Il clima a Strasburgo, le colonnine in Italia e l’ecocidio in Parlamento: tutte le buone notizie sull’ambiente

Dal lago balneabile a Mantova, al finanziamento europeo all’Italia per l’idrogeno, passando per la raccolta acque nella città di Tucson. Ecco le ultime novità green e sostenibili per l’ambiente della scorsa settimana (31 marzo – 6 aprile 2023), che faranno contento te e la Terra.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
6 Aprile 2023
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A Mantova, 45 anni dopo, si potrà fare il bagno al Lago Superiore

Una bellissima notizia per l'ambiente e la natura che arriva direttamente dal Ministero della Salute. Dopo 45 anni a Mantova, in Lombardia si potrà tornare a fare il bagno al Lago Superiore. Nell'elenco nazionale delle località balneabili infatti sono stati inseriti di recente anche due punti del Lago Superiore (il più grande dei tre bacini formati dal fiume Mincio intorno a Mantova, in cui era vietato fare il bagno dal 1978). Precisamente i due punti si trovano sulle sponde opposte del lago, quindi una a Nord e una a Sud. Negli ultimi 4 anni in quelle aree erano stati prelevati campioni di acqua, poi analizzata accuratamente. L'annuncio, poi, ha dato il seguito alla firma ufficiale messa dal Sindaco Mattia Palazzi sull'ordinanza che revoca quel divieto in vigore da 45 anni.

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Il Parlamento Europeo approva l’ecocidio

L'ecocidio è di fatto l'atto di distruggere l'ambiente. Più precisamente si tratta del reato di danneggiamento e distruzione di interi ecosistemi. È un reato a cui assistiamo da sempre, ma che non abbiamo mai riconosciuto come tale. È un risultato storico per l'Ambiente, come scrivono anche sui social i Green europei tra cui Rosa D'Amato. Anche la pagina ufficiale dei Verdi europei plaude la decisione del Parlamento UE di inserire nella lista dei crimini ambientali l'ecocidio "È un enorme passo verso la responsabilità collettiva con un grande potenziale per dissuadere le aziende dal causare danni diffusi e irreversibili all'ambiente". Ora è il turno di convincere tutti i Paesi membri ad attuare questa decisione il prima possibile, per il bene dell'ambiente, degli Stati e dell'Europa. Se infatti il testo dovesse essere adottato nel breve termine da tutti i Paesi membri, si tratterebbe di una svolta a livello internazionale.

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Il Regno Unito vuole limitare le emissioni degli allevamenti

Nel Regno Unito il governo, in accordo con gli allevatori di bestiame, sta pensando di somministrare ai bovini dei prodotti in grado di bloccare o ridurre le emissioni di metano. Sapevi che l'allevamento rappresenta uno dei settori più inquinanti al mondo? Oltre al consumo di risorse, le emissioni per questo settore dipendono soprattutto da tre processi:

  1. La cosiddetta fermentazione enterica, ovvero quel processo digestivo per cui i microorganismi  scompongono i carboidrati in molecole semplici facilmente assorbibili, producendo gas di scarto)
  2. La gestione delle deiezioni, che determinano emissioni in aria delle sostanze volatili o il rilascio di azoto nel suolo
  3. I suoli agricoli per le coltivazioni

Pensa che, stando ai dati del 2020, gli allevamenti intensivi inquinano più del parco auto europeo. Sono responsabili infatti del  17% delle emissioni totali UE. Solo nel settore dell'agricoltura, In Italia, invece, generano il 75% delle emissioni di ammoniaca del Paese "rappresentando la seconda fonte di polveri sottili dopo il riscaldamento", secondo ISPRA.

