La piattaforma in mare che prima estraeva petrolio da un giacimento situato a 250 chilometri dalle coste dello Jutland smetterà di funzionare. All'inizio può sembrare una buona notizia per noi e l'ambiente, ma in realtà il fatto che non estrarrà più petrolio è dovuto al fatto che lo stesso giacimento è ormai esaurito. L'unica nota positiva di questa storia è che, quanto meno, il governo danese ha trovato un modo "etico" per poter riconvertire il lavoro di quella piattaforma in un contributo fondamentale per il Pianeta. È stato dato il via a un progetto chiamato "Greensand" e prevede che venga immagazzinato in questo giacimento, ormai esaurito, tutta l'anidride carbonica presente nell'atmosfera. Questo giacimento potrà contenere fino a 8milioni di tonnellate l'anno. In sostanza il 10% dei gas serra prodotti dalla Danimarca. Il progetto però che ha quanto appena detto come obiettivo, partirà solo nel 2030. Il meccanismo in se prevede questo: l'anidride carbonica catturata dall'atmosfera viene trasformata successivamente in gas liquido, per poi arrivare alla sua solidificazione e infine ci sarà il suo immagazzinamento nel giacimento.
Una decisione singolare presa dai monaci della Grande Chartreuse, casa madre dell’ordine certosino: diminuire la produzione del loro liquore esportato dalla Francia in tutto il mondo anche per il suo impatto negativo sull’ambiente. Il motivo di base risiede nel fatto che l'intensa attività legata sua produzione potrebbe compromettere la loro vocazione di uomini dedicati solo alla preghiera. Da qui la decisione di non interrompere l'antica tradizione, ma di limitarsi alla produzione delle sole casse che servono per il sostentamento della Certosa. Ma nella lettera che il distributore ha inviato ai clienti è messo nero su bianco un altro motivo, che è anche una scelta di sostenibilità: è un controsenso realizzare un distillato naturale che fa male all'ambiente. Si legge nella lettera: “Produrre milioni di casse non ha alcun senso nel contesto ambientale odierno con un impatto negativo sul pianeta nel brevissimo termine”.
Alcune volte fa bene forzare la natura e ripopolare determinate zone da animali che non le abitano più. Questo è quanto sta accadendo sulle Alpi Giulie con la Lince Euroasiatica. I Paesi donatori, ovvero Svizzera e Romania, a seconda di come procederanno le varie attività di cattura che si stanno effettuando, i rilasci sul territorio avverranno in un periodo compreso tra marzo e fine aprile. È senz'altro un'operazione complessa soprattuto perchè dopo il ripopolamento della zona ci sarà anche una fase di monitoraggio grazi all'utilizzo di dispositivi quali GPS e campioni genetici.La Lince Eurasiatica è, in questo momento, il mammifero più raro del panorama faunistico italiano e infatti rischia di scomparire dal nostro Paese. Per questo i Carabinieri Forestali con il supporto del “Progetto Lince Italia”, del WWF, della Regione Friuli-Venezia Giulia hanno deciso di provare a cercare una strategia efficace che salvaguardi l'intera specie.
Sai che il benzene è uno dei maggiori inquinanti ambientali ed è cancerogeno per la tua salute? Un nuovo studio ha sviluppato dei materiali in grado di lavorarlo per intervenire su questa problematica. A riuscirci sono stati i ricercatori di un team dell'Università di Manchester, che hanno sviluppato una serie di nuovi materiali stabili e porosi in grado di catturare e separare il benzene. Il benzene è un composto chimico che, a temperatura ambiente e con la pressione atmosferica, si presenta sotto forma liquida volatile e incolore. È molto infiammabile e ha un odore caratteristico. Inoltre, il benzene è fondamentale come materia prima perché serve a produrre molti prodotti chimici fini, tra cui il cicloesano, che in sostanza è un materiale utilizzato per tantissimi scopi. Di base viene usato come solvente per materie plastiche, o per l'estrazione degli oli essenziali.
Forse non ti sei mai accorto, ma i prodotti di bellezza che hai in bagno potrebbero contenere tutti, o quasi, olio di palma. Potresti trovare scritto sodio lauriletere solfato, sodio lauryl solfato, gliceril stearato o cetil palmitato. Il risultato non cambia. Questo olio vegetale è importante nell’industria cosmetica, proprio come in quella alimentare, purtroppo però la produzione di questa sostanza spesso si basa sullo sfruttamento del territorio e della manodopera. È quindi una splendida notizia che la startup C16 Biosciences stia bioproducendo un’alternativa sintetica all’olio di palma. C16 Biosciences(il nome dell’azienda deriva dall'acido grasso a 16 atomi di carbonio che è un componente significativo dell'olio di palma) produce oli e grassi di nuova generazione per decarbonizzare la catena di fornitura dei prodotti di consumo, a partire da un'alternativa sostenibile all'olio di palma e agli ingredienti derivati dalla palma.
