Aids: la malattia di cui non si parla, ma che uccide ancora

Il miglior alleato dell’Aids è quel tabù sociale che ancora oggi, trent’anni dopo lo scoppio dell’epidemia, ti porti dietro. Non effettuare un test, non richiedere una diagnosi o non assumere correttamente la terapia antiretrovirale per paura di essere discriminato è il favore più grande che tu possa fare al virus. Allo stesso modo, non utilizzare il preservativo ti esporrà in via diretta al contagio. L’Aids esiste ancora, non dimenticarlo.
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Giulia Dallagiovanna 13 Ottobre 2019

Di Aids in Italia si muore ancora. Un'infezione che oggi può essere gestita come una malattia cronica e il cui contagio può essere evitato, continua a mietere vittime. Molto meno rispetto a quando è scoppiata l'epidemia, certo, ma si contano comunque circa 500 decessi ogni anno. E sai perché? Perché il virus dell'Hiv e la sua malattia conclamata, cioè la Sindrome da immunodeficienza acquisita, te li sei dimenticati. Non che tu non sappia cosa siano, ma li hai inseriti in quel cassetto della memoria con l'etichetta "Aprire solo in caso di bisogno".

Quando incappi in un caso di cronaca dove una persona, il più delle volte definita "untore", è accusata di aver trasmesso il morbo ad altri individui, ti spaventi. E ti spaventi anche quando scopri che il tuo collega, il tuo vicino di casa o il commesso del supermercato è sieropositivo. "Chissà che gente frequentano", ti sorprendi a pensare. "A me di certo non può capitare", ti illudi. Così ti fai remore a condividere la scrivania con chi è affetto da Hiv, ma nessuno scrupolo a consumare un rapporto sessuale non protetto con un perfetto sconosciuto.

Può accadere anche a te, non dimenticarlo

Non è del tutto colpa tua: l'informazione, anche quella proveniente da fonti istituzionali, ha trascurato l'argomento. Qualche campagna pubblicitaria sì, ma poche iniziative nelle scuole. E le fasce più fragili delle popolazione, come i senzatetto, mai raggiunte.

Ma il problema è che l'Aids te la sei dimenticata proprio grazie alla cultura della prevenzione, che ha ridotto drasticamente il numero dei contagi. E te la sei dimenticata perché i farmaci antiretrovirali di ultima generazione permettono di tenere a bada il virus, condurre una vita normale e non risultare più infetti. Questa malattia però esiste ancora, e oggi come trent'anni fa può causare danni irreparabili e uccidere.

E allora, meno pregiudizi per i sieropositivi, e più consapevolezza che possa accadere anche a te, se non stai attento. Meno discriminazioni e stigmi sociali e più disponibilità a effettuare il test. Una diagnosi precoce ti permette di iniziare subito la terapia, di innamorarti senza ostacoli, di vivere. Allo stesso modo, utilizzare il preservativo ti mette al riparo dal virus e dalle sue conseguenze. Il tabù che pesa ancora su questa malattia è la vera causa dei circa 4mila nuovi casi che ogni anno in Italia.

Eppure, romperlo sarebbe così semplice, non credi?

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…