Indigeni liberi, biofuels per gli aerei e meduse robot: le 10 buone notizie sull’ambiente

Dallo stop della Nuova Zelanda all’esportazione di animali vivi, alla vittoria delle bici sulle auto a Londra, passando dall’impresa degli attivisti a Lisbona.Ecco le ultime novità green e sostenibili per l’ambiente della scorsa settimana (28 aprile – 04 maggio 2023), che faranno contento te e la Terra.
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Rubrica a cura di Mattia Giangaspero
4 Maggio 2023

Le meduse in futuro puliranno i mari da tutti i rifiuti

Facciamo finta che stai visitando la barriera corallina e a un certo punto ti imbatti in una medusa… Una medusa che si mangia i rifiuti sul fondale del mare, cosa penseresti? Se dovesse succedere una cosa simile sarà solo merito di alcuni ricercatori del Max Planck Institute di Stoccarda, che in questi mesi stanno sviluppando un robot dalle sembianze di una medusa che potrebbe aiutarci nel raccogliere tutti i rifiuti presenti in mare.

Si tratta di un robot sottomarino, pulitore dei mari. Gli attuatori del robot medusa funzionano come muscoli artificiali che alimentano il suo movimento. I suoi cuscini d’aria, invece, servono a rendere stabile nei movimenti il robot, ma servono anche a renderlo impermeabile. In questo modo, l’alta tensione che attraversa gli attuatori non può entrare in contatto con l’acqua circostante.

La Nuova Zelanda è il primo Paese a vietare l’esportazione di animali vivi

Dal 30 aprile 2023 in Nuova Zelanda l'esportazione di animali vivi è vietata. La decisione è stata ufficializzata ad ottobre 2022 sulla scia del dibattito acuitosi dopo l'incidente del 2020, dove a causa di un tifone la nave bestiame Gulf Livestock 1 è affondata causando la morte di 41 membri dell'equipaggio e seimila bovini.

Già nel 2021 il governo aveva annunciato che le spedizioni di animali in mare aperto, in gran parte destinate alla creazione di allevamenti in partner commerciali come la Cina, sarebbero state interrotte, ma agli allevatori sarebbero stati concessi due anni per abbandonare l'attività di esportazione. I due anni sono scaduti e il 21 aprile 2023 sono partite le ultime navi destinate al trasporto di bestiame.

Lemorti di animali a causa di questa pratica non sono infatti un'eccezione e non riguardano solo la Nuova Zelanda. Lo denunciano da tempo le associazioni a difesa dei diritti degli animali: solo nel 2022 – riporta l'associazione no-profit Ali (Animal Law Italia) – più di 15.000 pecore sono annegate dopo l’affondamento di una nave in Sudan e, nel 2020, un capovolgimento di un mezzo ha ucciso 14.000 ovini. Si tratta solo di alcuni esempi a fronte di centinaia, se non migliaia, di animali morti per stress, sete e stenti, nel silenzio e nel disinteresse dell'uomo.

In Corea del Sud la first lady chiede di vietare il consumo di carne di cane

Secondo alcuni media locali, la moglie del presidente Yoon Suk-yeol, durante un pranzo con gli attivisti per i diritti degli animali ha preso una chiara posizione in merito. Kim Keon-hee si è  espressa in prima persona a favore dell'introduzione di una legge che metta a bando il consumo di carne di cane nel Paese. D'altronde a prometterla era stato proprio suo marito, l'attuale presidente, che in campagna elettorale aveva rassicurato i cittadini assicurandone l'introduzione entro fine mandato, ovvero entro il 2027.

Vittoria per i popoli indigeni brasiliani

Il 28 aprile alcune comunità indigene della Foresta Amazzonica hanno raggiunto un accordo storico, ottenendo la demarcazione di sei territori primordiali. "Oggi demarchiamo 6 territori indigeni, un passo importante […] Il governo esiste per servire gli interessi del popolo. Sono sicuro che gli indigeni saranno orgogliosi..", ha scritto il Presidente della Repubblica Federale del Brasile Lula. La decisione è stata presa a seguito di un evento di portata nazionale, che ha coinvolto i popoli indigeni: il 19° Acampamento Terra Livre (ATL), a Brasilia, con la missione di esigere la dovuta demarcazione dei territori, rovesciare i progetti anti-indigeni e porre fine all'escalation di violenza che quotidianamente colpisce le loro vite. L'accampamento si è svolto tra il 24 e il 28 aprile e ha contato la partecipazione di circa seimila indigeni.

A Londra il numero dei ciclisti ha superato quello degli automobilisti

Buone notizie per la capitale del Regno Unito: le persone che si spostano in bici sono diventate negli anni di più di quelle che utilizzano l'auto. Questo è l'effetto delle politiche dell'amministrazione della Città di Londra, che negli anni ha voluto favorire la mobilità sostenibile per ridurre l'inquinamento.

Una delle politiche più significative in tal senso è stata la decisione da parte del sindaco Sadiq Khan di creare la zona "car free" più grande al mondo. È successo a maggio del 2020, quando la circolazione nelle strade e nelle piazze più trafficate della città è stata dedicata esclusivamente a pedoni e ciclisti.

In più, uno dei fattori che ha sicuramente contribuito all'aumento dell'utilizzo delle bici nei centri urbani è stato anche il Covid19, che ha spinto sempre più persone a spostarsi in maniera autonoma per paura di contrarre il coronavirus sui mezzi pubblici.