La Scozia dice addio alla caccia alla volpe, una delle più antiche tradizioni del Paese, con una storia di ben 252 anni. Il divieto di cacciare animali selvatici con l’impiego di mute di cani è entrato in vigore lo scorso gennaio con una legge votata dal Parlamento di Edimburgo a larga maggioranza (90 voti favorevoli, 30 contrari). Il nuovo provvedimento, denominato Hunting with Dogs (Scotland) Bill vieta la cosiddetta "caccia da traccia", mettendo al bando l’utilizzo di più di due cani per cacciare, a meno che non venga concessa una licenza. Ed è questo aspetto che tiene in allerta gli animalisti, che temono possano essere trovate scappatoie legali per aggirare proprio il divieto.
La procellaria peruviana è un minuscolo uccello marino delle dimensioni di un tordo che trascorre più tempo in acqua che in aria. Vive al largo della costa occidentale del Sud America, dove si tuffa nelle fredde acque a una profondità che supera anche gli 80 metri, allo scopo di cercare pesci, calamari e krill, sua fonte principale di nutrimento. Basti pensare chesull'isola cilena di Chañaral, sito di nidificazione privilegiato per questa specie, i conigli e le volpi sono stati la causa di una decimazione della popolazione della procellaria. Questo è successo perché all'inizio del ventesimo secolo proprio i conigli sono stati introdotti sull'isola di Chañaral perché fossero una fonte di cibo per i pescatori. I conigli però hanno rapidamente preso il controllo dei nidi degli uccelli e hanno decimato la vegetazione dell'isola. A quel punto sono state introdotte le volpi allo scopo di controllare i conigli, ma queste sembravano più interessate a predare le procellarie peruviane.
Uno studio pubblicato lo scorso anno su Scientific Reports ha confermato che gli sforzi per ripristinare le isole, eliminando le specie invasive, hanno avuto molto successo nel reintrodurre la fauna selvatica e gli ecosistemi nativi.
Lo avevano promesso e lo hanno fatto. In Veneto i consorzi di bonifica, ovvero gli enti pubblici che garantiscono l'uso, la tutela e il risparmio delle acque a scopo agricolo e la regimazione e sicurezza idraulica del territorio sono riusciti a portare a termine la prima grande opera realizzata con i fondi del PNRR: il rifacimento di una tratta del canale Lessinio Euganeo Berico. Si tratta del principale canale irriguo del Veneto. Con i suoi 44 km di lunghezza circa, il L.E.B. serve un comprensorio di 350.000 ettari, dei quali più di 140.000 rappresentano la superficie totale irrigabile e circa 100.000 rappresentano la superficie attualmente irrigata. Situato nei pressi di Belfiore, a Verona, questo canale è fondamentale per il sostentamento e l'attività di chi lavora nelle campagne in questo vasto territorio del Veneto.
La riduzione delle emissioni di anidride carbonica o l’aumento della copertura vegetale restano al momento le soluzioni più valide per scongiurare un aumento pericoloso della temperatura media globale. Una misura temporanea e ausiliaria a queste ultime è la “modifica della radiazione solare” (Solar radiation modification, SRM) o “geoingegneria solare”, ovvero un insieme di soluzioni basate sul semplice concetto di riflettere parte della radiazione solare incidente verso lo spazio, evitando il surriscaldamento della troposfera. Tra queste misure, le più studiate al momento sono l’iniezione di aerosol in atmosfera e “l’inseminazione di nuvole marine”.
Il prossimo 15 aprile, nella città norvegese di Bergen, sarà inaugurato il tunnel ciclabile e pedonale più lungo di tutta Europa. Quasi tre chilometri da percorrere a piedi o in bicicletta per snellire il traffico cittadino e ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’aria. Il tunnel ciclabile e pedonale più lungo di Europa si trova sulla costa sud occidentale della Norvegia, precisamente nella città di Bergen. Il tunnel Bybanen, questo è il suo nome, ha infatti una lunghezza di poco meno di tre chilometri (per la precisione 2,9 km) e collega due grandi quartieri residenziali della città di Bergen, Fyllingsdalen e Mindemyren. Per percorrerlo in bicicletta i ciclisti impiegheranno approssimativamente una decina di minuti, mentre i pedoni dai 30 ai 45 minuti circa.