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Aumentano il numero di colonnine in Italia

Vogliamo l'elettrico? Ma l'immatricolazioni di nuove auto a batteria calano. Non vogliamo l'elettrico? Meglio soluzioni alternative come i biocarburanti. Forse questa è la giusta strada per l'Italia, però aspetta perchè allora nel primo trimestre del 2023 c'è stato un aumento che non si è mai visto prima di nuove colonnine in tutto il Paese. Sì, la situazione che l'Italia sta vivendo sul settore della mobilità non è chiarissima e quindi bisogna ancora avere delineati tutti i piani economici e di sistema per capire dove stiamo andando. Per il momento però l'istallazione di nuove ricariche pubbliche per vetture elettriche continua e anzi, subisce un'accelerata. Secondo il censimento periodo di Motus-E, tra gennaio e marzo del 2023 si è superata la quota dei 41 mila punti di ricarica. Volendo essere puntigliosi si è arrivati ad avere un totale di 41.173.

Ora volendo comparare questo dato con gli obiettivi prefissati dall'Unione Europea possiamo anche dire che l'Italia non sfigura affatto. Infatti l'Ue prevede che ci siano colonnine per veicoli elettrici ogni 60 chilometri per le auto, ogni 120 chilometri per i mezzi pesanti, mentre parlando di idrogeno, ogni stazioni di rifornimento deve essere distante massimo 200 chilometri. Per quanto riguarda porti e aeroporti la copertura deve essere totale. A che punto siamo in Italia? Oggi è presente una colonnina ogni 10 chilometri, volendo fare una media nazionale.

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Il Galles hanno inventano  celle solari stampabili in serie

Le celle solari di ultima generazione sono sempre più efficienti, ma richiedono processi produttivi complicati, meticolosi e molto costosi, con macchinari di precisione precisissimi e difficili. Un dipartimento dell'Università di Swansea è però riuscito a rendere lo stampaggio delle celle più semplice, veloce, economico e intuitivo, facendo agire un minerale come se fosse inchiostro e tagliando così diversi passaggi. La scoperta che hanno fatto riguarda la loro produzione: a quanto pare è infatti possibile stamparle con un processo roll-to-roll (R2R), aggirando il problema del difficoltoso processo di inserimento degli elettrodi una volta stampate. Per farlo hanno sviluppato un nuovo tipo di inchiostro a base di carbone, compatibile con queste innovative celle solari, che permette di iniettare il minerale direttamente nelle celle durante il processo di stampaggio con rulli.

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Il clima finisce alla Corte di Strasburgo per la prima volta nella storia

Negli ultimi tempi si è diffuso un pregiudizio secondo cui solo i giovani siano preoccupati per il clima. Non è così. E la causa che l'associazione Senior Women for Climate Protection Switzerland ha presentato alla Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo contro il proprio paese ne è la prova. Il motivo della causa? L'inazione del governo contro i cambiamenti climatici e la conseguente violazione dei diritti umani.

Il caso, che coinvolge migliaia di pensionate svizzere, è il culmine di una battaglia legale durata sei anni, in cui i querelanti sostengono che l'azione inadeguata del loro governo in materia di cambiamenti climatici abbia violato i loro diritti umani.

L'azione legale, avviata dal gruppo Greenpeace per conto delle donne, è il primo caso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il procedimento, che dovrebbe essere seguito da altri due nel corso dell'anno, potrebbe portare a un ordine di riduzione delle emissioni. Anche oltre quanto stabilito dagli impegni assunti con l'Accordo di Parigi del 2015. Questo procedimento potrebbe costituire un importante precedente nel Paese e nella regione.

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Scarti di cereali e legumi per bonificare i terreni agricoli

Oli minerali, metalli pesanti e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) come il petrolio o il carbone. In Italia sono 4.689 i terreni contaminati e 5.379 i terreni potenzialmente contaminati da queste sostanze inquinanti, un numero oltretutto in continua crescita. Bonificare questi siti è una necessità, farlo con gli scarti dei cereali un'opportunità.

In occasione del convegno “Innovazione ed economia circolare: nuove opportunità per una produzione cerealicola sostenibile” di recente è stato presentato “Ricrea”, un progetto che si pone come obiettivo quello di generare dai rifiuti derivati dalla trasformazione dei cereali e dei legumi, microrganismi in grado di biodegradare le sostanze inquinanti. Il progetto, dalla durata di 24 mesi, è stato avviato a marzo 2022 e ha già restituito ottimi risultati dai test di laboratorio sulla biodegradazione delle gocce di petrolio.

