Miocardite da influenza: cos’è e quando bisogna preoccuparsi?

L’influenza è una delle più comuni malattie infettive e spesso finiamo per curarla agevolmente con farmaci e un po’ di pazienza. In alcuni rari casi, tuttavia, può degenerare in condizioni più gravi, arrivando anche a colpire il cuore e a provocare pericolose miocarditi, ovvero infiammazioni a carico del tessuto che ne regola la funzionalità. Ecco perché è bene non sottovalutare nessun sintomo influenzale, nemmeno quelli più “banali”.
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Kevin Ben Alì Zinati 28 Marzo 2023
* ultima modifica il 04/05/2023

Se c’è una condizione che non devi mai sottovalutare, questa è l’influenza: forse non lo sapevi ma sebbene capiti raramente, i virus influenzali possono anche attaccare il tuo cuore provocando serie e gravi miocarditi.

L’influenza è una delle più comuni malattie infettive che colpisce grandi e piccoli e a cui tutti, prima o poi, andiamo incontro durante l’anno: colpa del freddo o di qualche agente virale che circola tra le persone che ci circondano.

Sai bene che puoi curarla agevolmente con un antipiretico per far scendere la febbre, qualche analgesico o antinfiammatorio per alleviare i sintomi e un po’ di pazienza mentre attendi che tuo il sistema immunitario debelli il virus. Per questo motivo, spesso l’influenza potrebbe non fare così paura.

Un simile quadro di relativa tranquillità, tuttavia, non vuol dire che sia una condizione da prendere sotto gamba. Anche se succede davvero di rado, l’influenza può degenerare finendo, per esempio, per colpire il tuo cuore, provocando danni anche mortali.

Miocardite da influenza

Cause

La miocardite è un’infiammazione del tessuto muscolare del cuore provocata da diverse cause. Puoi pensare a malattie infiammatorie a carico di organi e tessuti (come la sarcoidosi, il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide), al frequente utilizzo di particolari farmaci (specie quelli con un elevato grado di tossicità) oppure a infezioni virali che attaccano direttamente il cuore.

Tra queste ultime, le più comuni sono quelle legate a virus come il Coxsackievirus, il Citomegalovirus, il virus dell’epatite C o dell’Herpes, l’HIV, e gli Adenovirus.

Probabilmente non lo sapevi ma l’insorgenza di una miocardite può anche dipendere dalla presenza di un virus influenzale o di una sindrome simil-influenzale.

I virus influenzali possono infatti provocare un danno diretto al miocardio, il tessuto che regola la funzionalità del cuore e, allo stesso tempo, possono anche peggiorare la gravità di malattie cardiovascolari preesistenti, innescando una serie di problematiche estremamente pericolose, come l’insufficienza cardiaca e, appunto, una miocardite.

Quando preoccuparsi

L’incidenza di una miocardite a seguito di un attacco influenzale è una circostanza piuttosto rara e capita in un numero molto ristretto di casi. Eppure può succedere e per questo l’influenza non va affatto sottovalutata.

Alcune infezioni virali, infatti, sono realmente in grado di causare infiammazioni fatali del tessuto muscolare del cuore, tanto in adulti quanto in bambini precedentemente sani.

Siccome la miocardite spesso si manifesta con una sintomatologia lieve oppure in maniera del tutto asintomatica, non è sempre facile individuarla. Per questo motivo è bene non sottovalutare nessuno dei classici sintomi dell’influenza.

La febbre, la presenza di dolori muscolari lungo tutto il corpo, le eccessive palpitazioni e il dolore toracico accompagnato da difficoltà nel respiro sono tutti sintomi aspecifici che molte volte non danno origine a nulla di serio. Alcune volte, però, possono rappresentare anche i potenziali segnali di una miocardite.

Se poi sei influenzato e il dolore al torace è continuativo e persistente, è bene che tu ti sottoponga a un elettrocardiogramma di controllo, all’analisi degli enzimi o di alcune proteine cardiache nel sangue (come la CPK o troponina) ed eventualmente anche a un ecocardiogramma: ci potrebbe essere una pericolosa riduzione della contrazione muscolare del cuore.

Se confermata, potrebbe far pensare a un infarto ma se prolungata, diffusa e accompagnata da uno stato influenzale, potrebbe in realtà rappresentare la prima sintomatologia di un’infiammazione a carico del cuore.

Devi fare attenzione, come ti ho anticipato, anche ai disturbi del ritmo cardiaco, sto parlano delle extrasistole, delle tachicardie o, al contrario, dei bruschi rallentamenti del battito cardiaco. Ogni alterazione della normale funzionalità del cuore potrebbe essere un campanello d’allarme.

Anche la stanchezza, l'abbassamento della pressione, la mancanza di respiro, la difficoltà ad alimentarsi unita a una tensione addominale sono segnali da non sottovalutare poiché indizi di un potenziale scompenso cardiaco.

È la più grave conseguenza di una miocardite che, come forse sai, provoca un’insufficiente perfusione di sangue negli altri organi e tessuti o un ristagno di liquidi (soprattutto nei polmoni) e causa di una disfunzione del cuore.

Come si cura

Molte volte i danni provocati da una miocardite da influenza sono reversibili e la funzione cardiaca si normalizza in qualche giorno o magari anche in qualche mese.

In altri casi, tuttavia, può rendersi necessario il ricovero in ospedale, dove i medici ti sottoporrebbero prima al monitoraggio dell’attività cardiaca e poi alla rapida somministrazione della terapia: come ti ho detto, la miocardite, purtroppo, può anche avere esiti fatali.

Nella maggior parte dei casi, è previsto un trattamento farmacologico per tamponare l’insufficienza cardiaca e solo nei casi più gravi si ricorre al ricovero in terapia intensiva per il supporto del sistema circolatorio o il trattamento delle aritmie. Nel caso la miocardite dipenda da una causa specifica, possono essere indicati dei trattamenti mirati o con terapia immunosoppressiva.

Siccome non esistono vere e proprie misure per prevenire una miocardite, è bene fare attenzione a tutte le potenziali cause, come l’influenza. Senza fare allarmismo, devi però ricordarti di non sottovalutare i sintomi che ti ho descritto qui sopra sopra descritti, specie se si manifestano in modo persistente e continuativo.

Fonti | Humanitas; Fondazione Veronesi

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