europeo. Arriva l'ok nonostante l'Italia si sia astenuta dal votare. Astenersi in questo caso è come votare contro al provvedimento. E questo provvedimento però prevede una deroga per tutti i motori endotermici che verranno alimentati da carburanti sintetici. Questo ufficiale passo in avanti dell'Unione Europea arriva dopo i dialoghi e i confronti dei giorni scorsi, sia con il governo dei verdi della Germania, sia con il governo italiano. Allora la domanda sorge spontanea: "Se c'è questa deroga perchè l'Italia si è astenuta dal votare a favore del nuovo regolamento?" Per il Ministro all'Ambiente e alla Sicurezza Energetica Fratin manca un'ulteriore deroga, quella per i biocarburanti. Oltre al nostro Paese, ad astenersi sono stati anche Romania e Bulgaria. La Polonia invece ha votato contro.

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Dalla Svezia un nuovo materiale a base di cellulosa per purificare l’acqua contaminata

In Svezia i ricercatori della Chalmers University of Technology hanno sviluppato una nuova tecnologia a base di legno, che rimuove l'80% dei coloranti inquinanti nelle acque reflue. Probabilmente questa scoperta, a base legnosa, dipende anche dal fatto che le foreste svedesi costituiscono il più grande massiccio presente in Europa, essendo estese per più di 3,5 milioni di ettari. Dopo aver studiato a lungo le caratteristiche e le potenzialità dei nanocristalli di cellulosa, gli studiosi hanno utilizzato la capacità di assorbimento delle microparticelle, che, a loro detta, è eccezionale. "Ora abbiamo creato un materiale biobased, una forma di polvere di cellulosa con eccellenti proprietà di purificazione che possiamo adattare e modificare a seconda dei tipi di inquinanti da rimuovere", spiega Gunnar Westman. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Industrial & Engineering Chemistry Research. E i ricercatori hanno spiegato che, quando l'acqua inquinata passa attraverso un filtro con la polvere di cellulosa, gli inquinanti vengono assorbiti. In un secondo momento, la luce solare che entra nel sistema di trattamento provoca una rapida ed efficiente disgregazione degli inquinanti. Un metodo semplice e replicabile anche in situazioni non industriali. Questo filtro fatto con la cellulosa infatti non richiede né pressione né calore e utilizza la luce solare per catalizzare il processo. Così semplice che  Gunnar Westman ha paragonato questo metodo "al versare del succo di lampone in un bicchiere con dei chicchi di riso, che assorbono il succo per rendere l'acqua nuovamente trasparente".

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A Perugia è stato installato un cestino intelligente anti-sprechi

Si chiama WasteMate120 e ha la peculiarità di essere dotato di una pressa interna che comprime i rifiuti. Inoltre avvisa chi si occupa dello svuotamento tramite un'app. Ma da dove prende l'energia per funzionare? Il cestino intelligente è autonomo grazie a un pannello fotovoltaico installato nella parte superiore: da questo arriva l'energia che permette il funzionamento della pressa e l'attivazione di un sensore che tramite un sistema di led (simile ai semafori, quindi: verde, giallo, rosso) indica quanto è pieno il cestino. Quando questo arriva al massimo della sua capienza, l'apertura si blocca e non è possibile usare la pattumiera. Il punto di forza di questo cestino è la presenza della pressa, che comprimendo i rifiuti, rende necessarie meno operazioni di svuotamento, ovvero un minore spreco: in questo modo si evita agli addetti l'incombenza di controllare il contenuto del cestino e soprattutto che vengano gettati sacchi mezzi vuoti. Tra le altre cose, è dotato di un pedale che permette l'apertura in maniera igienica. È previsto, infine, un apposito foro per gettare i mozziconi (che ben sappiamo essere altamente inquinanti).

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Un alveare robotico può aiutare a salvare le api dal freddo

Quando il progresso tecnologico si mette al servizio della natura, l’ambiente può trarne grandi benefici. È ciò dimostra un recente studio condotto dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna su un nuovo alveare robotico: grazie a un sistema di monitoraggio e di regolazione termica, riesce a supportare le colonie di api nel corso della stagione invernale, prevenendone potenzialmente la morte. Colpite dalle rigide temperature invernali le api, e in particolare l’Apis mellifera, nelle regioni non tropicali vanno incontro a un aumento del tasso di mortalità. Come si legge sulle rivista Science Robotics, l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne e l’Università di Graz hanno messo a punto un alveare che, attraverso la tecnologia e la robotica, potrebbe contrastare il declino delle colonie durante l’inverno. Le api, per sopravvivere al freddo, sfruttano la strategia del “glomere”: si raggruppano per mantenere il microclima necessario alla sopravvivenza. L’alveare robotico riesce a rilevare la temperatura del glomere e a interagire termicamente con le colonie, evitando che le api entrino in coma.

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Albania, il Vjosa è il primo parco nazionale fluviale selvaggio in Europa

Scorre per 270 km dalle montagne del Pindo, in Grecia, attraversando stretti canyon, vaste pianure e fitte foreste in Albania, fino a sfociare nel mare Adriatico. Il fiume Vjosa è uno degli ultimi fiumi selvaggi d'Europa, privo di dighe o altre barriere artificiali. Dichiarato da poco Parco nazionale dal governo albanese, questo fiume ospita nel suo ecosistema una miriade di specie animali, tra cui alcune a rischio di estinzione come il capovaccaio e la lince balcanica, di cui si stima che ne rimangano solo quindici in Albania. L'ecosistema del fiume Vjosa è stato minacciato per anni, tanto che a un certo punto erano state pianificate addirittura 45 centrali idroelettriche in tutta la regione. Mercoledì scorso, dopo una campagna quasi decennale da parte di diverse ong ambientaliste, il Vjosa è stato finalmente dichiarato il primo parco nazionale fluviale selvaggio in Europa. Non è passato inosservato neppure il sostegno di Leonardo Di Caprio che nel 2019 sul suo profilo Instagram, aveva pubblicato un video del fiume Vjosa usando queste parole: "Questo è uno degli ultimi fiumi selvaggi d'Europa: ma per quanto tempo?" Per gli ambientalisti la decisione presa è da considerarsi "storica" perché ha posto la piccola nazione balcanica in prima linea nella protezione dei fiumi; anche il primo ministro albanese Edi Rama ha descritto l'istituzione del parco nazionale come un "momento veramente storico" per la natura e per lo sviluppo sociale ed economico.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…