I vantaggi di impiegare questi microrganismi sono molteplici. Innanzitutto viene a crearsi una circolarità nella gestione dei rifiuti cerealicoli con il reimpiego nei nuovi cicli produttivi e in questo modo si riesce anche ad evitare il trasporto e lo smarrimento in discarica dei rifiuti generati dalla operazioni di bonifica.

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Un grano più produttivo e resistente al cambiamento climatico

Sono stati pubblicati su PNAS due studi che mostrano come la profonda conoscenza della natura, da parte delle comunità locali, abituate a contrastare la siccità, possa aiutare a sviluppare varietà di grano che sanno resistere meglio al clima che cambia. Con la prima ricerca, nata all’interno del progetto AfricaConnect e coordinata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sono state prodotte e analizzate con la collaborazione di agricoltori etiopi oltre 1.200 varietà di grano, con l’obiettivo di trovare quelle più capaci di adattarsi al luogo e alle condizioni climatiche dell'Africa occidentale.

Il grano dell’Etiopia rappresenta un’enorme ricchezza, sviluppata nei secoli dagli agricoltori locali – sottolinea Matteo Dell’Acqua, professore in Genetica Agraria della Scuola Superiore Sant'Anna – Oggi, la ricerca scientifica nel campo della genetica può tornare dagli agricoltori e, con il loro contributo, promuovere e conservare la diversità locale per sistemi agricoli produttivi e più resistenti”.

La seconda ricerca, coordinata da Bioversity International, si concentra invece sull’importanza della raccolta di dati per promuovere lo sviluppo sostenibile del Sud del mondo, attraverso coltivazioni produttive e resilienti.

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Tucson e la raccolta dell'acqua dei cittadini

La fonte idrica più vicina alla città di Tucson, Arizona si trova a 540 chilometri di distanza. Infatti il paese sorge nel deserto. Un gruppo di cittadini, però, è riuscito a sviluppare un particolare sistema di raccolta e riuso dell'acqua piovana e delle acque grigie, che ha permesso di far rifiorire gli spazi verdi. Le piccole foreste urbane che si sono generate sono anche diventate una fonte di cibo. Un vero e proprio modello da cui dovremmo prendere esempio.

Il sistema non ancora standardizzato prevede di raccogliere l'acqua ovunque questa cada: sui tetti, nei giardini, lungo le strade e così via. Grondaie, canali e solchi la incanalano artificiali la incanalano verso cisterne o serbatoi, dove viene fitrata e poi avviata al riutilizzo. Oppure, viene intercettata passivamente, sfruttando la configurazione del terreno e la creazione di pendii e bacini naturali, in modo che venga deviata subito verso vegetazione e spazi verdi, senza disperdere nemmeno una goccia. Nessun grande impianto, nessuna tecnologia costosa. Una riorganizzazione alla portata di tutti. Captare l'acqua piovana e le acque grigie, insieme alla coltivazione di piante autoctone resilienti alla siccità, può portare a ridurre il consumo di acqua da altre fonti come fiumi e falde sotterranee.

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Idrogeno e rinnovabili, l'Europea invia 450milioni di euro all'Italia

Il pacchetto di aiuti appena approvato rientra nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e ha l'obiettivo di sostenere la transizione verso un'economia a emissioni zero, così come stabilito dal Green Deal europeo, che tra i suoi punti prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Gli aiuti saranno stanziati sotto forma di sovvenzioni dirette a copertura dei costi di investimento, con un importo massimo di aiuto per progetto di 20 milioni di euro che saranno stanziati entro il 31 dicembre 2025. Per selezionare i progetti sarà avviata una sezione che seguirà una procedura di offerta competitiva "aperta, chiara, trasparente e non discriminatoria", rassicura Bruxelles.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…