A mostrarne l'incremento è un recente rapporto presentato al comitato per i trasporti della City of London Corporation, che evidenzia le ultime cifre sul traffico della zona centrale di Londra.

Il Parlamento Eu ha esteso le norme sulle emissioni di metano

Il Parlamento europeo ha votato per l'introduzione di norme più stringenti sulle emissioni di metano a livello globale. Nello specifico, con il testo appena approvato, l'Eurocamera chiede alla Commissione che a partire dal 2026 anche gli importatori di energia siano obbligati a rispettare gli stessi standard validi all'interno dell'Unione europea.

La proposta del nuovo regolamento sul metano, approvata con 114 voti a favore (contro solo 15 voti contrari e tre astensioni), ora dovrà essere votata nella plenaria del Parlamento dall'8 all'11 maggio. Dopo il voto inizieranno i negoziati con gli Stati membri per mettere a punto la legge.

Attivisti ripuliscono Lisbona da oltre 650.000 mozziconi di sigaretta

In molte città del mondo i mozziconi di sigaretta rappresentano un serio problema per quanto riguarda l’inquinamento. Durante la settimana del 17 aprile, in cui si è celebrata la Giornata della Terra, un gruppo di attivisti è riuscito a raccogliere in Portogallo, per le strade di Lisbona, oltre 650mila mozziconi abbandonati. L’iniziativa è stata lanciata da “The Trash Traveler”, un progetto ecologista nato dall’idea di Andreas Noe: il traguardo da raggiungere era quello di realizzare la più grande raccolta di mozziconi di sigarette di sempre.

Il “bottino” della raccolta – una montagna di mozziconi – è stato esposto nella Praça do Comércio, con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare i passanti e di mostrare la quantità di rifiuti che si riversano ogni giorno sulle strade e negli spazi pubblici a causa del fumo.

1400 persone hanno aderito a questo progetto per raccogliere più di 650.000 mozziconi in una sola settimana! Per dimostrare quanto contino i piccoli gesti se ci uniamo! – The Trash Traveler – Dai mozziconi pieni di plastica tossica, all'azione sugli oceani e sul clima! Procuratevi un posacenere tascabile e prendetevi cura del Pianeta!

Biofuels per gli aerei: l’Unione europea dice sì

L'Unione europea ha deciso: il 2% del carburante per aerei dovrà essere sostenibile a partire dal 2025, e il 70% entro il 2050. Il provvedimento fa parte del Pacchetto Fit for 55, che mira guidare i Paesi membri dell’Ue verso l’obiettivo della riduzione delle emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 e della neutralità climatica entro il 2050. LaCommissione europea ha detto sì all'idrogeno e ai carburanti prodotti da olio da cucina o gas di scarico considerati verdi, ma ha bocciato l'utilizzo di quelli a base di mangimi e colture alimentari.

Secondo la definizione dell'Unione europea, i carburanti combustibili sono quelli prodotti "da residui agricoli o forestali, alghe, rifiuti organici, olio da cucina usato o alcuni grassi animali, e carburanti per jet riciclati prodotti da gas di scarico e rifiuti di plastica". I deputati europei però non hanno voluto includere in tale definizione i carburanti che derivano dalla lavorazione della soia o dell'olio di palma, poiché il loro utilizzo non rientra nei criteri europei sostenibili, ma sono riusciti invece a introdurre l'idrogeno verde.

Le foreste di alghe giganti producono 500 miliardi di dollari ogni anno

Magari quando pensi a foreste di alghe giganti ti viene in mente quella scena di Harry Potter e il calice di fuoco in cui una delle prove del Torneo Tre Maghi si svolge nelle acque del Lago Nero con enormi e spaventose alghe. Le cose non stanno così e i boschi di alghe, in realtà, sono molto importanti, sia per l'ecosistema che per l'economia.

Secondo un recente studio pubblicato su Nature Communications, i tratti di foreste di alghe che crescono lungo le coste del mondo generino una media di 500 miliardi di dollari all'anno. Secondo le analisi, nello specifico, le foreste di alghe sono almeno tre volte più preziose per l'alimentazione e il pianeta di quanto si pensasse in precedenza.

Lo studio in questione, che ha valutato il contributo economico di sei tipi di alghe, ha calcolato che queste foreste forniscono servizi per un valore compreso tra 465 e 562 miliardi di dollari all'anno a livello globale.

Ricompaiono i leoni nel parco nazionale Sena Oura del Ciad

Il re della savana, il leone, è classificato ormai da tempo, dalla Lista Rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, tra le specie vulnerabili.

In alcuni regioni africane, come nel Ciad, viene addirittura considerato estinto. Nei giorni scorsi però è arrivata una buona notizia per la conservazione di questi maestosi predatori: è stata avvistata all’interno del Sena Oura National Park una giovane leonessa sana e forte, che potrebbe contribuire a riportare la specie nello stato centrafricano.

L’immagine della leonessa, immortalata dalle fototrappole del parco, è stata diffusa da un team di ambientalisti del governo del Ciad e della Wildlife Conservation Society di New York. La presenza dell'animale nel Sena Oura National Park è una vera sorpresa: la specie era scomparsa da quelle zone, lungo il confine tra il Camerun e il Ciad, da ormai quasi 20 anni.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…